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Il taglio sul primo palo con tocco di esterno destro ad anticipare il marcatore diretto e bruciare sul tempo il portiere è un pezzo di repertorio che conosciamo bene. Talmente bene che ho commentato immediatamente: “se si sblocca il Principe sono guai per tutti”. Considerazione banale, se vogliamo. Ma è la verità. Lo sappiamo noi per primi che è così. Anche i cugini devono avere pensato qualcosa del genere, mentre gufavano sul divano per un risultato negativo, per l’ammonizione dei diffidati (Thiago Motta e Maicon), magari per qualche infortunio. Ecco, su quest’ultimo punto potrebbero pure averci preso: la smorfia di Maicon nel finale non fa sperare niente di buono. Ma al derby, Ranieri dixit, ci penseremo da lunedì.
Intanto, prendiamoci questi altri tre punti, per la quinta volta consecutiva. Numeri da squadra che lotta per qualcosa di importante, mettiamola così. Evitiamo paroloni impegnativi, cancellati dal vocabolario dopo il disastroso avvio di stagione. Numeri da squadra che concede pochissimo. Soltanto un’occasione nel primo tempo (colpo di testa di Giovinco a lato) e qualche briciola a risultato acquisito. Perché, alla fine, “primo non prenderle” è una filosofia da sempre vincente. La difesa colabrodo dell’autunno nerazzurro non esiste più. Meglio, non esiste più quel tipo di fase difensiva, approssimativa: maglie larghissime tra le quali gli avversari riuscivano ad inserirsi fischiettando. Ora è un’altra musica. Cinque successi, una sola rete subita. E tredici realizzate. Nove negli ultimi due match. Ovvio, Lecce e Parma non sono avversari impossibili, soprattutto a San Siro. Ma il 4-4-2 di Ranieri si conferma uno schema molto solido. Maicon ha spinto meno del solito, ma ha comunque confezionato il bel cross del 3-0 di Milito. Cambiasso e Thiago Motta, che si è tolto anche lo sfizio del gol (2-0 con un rasoterra non impossibile dal limite dell’area) non hanno sofferto per niente, mentre la coppia Pazzini-Milito continua a mostrare incoraggianti segnali di crescita, con l’attaccante argentino in grande spolvero. Doppietta, assist per il compagno di reparto e standing ovation al momento del cambio con Faraoni, poi autore del suo primo gol in serie A. Impressionante la differenza tra l’Alvarez di qualche mese fa e quello di stasera, diligente, capace di saltare l’uomo, creare superiorità, confezionare giocate di fino e assist. Decisivo.
Ranieri è soprannominato “l’aggiustatore” per l’abilità nel rimettere in carreggiata le squadre intervenendo in corsa. Una nomea che sta confermando anche all’Inter, pur necessitando ora di test più impegnativi. Il derby, per esempio. Ma ci penseremo da lunedì.
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