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Intermezzo ad Anakena

Creato il 07 maggio 2011 da Faustotazzi
Intermezzo ad Anakena
Il 6 Agosto del 2004 cadde di venerdì e fu un intermezzo nel quale non sarebbe capitato praticamente niente. Nell’uggia di Santiago ci eravamo rinfrancati pensando all’isola dell’eterna primavera e quella mattina finalmente sull’Isola di Pasqua c'era una specie di sole. Quindi mandammo nani e ballerine a comprare qualche genere di prima necessità al supermercato Kai Wene e partimmo alla volta delle sabbie di Anakena.
Anakena era l’unica spiaggia vera e propriadell’isola e stava sulla costa opposta, a una ventina di chilometri da Hanga Roa. Il Direttore e il Bravo Presentatore convinsero tutti che sarebbe stata una gioiosa sgambata in bicicletta quindi tutti in pantaloncini, borracce d'acqua e palmer di ricambio. Loro si infilarono in un taxi.
Attraversammo l'isola a colpi di pedale senza incontrare anima anima viva, ne' un paese ne' il riparo di un albero. Lungo la strada erano erano disseminate tracce di villaggi abbandonati ma i Pasquensi vivevano tutti a Hanga Roa da quando, a fine ottocento, una compagnia Inglese aveva preso in affitto l'intera isola dal governo Cileno per allevarci pecore. Fu allora che per scongiurare furti di bestiame i Rapanui, che a quel tempo vivevano sparsi per le terre, vennero presi e concentrati a Hanga Roa e venne imposta una legge per cui non potevano nemmeno uscire dal paese. A quei tempi non esistevano internet e i blog quindi quello che successe veramente a nessuno è dato sapere ma ancora oggi ogni volta che spostate una pietra o che entrate in una delle centinaia di piccole grotte sparse per l'isola ci troverete nascoste delle ossa di pecora: sono i resti dei pasti gratuiti che i Rapanui consumavano alla mensa della compagnia.
Quella ad Anakena fu una mattina fatta di quasi niente, piccole cose da domeniche pomeriggio in  campagna, di quelle che Guido Gozzano ci si sarebbe trovato senz'altro bene. La Donna Cannone si mise a prendere il sole mentre Buffalo Bill all'ombra di una palma studiava uno dei quindici manuali di spagnolo che si era portato nel bagaglio a mano (Bill era una persona che non esiterei a definire particolarmente meticolosa in tutto quello che faceva, particolarmente quando si trattava di prendere la mira). 
Sonniboi e Skizzo trovarono nella sabbia una biglia e costruirono una pista dove la biglia corse, vincendo contro sassi e semi. Mangiafuoco, Bulabula e l'Orangutan si fecero una passeggiata fino ai moai poco lontano. L'Uomo Calamita fu attirato da un’enorme ancora mezzo ammiragliato incastrata nelle rocce. Il Mago si allontanò per qualche tempo tornando con un bel fiore rosso che regalò alla ballerina, sostenendo che là dietro c'era solo sabbia e lui lo aveva fatto apparire dal nulla apposta per lei. Detro di noi una fronda si staccò rumorosamente dalle palme. A mezzogiorno due Rapanui arrivarono sulla spiaggia e ci chiesero delle sigarette.
Quella restò l’unica mattinata di vero sole di tutta la tournée, poi verso le due si alzò il vento che portò nuvole e pioggia. Pranzammo in cerchio al riparo di una duna con pane a cassetta, formaggio philadelphia e salamino sottovuoto. Il Mago cercò disperatamente di fare apparire un coltello che tutti avevano dimenticato - almeno uno di quelli di plastica - ma fallì miseramente. Poi alle quattro arrivarono i taxi e ritornammo tutti all’hotel.
Quella sera alla terza cena Bulabula notò che i pesci si chiamavano tutti Maki-Maki, Cana-Cana, Toro-Toro, Rape-Rape e che sull'isola praticamente si mangiava solo quello. O del pollo lesso.

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