Il concerto di fine anno della Internationale Bachakademie Stuttgart è per tradizione da sempre dedicato alle musiche di Bach. Non è possibile, in effetti, immaginare qui in Germania un periodo di Avvento nel quale non risuonino le note dei lavori sacri del compositore di Eisenach, considerato dal popolo tedesco come una vera e propria icona culturale in cui identificarsi. Hans-Cristoph Rademann, per il terzo concerto natalizio da quando ha assunto la guida della Bachakademie, ha scelto quest’ anno un programma misto di lavori strumentali e corali scelti tra i più popolari del catalogo bachiano. Il terzo appuntamento con il ciclo degli Akademiekonzerte alla Liederhalle faceva quest’ anno da prologo al concerto finale del progetto BACHBEWEGT!, un’ iniziativa rivolta a coinvolgere i ragazzi delle scuole elementari che dopo una serie di incontri didattici sono chiamati a prender parte all’ esecuzione di un concerto bachiano per famiglie alla mattina della quarta domenica di Avvento. Dopo il balletto sul Weihnachtsoratorium coreografato da Friederike Rademann, quest’ anno i ragazzi hanno partecipato all’ esecuzione del Magnificat insieme ai complessi della Bachakademie. Una iniziativa lodevole che sottolinea il forte rilievo dato dalla nuova direzione artistica ai progetti educativi e divulgativi finalizzati a formare le future generazioni di ascoltatori, un tema che Rademann, come lui stesso ha sottolineato più volte durante gli incontri con la stampa locale, considera di fondamentale importanza per il futuro dell’ istituzione.
Foto ©Holger SchneiderPer quanto riguarda il programma del concerto vero e proprio, esso iniziava con la Cantata BWV 63 “Christen, ätzet diesen Tag”, composta da Bach a Weimar nel 1713 e poi riproposta dal compositore il 25 dicembre 1723 insieme alla prima versione del Magnificat per il suo primo Gottesdienst natalizio dopo la nomina a Thomaskantor come successore di Johann Kuhnau, scomparso l’ anno precedente. Di seguito abbiamo ascoltato la celebre Orchestersuite N° 3 in re maggiore BWV 1068, conosciuta soprattutto per l’ Air che segue l’ Ouverture ed è divenuta nel tempo una tra le composizioni bachiane più popolari. Nella seconda parte Rademann ha presentato il Magnificat BWV 243 in una versione che includeva anche tre dei quattro canti natalizi tedeschi inseriti fra i brani del testo latino nella prima stesura, quella appunto eseguita a Leipzig nel 1723.
Come ho già avuto occasione di scrivere più volte, Hans-Cristoph Rademann è uno degli interpreti bachiani più completi del nostro tempo. Il suo scrupoloso senso dello stile, la capacità di leggere e rendere nei minimi dettagli le caratteristiche di questa musica, la precisione analitica della sua concertazione sono caratteristiche tali da rendere le sue esecuzioni bachiane dei veri e propri modelli di riferimento. Anche in questa occasione il direttore sassone ci ha offerto uno splendido saggio di analisi musicale tradotta in esecuzioni ricche di equilibrio e respiro melodico espresso in fraseggi di una raffinatezza ed eleganza davvero affascinanti. I complessi della Bachakademie hanno reso al meglio le intenzioni del loro direttore con una prestazione impeccabile. Nel Bach Collegium Stuttgart spiccava in particolare la bellissima varietà di tinte morbide e luminose dei fiati, con trombe splendide per squillo e intonazione. La Gächinger Kantorei quando esegue la musica di Bach può dimostrare al meglio la precisione assoluta nell’ articolazione del testo e la compattezza di insieme che la rendono uno dei migliori complessi corali tedeschi specializzati nel repertorio sacro. Con questi presupposti l’ esecuzione, soprattutto quella del Magnificat, ha toccato livelli davvero elevati dal punto di vista della partecipazione espressiva. Di otttimo livello anche il quartetto dei solisti, composto da voci giovani. Il soprano Christina Landshamer, che conosco dai tempi dei suoi studi qui alla Musikhochschule e che ho più volte ascoltato nelle sue esibizioni a Stuttgart, è una cantante notevole dal punto di vista stilistico, arrivata a una bella maturità come fraseggiatrice e in possesso di una tecnica vocale molto ben rifinita. Il giovane mezzosoprano Katharina Magiera, da cinque anni Festmitglied dell’ Oper Frankfurt, ha esibito una voce di colore interessante e molto pulita nell’ emissione, con un legato fluido e omogeneo nei passaggi di registro. Interessante anche la vocalità del tenore Maximilian Schmitt, in possesso di uno strumento abbastanza sonoro e ben controllato, e notevole il trentaduenne basso croato Krešimir Stražanac, anche lui uscito dalla scuola di Dunja Vejzovic, che ha messo in mostra una bella pastosità di suono e un tono espressivo attento e sorvegliato. Successo vivissimo per questa serata prenatalizia. Il pubblico della Liederhalle ha come sempre seguito con una concentrazione assoluta una musica che i tedeschi hanno davvero nel loro patrimonio genetico. Per me è sempre motivo di grande impressione l’ osservare come il repertorio bachiano sia considerato qui in Germania un vero e proprio segno di identificazione culturale e come gli ascoltatori di tutte le età seguano con un’ attenzione incredibile le esecuzioni della musica del Kantor, soprattutto per quanto riguarda il repertorio sacro. Per tutti i motivi che ho fin qui esposto, attendiamo con impazienza il prossimo appuntamento bachiano con gli Akademiekonzerte nel febbraio 2016, quando Hans-Cristoph Rademann dirigerà la Johannes-Passion per la prima volta qui a Stuttgart