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Internet verso la rivoluzione

Creato il 11 gennaio 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

Internet verso la rivoluzione

Sta partendo in questi giorni un vero e proprio stravolgimento del web attuale. Ci vorrà qualche settimana prima di vedere effetti tangibili, ma la via è tracciata.

Dal 12 gennaio l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) darà inizio alla liberalizzazione dei domini. L’Icann è stata fondata nel 1998 per sgravare il governo statunitense dalla responsabilità esclusiva della stabilità operativa del web. L’associazione si è evoluta e ha acquisito un carattere sempre più pluralistico e globale. Tra le lobby che orbitano intorno alla corporazione ci sono governi, aziende, enti di registrazione, aziende, esperti di sicurezza e non profit.

Il CEO Rod Beckstrom ha recentemente dichiarato:

Icann è un’organizzazione internazionale. Ha sede in America ma rappresenta interessi globali. C’è una tensione con chi vorrebbe che fosse un organismo statunitense, ma non lo è.

Ovviamente non sono mancate le scintille con il Congresso, che tra l’altro osteggia con prepotenza il cambiamento approvato da Icann. Sono sostanzialmente due le direttrici nuove.

Ad oggi nel web esistono sedici possibili indirizzi alla destra del punto, oltre a quelli che si riferiscono a Paesi e territori. Dal 12 gennaio aziende, governi e comunità potranno presentare domanda per introdurre e gestire un dominio a propria scelta. Costerà circa 145.000 euro e una volta superati i rigidi controlli si avrà il proprio dominio personalizzato. 

La seconda novità sarà la fine dell’egemonia occidentale linguistica. Saranno introdotti indirizzi con caratteri non latini: cinesi, arabi, cirillici.

A questo proposito, Beckstrom ha spiegato:

Internet, come sappiamo, è stato sviluppato inizialmente negli Stati Uniti. Era americano al 100%, ora sta diventando 100% globale. Il nuovo piano facilita questa transizione, che è un bene per il mondo e per l’umanità.

È un paradosso che oggi su internet non ci sia un singolo dominio generico di primo livello scritto in caratteri cinesi o arabi. Grazie al nuovo programma, per la prima volta organizzazioni di Pechino, di Nuova Delhi o del Qatar potranno fare domanda per nomi di dominio nei propri alfabeti. Gli utenti di queste aree geografiche vogliono l’accesso a queste risorse, si rendono conto che è un loro diritto e non è giusto aspettare oltre.

Le critiche avanzate dal Congresso riguardano la proprietà intellettuale e la protezione dei marchi di fabbrica. È dietro l’angolo lo cybersquatting, l’appropriazione indebita del nome di dominio di marchio altrui a scopo criminale o di lucro. Per questo l’Interpol collaborerà con Icann.

Inoltre l’ONU e il Fondo Monetario Internazionale ha chiesto all’associazione di proteggere domini particolarmente sensibili come .un e .imf per evitare pericolosi travisamenti.

Fonte: Repubblica


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