Di solito quando senti tutti parlare bene di un film, ti crei alte aspettative che poi vengono inesorabilmente deluse. Altre volte vengono confermate, dipende. Se poi dietro la macchina da presa c’è uno come Christopher Nolan, del quale al momento mi è piaciuto praticamente tutto, la cosa inizia a farsi interessante. Si inizia a sentire l’odore del miglior film dell’anno, non per nulla questo Interstellar era già comparso a fine 2013 nella mia personale classifica dei film più attesi dell’anno. La realtà dei fatti, post-visione, è che Interstellar è sì un film bellissimo e degno di nota, ma di certo non il migliore dell’anno…peccato. Un film che girando su internet viene recensito in molti modi: capolavoro, bellissimo, bello, mah, stupido, fa cagare…a seconda di chi lo recensisce e di quello che ne ha tratto. Lungi da me dare del coglione a chi pensa che Interstellar sia una cagata, ovviamente, ognuno ha le sue opinioni, ma nella mia personale sfera di gradimento gli do un “bellissimo”, ecco il perché.
Rust Cohle…ah no, Cooper è un contadino in una Terra devastata dalla cosìdetta “Piaga”, una malattia che ha distrutto gran parte dei raccolti sul pianeta e che ha ridotto il genere umano alla fame. Tempeste di sabbia si alternano a nugoli di fumo nero degli incendi per fermare la piaga. Cooper però è anche un ingegnere ed ex pilota della Nasa e grazie ad alcuni segnali che non vi sto qui a spiegare riesce a trovare i resti di quest’ultima, che tutti credevano chiusa, ma che in realtà opera ancora. La Nasa ha trovato un wormhole – o ponte di Einstein-Rose per essere puntigliosi – su Saturno, grazie al quale ha spedito 12 navicelle in un nuovo sistema solare alla ricerca di una nuova Terra. Cooper viene reclutato per la missione decisiva: andare nella nuova galassia e capire quale pianeta la razza umana può colonizzare.

Il film viaggia costantemente sulla sottile linea che divide la bellezza dalla cagata, ondeggiando di tanto in tanto, con il rischio che al minimo errore uno si alzi in piedi e gridi alla rivoluzione contro Nolan. La pellicola però ne esce vittoriosa, nonostante un buco di trama grosso quanto lo stesso wormhole succitato. Ogni buon fanatico di fantascienza e viaggi nel tempo, che abbia visto Ritorno al Futuro o una qualche puntata di Doctor Who, riuscirebbe a smontare la sceneggiatura del film con un’unica parola: PARADOSSO! E qui non mi dilungo per non fare spoiler, poi per chi vuole ne parliamo nei commenti.
Non si può tralasciare, inoltre, il grande citazionismo fatto da Nolan in questo film. Nonostante il regista londinese abbia dichiarato apertamente di essersi ispirato solo al film Uomini Veri (che non so cosa sia), non si può non notare il parallelismo con altre pellicole: dalla claustrofobia di Gravity all’onirismo di 2001: Odisse nello Spazio, dalle teorie già espresse in Donnie Darko fino al parallelismo narattivo del suo Inception.
In definitiva: Interstellar è un film sognante, poetico e avventuroso, che esprimo appieno il pionierismo della razza umana. Complici anche le musiche sparate a cannone del solito Hans Zimmer, Interstellar è un film bellissimo, che ha rischiato di diventare cagata più spesso del previsto e che nonostante un buco di trama impareggiabile ci lascia qualcosa dentro e la voglia di dire che è una gran figata.