Non apprezzavo così tanto un film di Nolan dai tempi di The Prestige (che resta sempre il preferito perché avevo intuito un attimo prima di vederlo sullo schermo la montagna di cappelli dietro lo studio di Tesla). Anche in Interstellar la trama è un congegno perfetto dove tutto torna senza sbavature logiche o lasciando questioni in sospeso (il recupero di Brand sarà lo spunto per un eventuale sequel?).
Pur affascinandomi, il film mi lascia un po' perplessa sulla morale. Torna il tema cardine delle opere del regista, l'ambiguità morale creata dallo scontro tra bene e male: tutti i personaggi, in un modo o in un altro mentono, del resto il robot dice che non si può dire l'intera verità a una razza emotiva come quella umana. Ovviamente c'è chi mente a fin di bene e chi per mero interesse personale come il dottor Mann che non esita a sacrificare il destino dell'intera umanità per il proprio tornaconto personale inviando dati sbagliati sul pianeta che ha raggiunto. Tutti sbagliano in Interstellar e molti cercano di rimediare ai propri errori ma Nolan mi pare un autore più votato al pessimismo che alla favoletta new age dove “tutto l'universo obbedisce all'amore“ per dirla come Battiato per cui non è una razza superiore (i famigerati Elohim?) ad aprire il wormhole per salvare la razza umana ma è l'ammmore che crea una sorta di volontà collettiva che permette di piegare lo spazio tempo. In pratica l'amore sarebbe la quinta dimensione: non vedo l'ora di vedere la nuova stagione di The Bing Bang Theory e sentire le frecciate al film!
Come ultima discendente di una stirpe di agricoli ho anche patito il razzismo latente nei confronti di chi si occupa di agricoltura, considerati inferiori agli scienziati e Casey Affleck sfodera la sua espressione più ottusa rispetto alla geniale sorella Murphy o all'eroico padre (un McConaughey tornato gigione rispetto all'ottima interpretazione di True Detective).
Ho apprezzato invece molto la descrizione del futuro apocalittico del pianeta Terra che trovo molto realistico; inoltre Interstellar è il film che meglio spiega la teoria della relatività di Einstein con il diverso scorrere del tempo per i protagonisti per cui alla fine la figlia sarà molto più anziana del padre ultracentenario.
Nell'insieme si tratta di un'opera che sa coniugare gli aspetti più filosofici del genere fantascientifico con l'intrattenimento puro creando una trama che pur nella sua complessità di rimandi sa appassionare lo spettatore.