Col termine “intertestualità” Julia Kristeva introduce nel linguaggio critico una vera novità che non sta tanto nel termine in sé, ma nel nuovo modo di guardare e di concepire la letteratura. Siamo nel 1967 e l’ambiente è quello nouvelle critique.
Julia Kristeva porta avanti l’idea della metalinguistica di Bakhtin, dicendo che ogni testo è fatto di un mosaico dinamico di citazioni. I testi, così come interpretati dalla Kristeva, fanno parte di una semiotica della cultura che abbraccia tutte le manifestazioni culturali nei vari processi interattivi.