(di Alessandra Giorda) Miei cari lettori, in questo periodo come avete potuto vedere mi sto dividendo tra gli articoli scritti e le interviste video, ma pur sempre in Italia. Oggi, poichè la nostra testata è letta anche all’estero, sono “sbarcata” nel Paese più discusso degli ultimi dieci anni: la Cina. Ho intervistato una persona di eccelso rilievo, funzionario del Governo Cinese della Repubblica di Liaoing: Dott. Alberto Albino.
Ci tengo a ringraziarlo pubblicamente per la gentile concessione, poiché, come si può desumere dal suo incarico, le ore lavorative sono moltissime. Ingredienti tipici di chi, con cultura, si è fatto con le proprie forze, sono l’umiltà e la semplicità che al dott. Albino di certo non mancano. E’ con grande onore che Ve lo presento. Con Lui “parleremo” di economia cinese, capiremo meglio un popolo, oggi giorno spesso criticato dalla popolazione media europea, perchè visto come usurpatore del lavoro occidentale e causa, in parte, della grande crisi che sta toccando tutti noi. Per poter dare una corretta opinione è sempre bene capire a fondo e non soffermarsi alla superficialità. Cosa ci viene reso noto come informazione nel continente europeo della Cina e cosa si oscura o tralascia? Con l’ospite che ho intervistato, nato a Novara, italiano puro sangue, che vive a Chaoyang dal 1998, città sita nella province di Liaoing a 600km da Pechino, sveleremo la Cina meno conosciuta, dove forse noi occidentali abbiamo molto da imparare. La vera Cina. Dietro ad un Funzionario del Governo ed ad un Presidente Onorario di un’Azienda che opera in molti paesi nel mondo, si cela un uomo dolcissimo e capace di commuoversi per valori autentici. Scopriamolo insieme!
D: Qual è stato l’iter per arrivare a lavorare per il Governo Cinese?
R: Il primo mandato era unicamente per l’Egitto, poi il Paese delle piramidi e l’Italia, dal terzo in poi non ho più avuto limiti territoriali.
D: Quali studi ha fatto e come ha iniziato la carriera?
R: Ho conseguito la laurea in Economia e Commercio. Ho iniziato a lavorare come Area Manager per una Multinazionale operante nel settore delle interfodere, inizialmente per il Medio-Oriente e successivamente M.O.- Europa.
D: Quali sono le sue mansioni e di cosa si occupa ora nello specifico?
R: Sviluppo economico e promozione di joint- ventures in settori svariati.
D: Quante ore al giorno lavora?
R: Bella domanda! 15 ore, ma spesso anche di più.
D: Parliamo di economia cinese. Siete in notevole sviluppo, quali sono i Vostri obiettivi?
R: Confermare un’identità che fino a qualche anno fa non esisteva. Mi spiego meglio, fino alla fine del 2000 l’industria cinese era conosciuta nel mondo unicamente per i prezzi competitivi. Ora non è più così.Ha una propria tecnologia, quindi il made in China sta crescendo dal punto di vista dell’affidabilità ed inizia ad avere un ruolo leader.
D: Tra la massa, in Europa e soprattutto in Italia, i prodotti manifatturieri sono ancora visti con sdegno, mentre cresce l’interesse per il modus vivendi e pensandi della Cina. In notevole rialzo anche l’interesse per la cucina. Perchè?
R: La correggo, non è proprio così. Se parliamo di tecnologia fotovoltaica, per esempio, grandissime quantità di pannelli sono prodotte in Cina, sia per il mercato europeo che americano. Le aziende importatrici tendono, però, a non pubblicizzare questo fatto perchè diversamente non venderebbero ai prezzi che vendono! Questioni commerciali.
D: Questo non gioca a favore Vostro, danneggia la credibilità cinese?
R: Certo. Le faccio un esempio concreto. In Italia l’illuminazione stradale non avviene con i pannelli fotovoltaici, se non in alcuni comuni. Praticamente è inesistente. Qui in Cina anche i più piccoli paesini hanno questo tipo di illuminazione. Credo che la Cina possa insegnare tante cose a tanti Paesi. Ha anche da imparare dagli altri.
D: Dall’Europa, Italia compresa, c’è una forte migrazione da parte degli industriali verso l’Oriente per una questione economica. Quali sono i pro ed i contro?
R: Si ha ragione. Sono moltissime le aziende che approdano in Asia, ma non solo italiane i più agguerriti sono i tedeschi. I pro: capitali in entrata ed esportazioni. La Cina tende a non importare, ma a produrre in loco quello che manca la mercato interno.
I contro: concorrenza sfrenata tra le aziende leader cinesi, ma questa è una regola commerciale dove il più bravo emerge. Le aziende cinesi hanno un valore aggiunto minimo soprattutto nei settori più popolari. Un esempio è l’industria tessile anche se la Cina non è il leader mondiale in questo settore, poiché primeggia l’India che è più competitiva.
D: Perchè?
R: Manodopera! Il tenore di vita in Cina è in frenetica crescita. Vivere a Pechino o Shanghai costa come vivere in Italia, forse di più. Senza dubbio ci sono anche zone dove la popolazione vive con pochissimo.
D: Quanta povertà c’è ancora nel Paese?
R: Poca! Posso dirle che anche “i poveri stanno bene nella loro povertà”.
D: Stiamo parlando di poveri, ma quanto poveri?
R: Gente che vive con 70 euro al mese. Ogni contadino ha comunque il suo terreno (1 Mou 667 mt quadri) che gli viene dato in gestione dal Governo Centrale. Quindi il mangiare non manca alla famiglia. Se poi hanno anche galline, maiali ecc. il contadino può sostenere anche le spese universitarie del figlio. Chiaramente non vivono nell’oro, ma diciamo che sono autosufficienti.
D: Quanto spaventa la Cina il crescere dell’economia indiana?
R: Non spaventa, la Cina per natura ama solo osservare e poi agire di conseguenza. Certamente c’è molta attenzione, ma credo siano gli altri Paesi ad essere spaventati dalla Cina.
D: Dopo il Giappone siete la seconda economia orientale?
R: Vorrei non commentare questa domanda. Le mie parole sarebbero interpretate come “parole di parte”. Le espongo solo un fatto: fino a qualche anno fa la più grande banca al mondo era quella americana, ora è una cinese ICBC (Industrial Commercial Bank China).
D: Al di là del suo lavoro, mi sembra di capire che Lei ama moltissimo questa Nazione. Che cosa porta nel cuore, della Cina?
R: I loro sorrisi e l’allegria. Pensi che alle 6 del mattino i dipendenti di alcune grandi industrie si preparano al lavoro ballando, si si ha capito bene! Ballano al ritmo di musica. Impensabile in Italia.
D: Se dovesse andare a lavorare in un altro Paese, dove vorrebbe andare?
R: Non ho intenzione di lasciare la Cina, mi trovo molto bene. Tuttavia abbiamo interessi in molti Paesi nel mondo e la mia scelta verterebbe per un Paese asiatico. Forse la Cambogia.
D: Cosa l’attira della Nazione appena citata?
R: Tante cose
D: Una in assoluto?
R: La storia. Hanno subito molto durante la guerra con gli americani. Vorrei poter fare qualcosa di utile per loro, soprattutto per i bambini senza famiglia.
D: Lei si occupa di opere umanitarie?R: Si! La nostra azienda ha recentemente chiesto autorizzazione la Governo di Chaoyang e Kazuo per l’affidamento di una decina di bambini per poterli crescere ed istruirli con criteri occidentali. A Chaoyang, una delle nostre società ha anche un ristorante oltre ad una fabbrica di produzione di prodotti alimentari, quindi il mangiare non mancherebbe di sicuro. Con l’aiuto di amici italiani metteremo a disposizione ciò che serve.
D: Come si chiama la Vostra Azienda?
R: TDS. Opera in molti settori, dall’agricoltura ,all’industria ed alle costruzioni.
D: Chi è a capo della TDS?
R: E’ una società fiduciaria ed io sono il Presidente Onorario, ma non voglio fare pubblicità.
D: E’ solo completezza d’informazione e fa parte di Lei. Dove opera TDS e dova ha sede?
R: Opera in 18 Paesi nel mondo e fino al 2010 la sede centrale era ad Hong Kong. Ora abbiamo raggruppato tutte le attività a Chayong . Siamo tornati a casa.
D: Quali sono i suoi interessi nel privato, chi è Alberto Albino fuori del lavoro?
R: Relax totale, spiaggia, mare, nuoto e qualche buon ristorante. E’ una persona qualunque che tra tante cose se ne rimprovera una in particolare: non aver potuto dare ai miei figli quello che ho avuto dai miei genitori. Peccato!
D: Cosa le hanno dato i suoi genitori?
R: Tempo, amore, spensieratezza. Cose belle dell’infanzia, ricordi meravigliosi.
D: E’ sposato? Sua moglie è italiana o cinese?
R: Sono separato con due figli. La mia ex moglie è italiana (20 anni tra convivenza e matrimonio) e vive con i nostri figli in Italia. Li vedo pochissimo e soffro molto per questo.