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Intervista a Chiara Santoianni, autrice de "Il diario di Lara"

Creato il 03 gennaio 2010 da Bradipina

Chiara Santoianni è una giornalista e una docente che ha scritto numerosi saggi, cura il sito Chiara's Angels e ha da poco pubblicato con ARPANet il suo primo romanzo chick lit intitolato Il diario di Lara. Ecco qui di seguito cosa mi ha raccontantato a proposito del suo libro e non solo...
- Quanto c'è di Chiara nel personaggio di Lara?
In Lara, di me c’è tutto... e niente! Ogni autore mette senz'altro una parte di sé nei suoi personaggi e nelle storie che scrive e anch'io mi sono ispirata, per le avventure di Lara, a episodi che mi sono realmente accaduti. Tuttavia, la mia protagonista è molto diversa da me: più giovane, è sempre a caccia dell'uomo giusto (che io, per fortuna, ho già trovato!) e veste in maniera più provocante, anche se in tutti i suoi tentativi di seduzione non perde la sua ingenuità. Sebbene io sia molto più disincantata di Lara, in lei c'è di me il credere ancora che la vita può riservarci qualche sorpresa, e – con il nostro impegno – realizzare i nostri sogni.
- Tu sei autrice di saggi, come mai per il tuo primo romanzo hai scelto il genere chick-lit?
In un certo senso, è stato il genere chick lit che ha scelto me! In realtà, non pensavo di scrivere un romanzo fin quando non mi si è presentata l'occasione del concorso ChickCult (www.chickcult.it) di ARPANet: con questo obiettivo, mi sono decisa a mettere nero su bianco un personaggio femminile che coltivavo già da tempo dentro di me: una ragazza dei nostri giorni, un po' pasticciona e surreale, che affronta tutti gli imprevisti con una forte dose di autoironia. A pensarci bene, credo che non potrei scrivere altro che chick lit, o perlomeno letteratura umoristica: se scrivo narrativa, è per mettere in luce gli aspetti divertenti e assurdi della vita.
- Lara è praticamente ossessionata da Cosmopolitan, ma non sempre i consigli che legge sulla sua rivista preferita danno buoni frutti. Cosa pensi delle riviste femminili?
Sì, “Cosmo” è in un certo senso la migliore amica di Lara, il suo rifugio, l'universo con cui confrontarsi. Questo non significa che i Cosmoconsigli la portino sempre al successo! Per la verità, non sono mai stata molto attratta dalle riviste femminili, almeno fino a una certa età, quando sono diventata assidua lettrice proprio di Cosmopolitan, che comunque mi capitava di leggere già dalla fine degli anni ’70 ed è tuttora l'unica rivista femminile che ogni tanto compro. Credo che bisogna fare una distinzione: alcune riviste, Cosmo in primis, sono senz'altro ricche di spunti e di consigli utilissimi, a volte fondamentali; altre servono solo a passare il tempo dal parrucchiere...
- Tutte le donne possono identificarsi facilmente nel personaggio di Lara: ama lo shopping, è fissata con la dieta, adora stare con le amiche e spera di realizzarsi nel lavoro. Ma quanto è difficile essere donna in un mondo in cui le cose sono facili solo se sei bella e sfacciata (come Ginger) e il merito viene messo sempre in secondo piano?
Anche nella mia vita c'è stata una Ginger e ho potuto constatare con i miei occhi che, per quel tipo di donna, tutte le porte si aprono magicamente. Ma sono anche pronte a richiudersi con altrettanta facilità, se dietro un bel viso, un bel corpo e una disponibilità spesso solo apparente (agli uomini piace sognare) non c'è anche l'impegno e il cervello. Lara non è perfetta, ma ce la fa, sia pure con molta più fatica di altri. Il mio è quindi un messaggio di speranza per tutte le Lara di questo mondo, che a lungo andare avranno sempre la meglio sulle Ginger, purché credano in se stesse. Quel che è difficile, oggi, non è soltanto affrontare la rivalità femminile, ma essere donne in un mondo che è ancora degli uomini.
- Ne Il diario di Lara gli uomini, invece, non fanno una bella figura. Il fidanzato Oscar perde la testa per una francese, il capo agevola la sua amante...
Esatto. Tutte le figure maschili del libro sono decisamente negative, poiché riflettono i peggiori aspetti del mondo degli uomini, quelli con cui noi donne ci confrontiamo quotidianamente ma che spesso non riusciamo ad ammettere. Credo che non riuscirò mai ad avere una visione totalmente positiva dell'universo maschile, ma prometto che nel sequel cercherò di essere meno impietosa!
- Una caratteristica del tuo libro è che ci sono molti viaggi: Parigi, Londra, una crociera nel Nord Europa. Immagino che siano posti che hai visto davvero. Cosa rappresenta il viaggio per te?
A Parigi e Londra sono stata più volte, la crociera sui fiordi norvegesi resta ancora un sogno! Ho avuto la fortuna di poter viaggiare ovunque fin da piccola e ciò mi ha aperto molto la mente, facendomi conoscere altre realtà. Oggi sono costretta a viaggiare di meno e sento davvero la mancanza di orizzonti più spaziosi: per me il viaggio è soprattutto conoscenza e arricchimento, ma anche grandi spazi naturali incontaminati. Nel prossimo romanzo, Lara viaggerà ancora...
- Lara ha anche avuto qualche esperienza da supplente e ha una pessima opinione della scuola, tanto che cerca in tutti i modi di evitare di tornare a insegnare. Visto che tu sei anche una docente, cosa pensi della scuola oggi?
Anch'io, come Lara, ho una pessima opinione della scuola di oggi, mentre un bellissimo ricordo di quella di un tempo. Che, purtroppo, non tornerà più. Oggi gli alunni sono ingestibili, ma la colpa non è soltanto della modernità con le sue continue sollecitazioni: è facile attribuire la colpa alla playstation, quando chi dovrebbe coltivare i ragazzi a casa non è in grado o se ne disinteressa, e chi dovrebbe motivare i docenti li disincentiva, anzi li perseguita.
- Non anticipiamo il finale... ma ti chiedo una cosa: i soldi fanno la felicità?
Non credo che i soldi facciano tutta la felicità, ma ne possono fare almeno una parte. Possono servire a realizzare un grande sogno, ad esempio. E non sempre ce ne vogliono tantissimi. Se avessimo dei soldi, né io né la mia protagonista cambieremmo il nostro stile di vita; semplicemente, ci daremmo definitivamente alla scrittura!


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