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Intervista a Danila Comastri Montanari

Creato il 11 maggio 2010 da Sulromanzo

Intervista a Danila Comastri MontanariDi Morgan Palmas
Buongiorno, vorrei iniziare chiedendole a quale età si è avvicinata alla scrittura e se è stato o meno un caso fortuito.
Sui quarant’anni, prima non avevo mai scritto una sola riga, nemmeno un piccolissimo diario nell’adolescenza. Poi mi sono trovata in casa mentre mia figlia bambina giocava in cortile con i suoi amici, senza potermi allontanare troppo: quale occasione migliore per provare a fare la scrittrice? Un po’ di fortuna e via!
Ha un metodo rigido da rispettare o attende nel caos della vita un’ispirazione?
Sono la persona meno metodica del mondo: scrivo quando ne ho voglia e quando non ho altre cose interessanti da fare.
Di che cosa non può fare a meno mentre si accinge alla scrittura?
Delle sigarette, come in ogni altra occasione della vita.
Wilde si inchinò di fronte alla tomba di Keats a Roma, Marinetti desiderava “sputare” sull’altare dell’arte, qual è il suo rapporto con i grandi scrittori del passato? È cambiata nel tempo tale relazione?
Il mio rapporto è con i libri, più che con gli scrittori (anche se tra in mezzo a loro ho molti cari amici). I libri o mi piacciono o non mi piacciono e, se non mi piacciono, non vado avanti: però sono abbastanza tollerante, infatti in tutta la mia vita ho scaraventato un solo romanzo da una finestra che dava su un cortile disabitato, ma non chiedetemi quale. Poco mi riguarda invece chi ha scritto i libri e perché. Non mi importa che sia antico o moderno, maschio o femmina, nero o bianco, etero o gay, ateo o credente, di destra o di sinistra, famoso o sconosciuto; non mi importa di sapere quali premi gli siano stati attribuiti, quale sia la sua reputazione nel panorama letterario, come viva o che cosa pensi. È il libro a parlare per il suo autore. E spesso parla chiaro anche a distanza di secoli.
L’avvento delle nuove tecnologie ha mutato i vecchi schemi di confronto fra centro e periferia, nonostante ciò esistono ancora luoghi italiani dove la letteratura e gli scrittori si concentrano?
In grazie ai Numi oggi si concentrano su internet, e non soltanto gli italiani: che cosa può esserci di più bello che comunicare con chi si vuole, ovunque si trovi? Ci si confronta nello stesso modo a distanza di un isolato, oppure di un continente: perdonatemi quindi se non nutro soverchia nostalgia per le riunioni attorno al tavolinetto dell’osteriola…
Scrivere le ha migliorato o peggiorato il percorso di vita? In altre parole, crede che la letteratura le abbia fornito strumenti migliori per portare in atto i suoi desideri?
Senza dubbio! Innanzitutto mi ha permesso di ridurre il pendolarismo ai due metri che separano il mio letto dalla scrivania, poi mi ha dato l’opportunità di condividere il mio immaginario con decine di migliaia di lettori. Ambedue le cose mi rendono molto felice.


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