Buongiorno, vorrei anzitutto chiederle qual è stato il percorso professionale che l’ha portata a insegnare teoria e tecniche di scrittura.
È stato lo sbocco spontaneo di tre diversi percorsi che hanno fatto parte del mio viaggio di crescita. La scrittura professionale, che è il mio lavoro quotidiano in rete - inizialmente come web writer e ora come digital strategist; la scrittura narrativa nata, come passione personale e che mi ha portato alla pubblicazione di due libri; infine il terzo, decisamente il più significativo, il ruolo di educatore negli scout e in casa famiglia sempre in stretto contatto coi bimbi. Dall'insieme di queste tre esperienze e dalla opportunità di portare il gioco, espressivo e dinamico, all'interno dei classici percorsi formativi tipici della scrittura creativa, sono nati i laboratori di scrittura creativa per bambini e ragazzi che tengo nelle scuole, nelle librerie o anche e soprattutto su un bel prato verde.
Perché una persona potrebbe o dovrebbe imparare tali tecniche?
Sembra un paradosso, eppure nell'era digitale i giovani hanno l'opportunità di scrivere molto più che in passato, su un insieme di strumenti e canali diversi per caratteristiche (i classici temi in classe, i social network, i blog personali, i cellulari sempre connessi...). Sono tutte occasioni di comunicazione e condivisione, in cui con poche parole possiamo coinvolgere, stringere relazioni e crescere. Qui entrano in gioco le tecniche di scrittura creativa, come leva esplosiva per sviluppare fantasia e soprattutto capacità di espressione.
Quando mi confronto con insegnanti delle scuole primarie e secondarie, la difficoltà è solitamente quella di riuscire a trasferire su un foglio bianco o su uno schermo tutti quei contenuti, emozionali e informativi, che i ragazzi hanno nel cuore e che spesso si fermano alle soglie dello scrivere. Nella dimensione del gioco, vissuta a seconda dell'età e della naturale predisposizione, si può trovare con più facilità quella magia che lega le parole e fa nascere una storia.
Quanti suoi allievi sono riusciti poi a pubblicare una loro opera?
I miei allievi sono ancora molto giovani ma anche molto curiosi di cosa significhi pubblicare un libro, a metà strada tra il sogno del successo e la difficile sfida di scrivere un'opera completa e matura. Le mie personali soddisfazioni sono le pubblicazioni spontanee e casalinghe che spesso arrivano al termine dei laboratori e che i bimbi e i ragazzi scrivono oltre i compiti dati a casa per il semplice piacere di essere riusciti ad acciuffare un'idea.
Crede che per pubblicare con una grande casa editrice conti più il merito o la “conoscenza” di “qualcuno”? Quali percentuali fra le due?
È una dura sfida... quando a contare sono solo i numeri e le leggi del mercato, quando l'offerta insegue la domanda sperando che un giorno la domanda possa abolire l'offerta. Difficile dare una percentuale. Conoscere qualcuno aiuta a essere letti senz'altro, il merito per durare nel tempo deve per fortuna essere sempre indiscutibile... ma mai dire mai in tempi di editoria a pagamento e simili. Nella mia esperienza di scrittore posso consigliare di fare le cose passo passo, che come nella vita non esistono scorciatoie, che solo la passione paga e che non si scrive assolutamente per un guadagno, anzi.
Se crede nel merito, quali sono le sue azioni quotidiane per favorirlo?
Proponendo esercizi in cui si debba mettere in gioco, senza compromessi, faticando con pazienza ed entusiasmo per raggiungere un risultato. E farlo in gruppo, con lo stesso coraggio spudorato che deve avere lo scrittore quando da in mano al prossimo la propria opera. Solo in queste dinamiche collettive bimbi e ragazzi stessi possono scoprire il valore dei propri risultati e riconoscerlo (gli applausi spontanei che nascono per i compagni più bravi sono la felice conseguenza naturale). Come questo video esempio tratto da un mio laboratorio.
Che cosa pensa della scuole di scrittura creativa italiane se riflette in termini di qualità?
Ce n'è moltissime, spesso è business, poche volte è vera competenza. L'importante è saper distinguere guardando all'esperienza passata e ai veri risultati ottenuti.
Ritiene che blog come Sul Romanzo possano essere utili in tale senso e quali sono i rischi all’orizzonte per le proposte on line?
Certo, realtà virtuali come queste possono solo che portare una sana ventata di consapevolezza in un contesto di proposte online dove spesso il concetto di pubblicazione passa per il "mettere un qualcosa in rete" e dove nascono quindi facili entusiasmi e grandi delusioni chiuse nello schermo di casa.
Escluso lei, ci indichi qualche nome di insegnante di scrittura creativa in Italia che reputi professionale e originale.
Senz'altro Antonella Cilento, quel drago di Giulio Mozzi e assolutamente metterei nel novero chi si occupa di scrittura professionale ma spesso insegna anche creatività e consapevolezza dello scrivere, come Luisa Carrada.
Quale consiglio darebbe a una persona che sta decidendo come valutare la serietà di un corso di scrittura creativa?
Leggere attentamente la proposta, capire se corrisponde alle proprie esigenze, valutare la qualità del docente e del corso cercando sul web (il bello della trasparenza se si sa cercare bene ;)) opinioni ed esperienze. E magari mettendosi prima alla prova in rete con molti spunti gratuiti, come quelli che cerco di raccogliere quotidianamente sugli Appunti di scrittura creativa.