Magazine Cultura
Ciao Debora, benvenuta nel mio blog, aspettavo questa intervista da tempo! Raccontaci qualcosa di te.
Ciao Linda, grazie per l’invito. Per quanto odi le interviste, non ho saputo resisterti… Parti subito con una domanda difficile, qualcosa di me… beh, vediamo: sono una scrittrice, e questo già la dice lunga su di me, perché essere scrittori è più che altro uno stato d’animo. Malinconico per la maggior parte delle volte. Io combatto la mia malinconia con l’ironia. Ammiro i musicisti e gli attori, sembrano una categoria più allegra della nostra. A volte nell’osservare i video di qualche cantante mi scappa un “Dio, guarda quanto si diverte”! Io sostanzialmente, mi sento sempre fuori posto e fuori tempo, solo scrivendo riesco a ristabilire un certo contrappeso con il mondo. Amo la compagnia quanto ho bisogno di solitudine, adoro tutto ciò che è bello (un bel viso, un sorriso, un cucciolo, un quadro ecc.), detesto l’ipocrisia e cucinare (non che non sia brava, solo non mi va di farlo). Mi piacciono i gatti più dei cani, i profumi, i bambini, le scarpe con i tacchi alti, il teatro più del cinema, gli artisti di strada, il blues e il cioccolato, Papa Francesco e gli specchi, le albe più dei tramonti, il mare d’inverno, l’opera, Matisse e Degas... Oggi, il mio colore preferito è il grigio, e da grande vorrei salvare il mondo.
Moglie e mamma, hai sperimentato diversi impieghi: da impiegata a commessa, da magazziniera ad agente di viaggio, da organizzatrice di congressi a bibliotecaria. Qual è stato l’input che ti ha spinto a prendere in mano carta e penna?
Oh, ma io scrivo da quando avevo 6 anni… E’ a pubblicare, che non avevo mai pensato!
Attualmente, intrattieni incontri culturali e organizzi appuntamenti creativi, in collaborazione con le scuole elementari della tua città. Dove trovi il tempo per scrivere?
Tra una riga e l’altra, direi…
‘Ho imparato ad accarezzare i sogni e a raccontarli.’. Questa definizione mi incuriosisce, approfondiamola.
Sai, ci sono quelle sensazioni che ti senti dentro. Non puoi afferrarle, perché sono impalpabili, sfuggenti, come i sogni migliori (quelli a occhi aperti), però, se ti concentri bene, ti accorgi che sono “sfiorabili” e se t’impegni un altro po’, trovi le parole più adatte per esprimere, raccontare ciò che stai accarezzando con la mente. E’ così che nascono i miei libri.
Nel 2009, pubblichi il tuo primo romanzo “Maledetto Libero Arbitrio”. Di cosa si tratta?
Bel romanzo, pessima esperienza editoriale. Narra di una ragazza in piena crisi esistenziale, che nel momento in cui arriva a credere che per lei nel mondo non ci sia più niente di buono, vive un’esperienza travolgente e sconvolgente che… Non credo di volerti dire altro. Penso di riprendere il romanzo a breve e di rieditarlo arricchito di nuove idee.
Nel 2011, vinci il concorso “Parole di carta” indetto da Butterfly Edizioni con il romanzo “L’imbroglio dell’anima”. Cosa ricordi di questa esperienza?
Positiva. Assolutamente. Argeta Brozi, Direttore Editoriale della Butterfly, mi chiama e mi dice di aver letto il mio primo romanzo (Maledetto Libero Arbitrio), e che le piace il mio stile. M’informa dell’esistenza di questo concorso “Parole di carta” e m’invita a partecipare. Avevo appena terminato la stesura de “L’imbroglio”, così ci ho provato. E ho vinto. Meraviglioso, no?
E, sempre con Butterfly Edizioni, pubblichi nel 2013 il tuo terzo romanzo “Un fiore d’ombra”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Come negli altri miei romanzi, il sovrannaturale si mescola alla quotidianità, rendendo l’impossibile addirittura credibile. Le emozioni sono sempre a tinte forti e in primo piano.
Com’è nata l’idea per questo romanzo e quali temi affronti al suo interno?
Questo romanzo è un indipendente, proprio come gli altri suoi “fratelli”. Quando ho iniziato a scrivere ero orientata verso altro, pensavo a una casa infestata. Invece la storia di Ameliè e della sua passione malsana, così come quella di Amina e del suo amore illecito, hanno preso il sopravvento. I temi dell’amore, della lotta tra bene e male sono centrali, affrontati in modo originale e sotto differenti punti di vista (libero arbitrio, passioni, tentazioni...)
Questo è già il secondo libro pubblicato con la Butterfly, consiglieresti questa casa editrice agli emergenti?
Sì, e l’ho già consigliata a molti.
Nei tuoi romanzi il tema del paranormale, degli angeli, dei demoni e delle streghe è ampiamente approfondito. Perché questa scelta?
Sono i misteri che nonostante la conoscenza e la scienza sono rimasti tali, a stimolare la mia fantasia. Mi documento il più possibile sul generis, leggo parecchio sulle credenze popolari, le leggende... passo poi agli scritti storici, trattati scientifici che cercano di provare l’esistenza della vita oltre la morte, di varie forme di spiritismo, religione e psicologia umana. Curiosità, credo…
Hai qualche altro progetto in cantiere di cui vuoi metterci a parte?
Se vuoi sapere se ancora sto scrivendo, sì, è così. Sto lavorando al mio quarto romanzo. Questa volta è la magia voodoo a impregnare l’atmosfera…
E’ stato un piacere immenso poter chiacchierare con te, ti faccio un grossissimo ‘in bocca al lupo’ per tutto! Sei una persona meravigliosa e una talentuosa scrittrice, lo posso ben dire, da lettrice e da amica che finalmente ha potuto stringerti la mano!
Crepi! E grazie per la tua gioiosa ospitalità.
Per seguire Debora DEBORA DE LORENZI WRITER
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