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Intervista a Debora De Lorenzi

Creato il 27 marzo 2015 da Soleeluna
  • Ciao Debora, è un piacere ospitarti ancora una volta nel nostro blog. Vuoi raccontare qualcosa di te ai lettori che ancora non ti conoscono?

1560460_886953074648897_1661587754163391740_nCiao Laura, ti ringrazio per avermi offerto questa opportunità. Raccontare qualcosa di me… In realtà non c’è molto da dire: sono donna, madre, moglie, autrice il tutto racchiuso in un unico corpo e spesso sgomitiamo tra di noi. In fatto di memoria non sono messa bene, dimentico i nomi, i visi e spesso, il cibo sui fornelli… ma in compenso ho un’immaginazione selvaggia un’ironia spietata e molta tenacia. Credo nell’amore, nella forza della preghiera e nel dolore. Mi godo i rari momenti di felicità, ma è dal dolore che ho imparato di più e che mi ha resa quella che sono. E la scrittura è la mia salvezza. Penso che il modo migliore per conoscermi sia attraverso i miei libri. In ognuno c’è una netta traccia di me.

  • Ho letto tutti e tre i tuoi romanzi. “L’imbroglio dell’anima”, “Un fiore d’ombra” e “Il libro della vita” ed ero curiosa di chiederti se puoi tracciare un filo che unisce tutti e tre i romanzi. Cosa li accomuna? Cosa invece li rende diversi uno dall’altro?

Il filo che unisce ognuno dei miei romanzi, sono io. Che li accomuna? Credo l’interiorizzazione, la lotta quotidiana per resistere all’attrazione del male, la fantasia, la magia, l’amore. Le storie, seppure mantengano uno sfondo magico, sono tutte completamente diverse: dall’ambientazione ai personaggi, alla trama. L’imbroglio dell’anima è ambientato in Irlanda e prende spunto dai Celti per poi dipanarsi in una sorta di genealogia di streghe (Le Mcdonnell) che dall’antichità arriva fino ai giorni nostri. Un fiore d’ombra trae ispirazione dalla Bibbia, più precisamente dalla caduta di Lucifero e come ambientazione: Parigi, gotica e misteriosa dove si accende la fiamma di un amore proibito. Il libro della vita si colloca a Glen Witch, paese di fantasia, ma non troppo lontano da New Orleans da poter essere sfuggito alla sua influenza. Anche qui, abbiamo arti magiche, più precisamente Voodoo, misteri da dipanare e amore, tantissimo…

In verità ci sarebbe un quarto romanzo: “Maledetto libero arbitrio”, che al momento non è più edito. Una bella storia romantica cui sono particolarmente affezionata. Spero di potervela riproporre a breve, sempre in due formati, Kindle e Cartaceo. Posso anticiparvi che la superlativa illustratrice Chiara Boz ha già realizzato una splendida copertina. Non manca molto…

  • “Il libro della vita” ha seguito un percorso editoriale diverso da quello cui eravamo abituati. Vuoi spiegarci il motivo della tua scelta? Quali sono i pro e i contro dell’autopubblicazione?

In effetti sì, con “Il libro della vita” ho voluto tentare il self publishing attraverso la piattaforma di Amazon. Per ora

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non mi posso lamentare, il romanzo sta vendendo molto bene. Parlando solo del formato cartaceo sono molto vicina alle 600 copie vendute e, cosa straordinaria, questo risultato l’ho ottenuto in pochissimi mesi attraverso la promozione tramite Facebook. Gli svantaggi sono dovuti alle ore da dedicare proprio alla promozione che, una come me, detesta cordialmente. Ruba troppo tempo alla scrittura. Ma è necessaria per farsi conoscere… Ho dovuto bussare a parecchie porte. Per mia fortuna Sole e Luna Blog mi ha aperto!

  • Come sai, e come hanno letto i lettori nella recensione, il tuo ultimo romanzo mi è piaciuto davvero tanto. Parlaci di lui.

Sei stata davvero molto positiva nella valutazione, non posso che esserne felice. Dunque, direi che “Il libro della vita” non ha nulla di premeditato, come del resto ogni mio romanzo. Ho iniziato a scrivere di Faith, personaggio a dir poco singolare: ironico e spinoso e a descrivere il suo dolore per aver perso la sua ragione di vita, Asher. Poco dopo (terzo capitolo) ho scoperto che aveva una gemella, che era una strega molto potente, che apparteneva a Glen Witch, che doveva assolutamente farvi ritorno e che Asher… ma credo che basti, no? Aggiungo solo che c’è molto, molto altro da scoprire e che alla fine io stessa sono rimasta piacevolmente sorpresa dal risultato.

  • Ci presenti i protagonisti? E, dato che ci sei, puoi farci una carrellata, con una breve descrizione, anche dei personaggi dei precedenti romanzi?

I protagonisti… dunque Faith, di cui vi ho già parlato, è sostanzialmente una “stronza”, ma simpatica e a suo modo ha pure un fondo di bontà, ma proprio in fondo, ahahah. Stephanie, la sua gemella è dolcemente svampita, simpatica, buona ed è essenziale perché Faith non faccia troppi danni… Abbiamo la bella Glen, personaggio volutamente misterioso, in parte leggendario, di cui non posso proprio dirvi altro. Ci sono Jay e Ash i rispettivi amori sovrannaturali (di natura diversa tra loro) delle gemelle. E Katrin, l’unica amica di Faith, poi lo sceriffo, un simpaticone sboccato e stanco, ma molto coraggioso; il suo vice timido e timoroso e ancora il giovane Robert; l’ardimentoso Gabin, la pittoresca manbò, il becchino Basilère… e molti, molti altri che leggendo incontrerete e spero imparerete ad amare come ho fatto io. Ne L’imbroglio dell’anima i personaggi sono tantissimi, trattandosi di una genealogia di streghe che ha origini celtiche. Diciamo che le fondamentali sono Blein e Charlotte. Credo non si possa fare a meno di amarle, così come non si può reprimere un pizzico di antipatia per la bella Eilise. Eamon è in assoluto il mio personaggio maschile favorito, sempre in bilico tra bene e male: misterioso, tormentato, sensuale, sexy… insomma si è capito. Fascino in abbondanza anche per Damien, amante di Charlotte e per il misterioso, ombroso, silenzioso Manuel (il più amato dalle lettrici). Abbiamo anche un cattivo di tutto rispetto, Maedoc! Passiamo a un “Fiore d’ombra”. Qui i personaggi sono pochi, ma così incisivi che è difficile dimenticarli: la bella e stolta Ameliè, che s’innamora perdutamente di Sat. Di lui non voglio parlare, di lui è bene leggere… Il buon vecchio Thòmas, che si occupa della piccola Amina con indicibile amore. Amina, la protagonista è un’anima passionale e appassionata, talvolta buona e talaltra invece…no. E’ innamorata di un angelo, ma non di un angelo qualunque, lei ama Azralèl, l’unico che non potrà mai avere, perché è stato generato proprio per distruggere lei. E abbiamo Mebahiah e Maximillian e Gentian, e ancora la bellissima Cèline… ma proprio vanno scoperti in lettura, dicendovi qualcosa di loro potrei rovinarvi alcune sorprese…

  • Quale storia ti è rimasta più nel cuore? Quale più difficile da scrivere?

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Sicuramente “Un fiore d’ombra”. Era l’unico romanzo per cui mi ero prefissa una trama che ovviamente non ho seguito. La storia ha preso tutta un’altra direzione, ma non posso negare che alla fine mi sia piaciuto comunque. Con questo libro ho notato una netta spaccatura tra i miei lettori: o totalmente a favore, o dei netti, “no”. Io amo Amélie, sento il suo tormento appassionato per il bell’Azrael come fosse mio e adoro Gentian e Mebahiah. Difficile da descrivere? Direi tutti, perché al di là della trama, mai semplice, ci sono così tante chiavi di lettura che… insomma grazie a Dio, non sta a me recensirli. Ahahah!

  • Perché i lettori dovrebbero scegliere di leggere i tuoi romanzi?

Bella domanda, perché? Perché sono diversi da qualsiasi altro fantasy ci sia in commercio? Perché sono misteriosi e appassionanti? Perché sono scritti piuttosto bene e i costi sono relativamente bassi? Non so… ognuno ha gusti diversi.

  • Se potessi incontrare il tuo scrittore preferito, chi sarebbe? Quale consiglio vorresti chiedergli e come lo convinceresti a comprare il tuo romanzo?

Mi piacerebbe incontrare Sepùlveda e Isabel Allende, mi entrano sotto pelle come se li conoscessi da sempre. Quando leggo qualcosa di loro produzione ho la sensazione di averli seduti al mio fianco e che mi stiano raccontando… Nessun altro mi sa dare questa meravigliosa percezione. Di certo parlerei con loro cercando di comprenderli meglio come artisti, come persone e poi discorrerei, credo, dei personaggi che più ho amato nei loro romanzi. Non mi sognerei nemmeno di nominare i miei.

  • Se i tuoi romanzi fossero canzoni, quali sarebbero?

Uh, che bella questa domanda… mi butto! L’imbroglio dell’anima potrebbe essere “Supermassive black hole” dei Muse. Per quanto riguarda “Un fiore d’ombra” scelgo “Bring me to life” degli Evanescence. Per “Il libro della vita” abbinerei un misto di Blues e Linkin Park.

  • Progetti futuri? Quali sorprese ci riserverà Debora De Lorenzi scrittrice?

Il futuro è un’incognita, anche per una strega come me! Spero di potervi proporre al più presto “Maledetto libero arbitrio” nella sua nuova veste, ma… con me non si sa mai. Sto anche scrivendo una quinta storia, ma ancora non so bene dove andrà a parare. Seguitemi, e saprete.

Grazie di questa chiacchierata, Debora!

Laura, ti ringrazio tanto per avermi dedicato il tuo prezioso tempo e nella speranza di poter leggere presto qualcosa di tuo, ti abbraccio. A presto, spero!

Intervista a cura di Laura Bellini e Dylan Berro


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