Magazine Cultura
Nel 2006 pubblica senza contributo il thriller, Il verde e l’acciaio, edito da Statale 11 editrice.
Nel 2009 pubblica gratuitamente un ebook dal titolo 'Un dono dal cielo' che in precedenza era stato una fanfiction. Attualmente ha raggiunto oltre 8000 visualizzazioni.
Nel 2011 abbandona la scrittura per motivi personali.
Nel 2013 ritorna in pista con umiltà e sotto pseudonimo, con il chick-lit 'Sognando una stella' edito youcanprint.
Benvenuta Ellah! Per cominciare ti va di presentarti ai nostri lettori?
Ciao Miriam e grazie mille per avermi invitato nel tuo blog e anche per la bella recensione al mio romanzo.
Mi chiamo Emanuela C. Drago, sono un'autrice emergente, ho pubblicato alcuni racconti in diverse antologie e un romanzo thriller nel 2006 senza contributo. Mi definisco una bookaholic, le librerie per me sono come il mantello rosso per i tori: irresistibili. Sono laureata in lingue e insegno inglese privatamente da molti anni. Sono una gattara, curo una colonia felina e ho tre bellissimi mici in casa. Pur amando tutti gli animali, ho una predilezione per i felini, anche quelli selvatici.
Quando e perché hai cominciato a scrivere?
Si perde nella notte dei tempi (nel mio caso dovrei dire il paleozoico data la mia veneranda età ), quando ho capito che potevo utilizzare la penna per esprimere ciò che di più intimo provavo nell'animo. Un racconto horror a nove anni e poi tantissime poesie, infine molti diari, che conservo tuttora gelosamente. Mentre studiavo per la tesi d'università, a ventisei anni, scrissi il mio primo romanzo, una storia a sfondo rosa che celebrava l'incontro e l’amore da fiaba con il mio attuale marito, molto ironica e divertente. Anni dopo, pur vergognandomi, lo feci leggere a un'amica pensando lo stroncasse e invece mi esortò a continuare. Colpa o merito suo non lo so, ma da allora scrivo e sono strascorsi quindici lunghi anni, pur con parecchie pause. Come si può evincere, scrivere è la mia luce, non mi nascondo dietro le belle parole, ma regalo un po’ di me sperando di emozionare chi mi legge, se ci riesco anche con una sola persona allora non vi è regalo più bello. Ci vuole poco per rendermi felice in fin dei conti.
Perché hai deciso di firmare i tuoi romanzi con uno pseudonimo e come hai scelto il tuo?
Trattandosi di un romanzo frizzante e ironico volevo in un certo senso dargli anche un aspetto internazionale (un po’ mi fa ridere, ma è la verità). Ellah K.Drake non è altri che la traduzione in inglese del mio vero nome, Emanuela C. Drago. Il K. è un’idea di una mia cara amica, Simona, che mi disse: mettici la K. come la Rowling e ti porterà fortuna, ho seguito il suo consiglio, chi sono io per voltare le spalle a una probabile fortuna?
Come nasce la tua passione per il chick lit?
Ironizzare nella vita a mio parere è un'arma potente contro ogni tipo di tristezza, ed è anche indice di estrema intelligenza, non di stupidità o banalità. Ho letto centinaia di romanzi chick-lit, alcuni li trovavo un po’ troppo leggeri e senza storie di spessore, altri invece molto profondi pur divertenti. Inutile dirti che ridere fa bene alla salute e non fa ingrassare.
E Sognando una stella? Com’è nata l’idea?
Io scrivo di getto, ogni mio romanzo nasce così. Nessuna scaletta, nessun appunto. É una specie di flash, l'idea mi viene in mente all'istante e poi, non appena comincio a scrivere, la storia si dipana da sola, quasi autoscrivendosi. Volevo cimentarmi in un romanzo chick-lit, perché ho pensato: cavoli, Manu, a parte tuo marito che non ride alle tue battute, perché non ci provi? Ci ho messo solo tre mesi per scriverlo, e mentre lo scrivevo ridevo da sola, e mi domandavo come mi uscissero certe idee, mi sono divertita davvero tanto. Ribadisco che mio marito ancora non ride alle mie battute. Tanto meno legge i miei romanzi.
Angelica − la protagonista femminile − è una donna intraprendente, vivace ma anche un po’ pasticciona. Sogna di diventare una scrittrice e fa anche la correttrice di bozze. Quanto di Ellah c’è in lei?
Abbiamo in comune solo l'ironia. Io sono molto peggio di lei. Ahimè, non sono la Kinsella italiana, ma non pongo limiti alla provvidenza. (occhiolino)
James − il protagonista maschile − è, invece un attore, famoso e incredibilmente sexy. Ti sei ispirata a qualche divo realmente esistente per caratterizzarlo o hai solo attinto dal mondo dei sogni?
Se ti dicessi che ho scritto questo romanzo in onore di un reale attore di nome James Mcavoy, mi esporrei al pubblico ludibrio. Ebbene sì, verità nuda e cruda. Io lo adoro, l'ho scritto immaginando che cosa potrebbe succedere se una ragazza normale conoscesse un attore come lui prima che diventi famoso e tra loro nascesse una storia d'amore. L'ho scritto pensando sempre a lui, immaginandolo come il mio James Mckinney, entrando nella sua testa e amandolo proprio come Angelica. Ok, non farò mai leggere questa intervista a mio marito.
L’autoironia è una delle caratteristiche principali della protagonista ma è anche un elemento che connota fortemente il tuo stile narrativo. E nella vita? Quanto è importante non prendersi troppo sul serio?
L'ho già detto, è molto importante. A volte la vita è dura e cercare di trarre insegnamento dal male che si subisce non è facile, ma personalmente bisognerebbe anche sforzarsi. Anch’io ho avuto momenti molto tristi, ma l’essere positiva e amare la vita mi ha davvero salvato. E allora perché non condividere un po’ di questa positività tramite un romanzo? Con le mie amiche cerco sempre di essere leggera nell'anima, che non vuol dire essere stupida, ma solo far scorgere agli altri la bellezza della vita. Essere positivi sempre e comunque, guardare il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto. Far sorridere è una medicina insostituibile.
Letteratura e cinema corrono quasi sullo stesso binario nel tuo romanzo. Le due realtà si avvicinano fino a “stringersi la mano”. Come vedresti una trasposizione cinematografica di Sognando una stella? Quali attori potrebbero interpretare i ruoli dei protagonisti?
Anche questo è un segreto, ma... Sogno che questo romanzo divenga un film. E sogno che a interpretarlo siano proprio coloro che ho immaginato mentre lo scrivevo: Anne Hathaway e James Mcavoy. Adesso però se ridete mi sa che non è buona cosa.
L’autopubblicazione, nel tuo caso, è stata una libera scelta. Ti va di parlarcene?
Sarò breve. Ho passato molti anni sbattendomi a destra e a manca con le case editrici. Fin dai miei esordi ho sempre rifiutato le classiche proposte a pagamento, all'epoca nessuno ci diceva, guarda che quell'editore è a pagamento, per carità, non pubblicare, perché non c'era internet, né tutti quei forum di consigli scrittevoli che esistono ora.
Praticamente, se volevi scrivere e pubblicare dovevi buttarti nel mare di squali e io mi sono sì gettata in questo mare, ma ho sempre evitato di farmi sbranare. Non sempre ci sono riuscita, purtroppo. Ho rifiutato proposte a pagamento pensando con la mia testa e capendo che non andavano bene. Ho avuto un agente ma anche con lui è stato un buco nell'acqua. Seguendo la strada battuta, mi sono sempre scontrata con persone poco serie, e parecchi rifiuti. Ecco, in questo frangente non riuscivo a essere ironica, la scrittura è il mio personale tallone d'Achille. A dire il vero, ho seguito la strada più giusta con umiltà e ho fatto valutare i miei romanzi, ben due per la precisione, proprio per migliorare me stessa. Pur cercando di migliorarli e rendendoli molto buoni, gli editori ahimè li hanno sempre rifiutati. Mi sono chiesta se allora non fosse colpa mia, della mia scrittura che non rendeva, deprimendomi e ho mollato tutto per frustrazione. Poi, mi sono resa conto che rischiare, seguendo il mio cuore e la mia passione, poteva essere un modo per uscire da un’impasse che mi aveva fortemente bloccata, e dopo anni di tentennamenti, indecisioni e parecchie revisioni (un centinaio, odio vedere i refusi, odio la brutta scrittura negli altri, figuriamoci nel mio romanzo) mi sono autopubblicata. Scelta ponderata e cosciente. La soddisfazione maggiore è che il romanzo sia piaciuto a estranei che non mi conoscono, anche se chi mi conosce sa benissimo che amo la sincerità e che se trova qualcosa di negativo deve assolutamente dirmelo. Una mia amica, presa alle strette, temendo di essere troppo entusiasta del mio romanzo, cosa che in effetti era, ha trovato il pelo nell'uovo per farmi felice: ebbene ho sbagliato a scrivere Shreck (con la c o senza c?), che figure!
Una parte del ricavato delle vendite di Sognando una stella andrà a sostegno di una colonia felina che hai adottato insieme a tuo marito? Ci dici qualcosa di più in proposito?
Sono dieci anni che con mio marito curo una colonia di felini randagi. Ne ho viste di tutti i colori, ne abbiamo subite altrettante, a volte mi abbattevo perché non riuscivo ad aiutarli come avrei voluto. In fin dei conti l’ignoranza in alcune persone è un ostacolo difficile da superare, ma l’informazione è fondamentale. Chi ama gli animali sa che cosa vuol dire sfamare, curare e cercare di dare una buona vita a felini sfortunati. Quindi, sì, volevo sensibilizzare i lettori su un tema che mi sta a cuore, che condivido con molte altre persone che vivono la stessa cosa e hanno anche loro problemi di ogni sorta. Con ciò che ho preso dai romanzi venduti finora, sono riuscita a sfamarli un po’. Non è molto, ma per i miei mici lo è. Solo chi ama gli animali può capire quanto amore sanno regalare. Chi compra il mio romanzo sa che farà del bene ad animali che hanno bisogno, e le mie non sono parole vuote.
Leggo nel tuo blog che, tra le altre cose, sei appassionata di spiritualità ed esoterismo. Com’è nata questa passione? Ci sono correnti o scuole di pensiero con le quali ti senti particolarmente in sintonia?
Tanti anni fa facevo collezione di riviste di astrologia. M’interessava molto conoscere i meccanismi del tema natale perciò comprai parecchi libri e iniziai a studiare astrologia seriamente, ci misi due anni per capire come funzionasse. M’interessai anche ad altre tematiche come l’astrologia karmica, la cabala ebraica, la reincarnazione, i sogni, psicologia esoterica… Non sono mai rimasta in superficie bensì ho sempre approfondito le tematiche leggendo gli insegnamenti esoterici. Ho anche studiato tutto ciò che concerne la figura non ufficiale di Gesù, e quella di Maria Maddalena, la geometria sacra, i vangeli apocrifi e quelli gnostici, nei miei ricordi un viaggio quasi mistico a Gerusalemme.
Approdai ai pensieri prettamente spirituali dei grandi maestri di saggezza e scoprii due autori meravigliosi francesi, Daniel Meruois e Anne Givaudan che mi hanno arricchito moltissimo interiormente con i loro stupendi saggi. Scoprii anche che alcuni grandi scrittori del passato erano fortemente interessati allo spiritismo, come Sir Arthur Conan Doyle e H.G.Wells. Ho parecchi scritti di Conan Doyle a riguardo.
Ora come ora considero la tecnica/filosofia del Transurfing di Vadim Zeland la forma più potente di liberazione dai vincoli imposti dalla società, anche se ci vuole tempo prima di comprendere e seguirne i principi.
Qual è il tuo rapporto con la lettura? Ci sono degli autori a cui ti ispiri o che ami particolarmente?
Leggo moltissimo, ma vado a periodi. In alcuni m'immergo nei saggi impegnativi, in altri prediligo romanzi per straviarmi. L’ispirazione mi capitò solo una volta, quando scrissi il mio unico thriller a sfondo esoterico (pensavo fosse una genialata, poi è arrivato Dan Brown e mi sono sgonfiata come un palloncino, ha avuto la mia stessa idea, ma io non ho fatto i miliardi, li ha fatti lui, che ingiustizia). Adoravo lo stile asciutto del compianto Sidney Sheldon, del quale lessi tutti i suoi romanzi, volevo emularlo, anche se non credo d’esserci riuscita. Altra autrice meravigliosa è Marion Zimmer Bradley, ho letto tutta la sua produzione, dal ciclo di Avalon a quello di Darkover, al soprannaturale con Verity Jourdemain. Aveva qualcosa in più, una Conoscenza misterica ed esoterica che difficilmente ho trovato in altri autori e che riconoscevo nei suoi romanzi. Tengo tutti i suoi romanzi come reliquie, i migliori per me sono la Torcia, Le nebbie di Avalon, Le luci di Atlantide e Cuore di Luce. Ho anche una vecchia copia del 1974 de La signora delle Tempeste in inglese, trovata per caso alla Shakespeare and company a Parigi. Invece, l’unica volta nella quale avrei voluto scrivere il romanzo di un altro è stato quando lessi IO PRIMA DI TE della Moyes. Assolutamente superlativo, pur con qualche difetto stilistico.
Sognando una stella è un romanzo autoconclusivo ma nelle note finali anticipi che potrebbe avere un seguito. Puoi anticiparci qualcosa a riguardo?
Ce ne sono altri due, dove la reale Angela Moll prenderà finalmente il posto della Angie di Sognando una Stella. Il secondo è già scritto, il terzo è work in progress... Il secondo è ancora più chick-lit del primo, è davvero spassoso. Se chi ha letto il primo pensa che tra Angie e James le cose vadano a buon fine, avrà moltissime sorprese. Ci saranno anche delle new entry molto intriganti che daranno del filo da torcere alla nostra protagonista.
Rimanendo in tema di astri… si avvicina la notte delle stelle cadenti, allora ti propongo un giochino. Immagina che sia già agosto e che una stella stia cadendo proprio in questo momento. Affidale un desiderio (io farò il tifo per te affinché si realizzi).
Ah, mi prendi in contropiede, Miriam. Vorrei risponderti in maniera molto spirituale, ma sai che ti dico? Vorrei che James, il vero James Mcavoy leggesse il mio romanzo e che fosse così entusiasta che al primo regista che incontra, che ne so, lo stesso di Becoming Jane, gli parlasse di Sognando una Stella per farne un film. E con questo, penso di essermi scavata la fossa da sola.
Ti ringrazio molto, Miriam, per avermi permesso di parlare un po’ di me, delle mie passioni, dei miei mici e del mio romanzo, spero di non essere stata troppo noiosa.
E per saperne di più...Leggi la mia recensione di Sognando una stella Visita il blog dell'autrice
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