Un inizio da vip televisivo e poi la svolta: Francesco Facchinetti si propone oggi come protagonista dell’high tech italiano.
Abbiamo intervistato, incuriositi dalle tante parole spese da giornali e riviste specializzati sullo smartphone StoneX One, il testimonial del progetto e partner del progetto, famoso per un passato da dj, la conduzione di alcuni spettacoli televisivi ed una relazione con la showgirl Alessia Marcuzzi. Lui è Francesco Facchinetti, figli d’arte del chitarrista dei Pooh, e senz’altro personaggio entusiasta, trascinante e positivo.
Francesco Facchinetti © Photo Ed Kavishe/fashionwirepress.com
Francesco, come ti sei avvicinato al mondo della tecnologia?
Sono nato nel 1980 e rappresento come tutti i miei coetanei la “frontiera”: la generazione che ha visto più direttamente l’innovazione tecnologica invadere le nostre vite. Per questo, avendo usato dall’inizio quelle che adesso sembrano memorie di un passato lontano come l’Atari, il Commodore o l’Amiga, sono diventato un po’ fanatico di novità. In fondo, se oggi siamo di fronte a nativi digitali che fin da bambini sono a loro agio con tablet e smartphone, noi siamo stati i beta tester: quelli che hanno visto il futuro arrivare e non hanno dovuto “impararlo” per forza, come i nostri genitori.
Ma da una passione ad un lavoro, il passo non è tanto breve…
Soprattutto in ambiti così difficili è vero, ma ho incontrato una persona, Davide Erba, con cui mi sono confrontato. Oggi penso che il confronto sia qualcosa di molto sottovalutato: tutti corriamo per la nostra strada e non ci fermiamo mai a metterci veramente in discussione con qualcuno che ci troviamo di fronte. Beh, da questo incontro è nata l’operazione StoneX.
Di cosa si tratta?
StoneX doveva essere uno smartphone totalmente italiano ed altamente accessibile. Ogni azienda, grande o piccola, ha una sua “regola d’ingaggio”, che è un po’ la propria anima. Apple, per rimanere vicini, ha “Think Different” come regola d’ingaggio, ed è riuscita talmente tanto nell’intento di valorizzarla che oggi chi possiede un iPhone si sente veramente appartenente ad un mondo a sé. Nokia, al contrario, aveva “Connecting People” e, rallentando l’innovazione e rimanendo ferma alle origini ha perso sempre più posizioni di mercato, finendo come tutti sappiamo…
E StoneX?
Noi abbiamo scelto di impostare la nostra attività su questo motto: “Break the rules”. Ciò significa che se il mercato fa A, noi non facciamo B… piuttosto facciamo Z. Il più piccolo nostro competitor al nostro confronto è un gigante, è impossibile anche solo paragonarci agli altri in quanto a investimenti, fatturati, storia. Il mondo dell’alta tecnologia è molto complesso e gli attori coinvolti sono tutti colossi. Eppure ci stiamo concentrando sull’ottimizzazione di costi, spese e investimenti proprio al fine di riuscire ad esistere e comunicare quella che è la nostra filosofia.
E come la comunicate?
Lo scorso aprile abbiamo concluso tre mesi di storytelling. Noi ci raccontiamo, spieghiamo sui social quali sono i nostri prodotti, come nascono e perché. E se Samsung investe in pubblicità sui social intorno al milione di euro ogni mese, noi ci limitiamo ad una media di 4-500 euro al giorno. Tuttavia ad agosto, alla prima vendita dei nostri cellulari, abbiamo fatto sold-out in 24 ore, raggiungendo il milione di euro di fatturato in un giorno. Questo significa che c’è interesse attorno al nostro brand e che il pubblico è incuriosito ed apprezza il nostro tipo di innovazione.
dalla pagina www.facebook.com/StonexOne/
A questo proposito, che progetti futuri ci sono? Quali priorità?
A livello imprenditoriale vogliamo aumentare tutta la parte tecnologica e di ricerca e sviluppo interna. Non si tratta di capitali, ma di trovare persone competitive che si interfacciano direttamente con un mercato globale: il miglioramento deve essere continuo. Per quanto riguarda i prodotti, vogliamo la semplicità: un nuovo StoneX One e stiamo cercando di sviluppare un “entry level” da 99 euro e un medium level da 199. Tuttavia i margini sono decisamente risicati: non per niente la Samsun non ha prodotti che scendano sotto i 300 euro, e noi non vogliamo minimamente che la qualità risenta dei prezzi più competitivi.
Un filone che stiamo approfondendo è quello delle weareable action cam: è in fase di sviluppo un firm proprietario ed una App finalizzata all’ottimizzazione dello streaming, un settore in cui attualmente TomTom è leader assoluto, seguita da GoPro, ma che può lasciare spazio anche a nuovi attori.
Quindi sviluppate anche software, oltre che hardware?
Le due cose sono strettamente connesse. Ma se sugli smartphone stiamo con cautela e serietà muovendoci per identificare il punto di forza da consolidare maggiormente, non possiamo prescindere dal mondo App. Per esempio ne stiamo sviluppando una che per la StoneX Camera, ma anche per qualsiasi altro smartphone, ottimizza i sensori della macchina fotografica integrata.
E su quali App riponete maggiori speranze?
Sicuramente il futuro è l’instant messanging. Whatsapp è il punto di riferimento assoluto, per immediatezza e facilità di utilizzo, sul mercato. Da parte nostra, stiamo per lanciare la App “CIAO IM”, che ad una piattaforma simile a quella di Whatsapp aggiungerà diverse funzioni, in particolar modo la possibilità di inserire script (come in Telegram) per programmare invii posticipati o collegati a ricorrenze, per segnalare mail importanti. Insomma, un programma di messaggistica istantanea rafforzato da una vera e propria intelligenza artificiale.
Quando è previsto il lancio di CIAO IM?
Ora siamo in fase di master test, poi inizieremo il beta test con gli utenti. Per il pubblico speriamo di essere pronti entro la primavera. Continueremo poi a sviluppare a livello di programmazione altri progetti che ci sono cari, come CIAO NEWS, app con cui si potranno identificare interessi precisi e ricevere una sorta di “rassegna” quotidiana.
dalla pagina www.facebook.com/StonexOne/