Qual è il suo ruolo organizzativo all’interno del festival Libriamo?
Collaboro con l’associazione “Zoing!” che organizza Libriamo per conto dell’assessorato alla Cultura di Vicenza dal 2007. Per quell’edizione e per quella successiva il mio contributo è stato di natura informale, con un ruolo generico ma che proprio per questo mi ha consentito di capire nel suo complesso gli ingranaggi e i tempi di sviluppo di questa piccola ma laboriosa macchina organizzativa. Nel frattempo ho cercato in prima persona di dar corpo ad alcune idee con l’ intento di proporle in forma di evento al festival. Uno di questi progetti, gli Itinerari letterari, è stato accolto dal comitato organizzativo e dal 2009 è stato inserito ufficialmente nel programma di Libriamo. Da quell’esperienza, iniziativa che ha riscontrato un notevole successo presso il pubblico, sono diventata titolare del progetto, di cui mi occupo sia a livello dei contenuti sia sul piano pratico ed esecutivo. Gli Itinerari letterari sono delle passeggiate nel centro storico di Vicenza nei luoghi che hanno avuto un significato peculiare per la poetica e per la vita di alcuni scrittori. Sinora mi sono occupata di Goffredo Parise, di Giovanni Comisso e, per quest’anno, con la collaborazione delle Guide turistiche autorizzate di Vicenza, dedicherò l’itinerario ad Antonio Fogazzaro. Per ciascuna tappa del percorso vi sono delle brevi introduzioni di carattere letterario e artistico; aspetto caratterizzante e distintivo di questi itinerari sono le letture dal vivo eseguite da attori teatrali, che descrivono o trasfigurano i palazzi o i luoghi attraversati. Oltre agli Itinerari, ho comunque continuato a svolgere anche altre mansioni e il lavoro di squadra è fondamentale per Libriamo, spesso con gli altri colleghi lavoriamo assieme a più progetti: ad esempio con Marco Cavalli per organizzare le conferenze o con Roberta Lunardon per l’allestimento di mostre di carnet di viaggio. Per quanto riguarda il mio ruolo organizzativo in futuro, vorrei occuparmi di inventare nuovi progetti e di mettere a disposizione idee il più possibile originali per sviluppare il festival in direzioni inedite. Ad esempio quest’anno ho organizzato una piccola e alternativa sezione “off” di Libriamo con esposizione di editoria autoprodotta e indipendente, con l’intento di promuovere realtà più giovani e sotterranee, forse inaspettate ma davvero feconde in una città come Vicenza.
Nel caso dell’ideazione degli itinerari, quali sono le specificità di Vicenza?
Vicenza è una città che trattiene proprio nelle strutture architettoniche e nelle fisionomie urbanistiche la sua complessa e ambigua identità. Mi è difficile se non impossibile esprimere in poche parole efficaci quanto siano determinanti le specificità fisiche e metafisiche della città nell’elaborazione degli itinerari letterari. Credo però di essere abbastanza eloquente se dico che l’idea generatrice e propulsiva che ha fatto scaturire gli Itinerari è stata ispirata proprio dagli spazi di Vicenza, dalle sue prospettive, dal suo genius loci, in specifico dal modo in cui Goffredo Parise ne scrive. Ossia dalla percezione e dalla trasposizione un po’ dadaista e grottesca che lo scrittore vicentino propone nelle sue opere. In particolare ne “Il ragazzo morto e le comete” credo sappia cogliere e far conoscere il volto più autentico della città.
Possiamo ancora leggere in Fogazzaro, nella sua presenza evocativa in città, qualcosa che interpreti il presente?
Dall’esperienza fatta con gli itinerari letterari e in generale col festival di Libriamo, la letteratura portata in città in questa forma e fatta incontrare con la realtà quotidiana del pubblico, più che a farsi interprete del presente è estremamente utile per metterlo in discussione. La letteratura ci permette, a mio parere, di fuoriuscire e di liberarci dal contingente. E offre la possibilità di conoscere una dimensione di alterità, altre culture, altri tempi, per contrapporre un confronto critico al presente. Fogazzaro in questo senso ci consente di approfondire un periodo storico e letterario, nonché politico, ricco di contraddizioni quale era il contesto tra il Risorgimento e la belle époque. A quel tempo a Vicenza si costituivano dinamiche di potere, si aprivano dibattiti su questioni religiose e culturali che probabilmente sono alla radice della storia novecentesca della politica cittadina. Inoltre Fogazzaro apre uno spiraglio su una parte ancora oggi poco conosciuta di Vicenza: lo stile liberty di cui lo scrittore vicentino era un estimatore; in città ne sono presenti alcune architetture molto interessanti e spesso sottovalutate.
Aspettative e preoccupazioni per Libriamo 2011.
Quest’anno la preoccupazione maggiore per tutte le realtà culturali, associazioni e assessorati non solo di Vicenza, ma d’Italia credo, era comune: i tagli alla cultura a causa delle nuove leggi varate in merito dal Governo. All’inizio dell’anno, quando ci siamo riuniti per cominciare a elaborare il programma di questa edizione, abbiamo avuto timore di non riuscire a farcela, di non riuscire a realizzare il festival per i pochi fondi e le complicazioni emerse di conseguenza. Tuttavia alcune difficoltà sono state poi fronteggiate e abbiamo deciso di investire ancora più energie e impegno per ideare un programma che fosse particolarmente ricco per questa edizione. Spero che così si venga incontro alle esigenze di un pubblico variegato.
Lei è fresca di laurea in Lettere e già collabora con un importante festival letterario, entusiasmo, passione o casualità, e perché?
Quando avevo 15 anni ho iniziato ad appassionarmi alla scrittura, alla letteratura e alla filosofia. In quell’anno sono andata a Mantova e sono rimasta profondamente affascinata dal noto festival della letteratura: avrei desiderato all’epoca che ci potesse essere qualcosa di simile anche nella mia città. Non avrei mai immaginato di poter avere l’occasione non solo di partecipare ma anche di organizzare una rassegna similare. Ora, a pensarci, ancora mi si dipinge sul viso un’espressione tra l’incredulo e il soddisfatto. Il mio interesse per la letteratura si è concretizzato poi anche in un precipuo percorso di studi, ho studiato filologia moderna, critica e teoria della letteratura. La mia tesi di laurea, intitolata “Lo spazio e le comete: una lettura geocritica di Goffredo Parise”, verte su una teoria che è alla base del mio progetto degli Itinerari: la geocritica, una nuova branca che si interessa del rapporto tra luoghi e letteratura.
Come ho già detto ho iniziato a lavorare per Libriamo dal 2007, facendo “la gavetta”, essenzialmente come volontaria e gradualmente ho portato il mio contributo partendo da idee personali sino a sviluppare progetti in piena autonomia. Devo ringraziare infatti i miei colleghi che nonostante la mia giovane età mi hanno sostenuto e dato fiducia sin da subito. Con la formula del “ti sosteniamo, puoi realizzare tutto quello che hai in mente ma devi saperti accontentare e arrangiare” il festival mi ha dato una possibilità che reputo fondamentale come esperienza formativa oltre che lavorativa.
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