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Intervista a Giulio Mastromauro

Creato il 29 aprile 2011 da Verymuch


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Scritto da Giovanni Bonaccolta   

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VM palcOscenico ha incontrato Giulio Mastromauro, giovane regista pugliese, che nell'ultima edizione del Foggia Film Festival si è aggiudicato il premio nella sezione 'Short Films Born in Puglia' con "Amor Taciuto", un corto che lascia spazio alla riflessione su come il nostro libero arbitrio sia alla base del nostro destino. Poco più di dieci minuti per raccontare in modo fiabesco il matrimonio di Giulia e Mattia, un matrimonio che rappresenta il sogno e la speranza di tanti giovani ragazzi pugliesi. Una storia delicata, interpretata ottimamente da Pietro Manigrasso (Mattia), Emanuela Barilozzi (Giulia) ed Ernesto De Stefano (il giullare) e accompagnata da una straordinaria musica curata da Stefano Ottomano. Conosciamo meglio il nostro amico Giulio.
- Chi è Giulio Mastromauro? Sono originario di Molfetta, cittadina barese tradizionalmente nota per il mare e le 'belle donne'. Amo la mia terra, ma sono lontano anni luce dal campanilismo deteriore. Vorrei viaggiare, conoscere luoghi e culture diverse, vivere una vita di incontri e scontri. Anche perché ho la tendenza ad annoiarmi facilmente. In questo giro di giostra ho scelto di vivere di cinema.
- Come è nata la tua passione per il cinema? Non saprei dirtelo. Mi piacerebbe poterti raccontare che è nata come per Doc l'idea del flusso canalizzatore, insomma dopo aver battuto la testa sul lavandino. Scherzi a parte, suppongo sia stato un percorso in crescendo. Da piccolo mi capitava spesso di starmene tutto il giorno davanti la tv. I miei baby sitter si chiamavano Spielberg, Burton e Zemeckis. Poi ho visto a 10 anni "C'era una volta in America", e da allora la mia percezione di quest'arte è cambiata radicalmente. - Parlaci del tuo recente corto "Amor Taciuto" Adoro il primissimo Burton (quello di "Edward" e "Beetlejuice") e l'estro visivo di Baz Luhrmann, di italiani la lucida follia di Fellini e il nostalgico e delicato cinema di Scola. Ciò detto, "Amor taciuto" è una fiaba moderna, e rappresenta una semplice tappa di avvicinamento al mio genere preferito, ossia il fantasy d'autore. Credo non sia così proibitivo a livello produttivo poterne girare uno nel nostro paese, anche se vorrebbero farci credere il contrario. La magia non risiede soltanto nei costosissimi effetti speciali realizzati al computer. Ad esempio "Moon" di Duncan Jones è un bellissimo science fiction film non americano girato con 5 milioni di dollari. Ora, se consideri che un cinepanettone natalizio costa il triplo...
- Come è stata l'esperienza lavorarativa al fianco di Nanni Moretti in "Habemus Papam"? Un'esperienza straordinaria. Definirei Moretti un pensatore. Mi piace la 'lentezza' con cui si muove sul set. Sembra come se pensasse prima di agire e parlare. Sembra un'ovvietà, eppure non tutti lo fanno. Un aneddoto divertente è stato quando, il primo giorno, gli ho chiesto di farci una foto assieme. E' stato 5 minuti a guardarsi intorno, per cercare la luce giusta e la posizione ideale. Quell'uomo è un mito.
- Prossimi impegni cinematografici? A brevissimo inizieremo la preparazione di "Ariel", la mia seconda fiaba cortometraggio. Inoltre, continua incessante la collaborazione con la ZEN .movie, la produzione cui faccio parte assieme al regista Alessandro Porzio, al dop Dario Di Mella e alle produttrici Camilla Daneo e Rosita D'Oria.
- Prima di  salutarti e ringraziarti, un piccola curiosità. Come ti vedi tra vent'anni? Ma guarda, riesco a mala pena ad immaginarmi tra un mese.

(NELLA GALLERIA DI YOUTUBE IL TRAILER DI "AMOR TACIUTO")


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