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Intervista a Glenn Cooper

Creato il 02 febbraio 2015 da Visionnaire @escrivere

Intervista a Glenn Cooper

Si è laureato in Archeologia a Harvard con il massimo dei voti.

Ha conseguito un dottorato in medicina.

Oggi è presidente e amministratore delegato della più importante industria di biotecnologie del Massachusetts, nonché sceneggiatore e produttore cinematografico. 

Scrive romanzi. 

In Italia ha superato i due milioni di copie vendute.

  • Nome: Glenn Cooper
  • Nato a: White Plains, New York
  • Vive a: Gilford, New Hampshire
  • Segni particolari: Scrittore best seller
  • Alma mater: Archeologia a Harvard; dottore in medicina; AD di un laboratorio di biotecnologie; sceneggiatore; produttore cinematografico
  • La felicità: scrivere la parola “FINE” su un manoscritto
  • La più grande stravaganza: una costosissima macchina per il cappuccino
  • Il motto: Primum non nocere. Per prima cosa, non nuocere

Il nostro Alfyfran ha intervistato Glenn Cooper e ci ha permesso di pubblicare su È scrivere la sua intervista (che potete trovare anche sul suo blog, QUI, dove il nostro Alfyfran si firma col nome Luther Caleb).

Come sempre, potete leggere l’intervista nella versione tradotta in italiano o nella successiva versione in lingua originale.

Versione tradotta in italiano:

Io e Glenn

Che mi dici di aggettivi e avverbi, è vero che dovrebbero essere usati il meno possibile?

–   Verissimo. Basta leggere un brano del proprio scrittore preferito per capire chela miglior prosa è snella e sobria. Gli scrittori alle prime armi usano sempre tanti aggettivi e avverbi. Ma bisogna capire che è come aggiungere troppo sale o troppo pepe a un piatto: dopo un po’ ti disgusta.

L’incipit è un elemento fondamentale, lo sappiamo, deve catturare l’attenzione senza entrare troppo nei particolari della storia. Alcuni autori lo scrivono come ultima cosa. Tu come ti comporti? Crei un outline per la tua storia o ti affidi all’ispirazione?

–   Spendo un sacco di tempo a creare un outline prima di iniziare a scrivere. Le mie storie tendono a essere piuttosto complicate e senza uno schema mi perderei nella foresta senza trovare mai una via d’uscita. Non solo l’incipit, ma anche la fine è molto importante. Prima di iniziare a scrivere ho già in testa un’idea precisa di come il romanzo debba iniziare e finire. Per rispondere alla tua domanda: scrivo subito l’incipit.

Si deve continuare a scrivere anche quando non se ne ha voglia?

–   Ah, bella domanda! Be’ questa è la vita dello scrittore. Credimi, alcuni giorni scrivere è davvero dura ma mi impongo di farlo lo stesso. Si chiama lavoro.

Leggi altri autori mentre stai scrivendo un romanzo?

–   Assolutamente no, non potrei. Sono come una gazza ladra: se leggo una bella frase, una descrizione interessante o una scena che mi attira è facile che, inconsciamente, la rubi e finisca nel mio lavoro.

Ci vuole più tempo a scrivere la storia o a correggere le bozze?

–   A scrivere la storia. Non trovo difficile correggere le bozze. La cosa più noiosa per me sono i grandi cambiamenti che a volte devo fare per assecondare le richieste degli editori.

Glenn, tu nasci sceneggiatore prima che scrittore: come deve essere una buona scena?

–   Ogni scena deve allo stesso tempo reggersi da sola e introdurre quella successiva; deve inoltre avere uno scopo, portare avanti la storia e dare risalto ai personaggi. Quando non si è sicuri della necessità di una scena conviene tagliarla.

Che mi dici della ricerca: va fatta prima o durante la scrittura?

–   Sia prima che durante. E io ne faccio davvero tanta! Per alcuni miei romanzi ho letto (del tutto o in parte) più di cento libri.

Ci sono in giro un sacco di software per scrivere romanzi, cosa ne pensi?

–   Non so. Per quanto mi riguarda ho bisogno solo di Microsoft Word.

Come mai gli italiani ti apprezzano così tanto?

–   Agli italiani piace mangiare, discutere, fare l’amore e… LEGGERE. Rispetto ai lettori di altri paesi (lo so per esperienza) gli italiani sanno apprezzare anche libri complessi e che fanno pensare. Credo che i miei romanzi soddisfino la sensibilità italiana.

A cosa stai lavorando in questo momento?

–   Al terzo libro della mia trilogia “Dannati”.

Ringrazio Glenn per la disponibilità e concludo con la lista dei suoi successi in ordine cronologico:
La biblioteca dei morti
Il libro delle anime
La mappa del destino
Il marchio del diavolo
L’ultimo giorno
I custodi della biblioteca
Il calice della vita 
Dannati 

E noi ringraziamo Alfyfran per averci permesso di pubblicare questa bellissima intervista!

Versione in lingua originale:

What about adjectives and adverbs: should they be used as little as possible?
– Definitely. You only have to read your favorite writers to understand that the best prose is lean and spare. Many beginning writers use too many. It’s like adding too much salt or pepper to your meal. You want to stop eating.

The beginning must capture the reader’s attention, while at the same time, not rushing into the story:
Do you make it up first, or when the novel is completed? Do you generally write an outline for your story or just start writing it?
– I spend a lot of time creating an outline before I start writing. My stories tend to be a bit complicated and without an outline I’d get lost in the forest and never find my way out. Beginnings and endings are important. Beginnings should hook the reader and endings should linger and resonate. I always know exactly how the book will begin and how it will end before I write the first word.

Should one keep writing even when they don’t feel like it?
– Ha. That’s the writer’s life. Believe me, you don’t feel like writing some days but that’s why they call it work.

Do you read novels while you’re busy writing a story?
– Absolutely not. I can’t. I’m like a magpie. If I read a phrase I like, or a character description, or an interesting scene, I’m likely to steal it, at least unconsciously.

Which takes more time: writing or proofreading?
– For me, writing. Proofreading isn’t hard for me. The real chore is reacting to notes from editors and making major changes.

You’re a screenwriter: what’s the basic element of a good scene?
– Each scene must stand on it’s own and at the same time set up the next one. Every scene must have a purpose, propelling the story forward and illuminating the characters. If the writer isn’t sure it’s necessary it probably should be cut.

Do you make your research before or during writing?
– I do a LOT of research, before I start writing and while the book is in progress. For some of my novels I’ll read all or part of over 100 books.

What do you think of novel writing software?
– I’ve never used anything but Microsoft Word.

Why do Italians love you so much?
– Italians like to eat, argue, love, and READ. In my experience, compared to readers in other countries, Italians are great readers who respect books which maybe are complex and thought provoking. My books seem to be compatible with Italian sensibilities.

What are you working on, now?
– The third book in my DANNATI trilogy

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    Chi sonoPilgrim. Io Sono Pilgrim


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