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Intervista a Jacopo Delia, autore de “L’angelo oscuro”,0111 edizioni

Creato il 26 aprile 2014 da Soleeluna

jacopoIntervista a Jacopo Delia, autore de “L’angelo oscuro”, 0111 edizioni.
Benvenuto nel nostro Blog, Jacopo! Sono davvero contento di poter ospitare un giovanissimo autore che ha, tra l’altro, la mia età! Cosa ti ha condotto verso la scrittura e verso questa tua prima pubblicazione?

RISPOSTA: Ciao, Dylan, e grazie per l’intervista concessa. A dire la verità, amo inventare storie da quando sono piccolo. Tenere a freno la fantasia è sempre stato il mio più grande problema e, in certi casi, il miglior fallimento della mia vita. Ho iniziato a scrivere per la prima volta quando avevo dieci anni, ma è stato dopo poco aver raggiunto la maggior età che ho completato il mio primo romanzo.

Ci racconti qualche cosa in più di te? La biografia che ci hai fornito è davvero sintetica, sappiamo che frequenti Scienze motorie, che sei del ’92 e che ti piace la musica. Che altro ci puoi dire? Come mai hai scelto di frequentare i corsi di Scienze motorie? Hai una passione particolare per qualche sport? Come occupi il tuo tempo libero?

RISPOSTA: La scelta di frequentare Scienze Motorie è nata dalla mia passione per il benessere fisico e il piacere di tenersi sempre in forma. Dopo dedicarmi alla scrittura, andare in palestra è ciò con cui, costantemente, occupo il mio tempo libero, insieme a un’infinita passione per la musica che mi ha condotto ad imparare a suonare diversi strumenti e a comporre diverse canzoni.

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L’angelo oscuro è il tuo primo libro. Il protagonista è Alessio, un ragazzo silenzioso e introverso che prende una cotta per Anastasia ma che le circostanze della vita lo portano ad assumere delle decisioni che mai avrebbe pensato di prendere. Chi è Alessio? Cosa ci puoi dire in più di lui?

RISPOSTA: Alessio rappresenta un ragazzo riservato, sentimentale, e di ottime qualità, che da poco si trova inserito nel mondo degli adulti. La sua è una figura complessa, un individuo che soffre la necessità di trovare la propria strada insieme a un’identità che possa distinguerlo tra la massa della società comune. Questo suo desiderio lo rende forte, ma, nello stesso tempo, si sviluppa l’idea di un individuo impulsivo, altamente passionale, che non sempre è capace di rendersi conto subito delle scelte sbagliate in cui incorre.

Hai definito Alessio come “un giustiziere che vendica l’uccisione della sorella”? Cosa intendi?
Il tuo romanzo ha qualche risvolto in ciò che accade  nella società attuale? C’è un messaggio che vorresti emergesse leggendo il tuo romanzo?

RISPOSTA: La mia intenzione è stata quella di creare un giustiziere notturno che non avesse nulla a che fare con i tipici supereroi da fumetto; volevo dare vita a un ragazzo normale che viene trasformato in un angelo tormentato, protettore delle donne e cacciatore della violenza della società. Volevo innanzitutto mostrare le conseguenze delle azioni degli uomini. È un romanzo che parla di sofferenza, di impulsività, di incapacità di perdonare. Volevo che la gente pensasse a ciò che accade nella società, a tutte quelle volte in cui numerosi crimini rimangono impuniti a causa di tempi processuali lunghissimi, alla violenza di cui ogni giorno sentiamo parlare ai telegiornali, ma, nello stesso tempo, volevo mostrare che la vendetta privata non è la giusta soluzione, dal momento che non fa altro che lasciare un vuoto profondo e incolmabile, con conseguenze disastrose.

Ci riporti un piccolo passaggio tratto da L’angelo oscuro che secondo te può risultare interessante?

RISPOSTA:

«Mi hai trasformato solo per possedermi!», mi infuriai. «Anche per possederti» replicò lei. «Ti volevo ad ogni costo ed ora sei mio. Ma tu hai voluto diventare parte di me. Non te lo dimenticare. In fondo, hai semplicemente ceduto a uno dei più grandi e irrealizzabili desideri dell’animo umano: quello di diventare qualcosa di speciale, qualcosa di magnifico, al di fuori di chiunque altro.»

Quanto tempo hai impiegato per redigere L’angelo oscuro? Ci sono stati dei momenti in cui avresti voluto interromperne la stesura o hai riscontrato delle difficoltà?

RISPOSTA: Ho scritto questo romanzo durante un periodo in cui avevo molto tempo libero a disposizione. Ero partito fin dall’inizio con un’idea di base ben precisa e a causa di questo la stesura è stata molto scorrevole, senza interruzioni, né ripensamenti; ogni cosa che scrivevo mi piaceva così com’era e nei pochi momenti di incertezza mi affidavo al personaggio protagonista della scena, chiedendomi cosa avrei fatto io al suo posto. Da quel che ricordo, dalle prime lettere dell’introduzione fino alle ultime righe dell’epilogo sono trascorsi circa quattro mesi, escludendo i tempi di revisione ovviamente.

Pensi che siano i personaggi a decidere come condurre il filo della storia o che sia tu a decidere per loro?

RISPOSTA: Penso che per quanto riguarda questo romanzo, la mia unica direttiva è stata l’idea di base: narrare una storia che parlasse di un giustiziere notturno. Per il resto, ho lasciato che fossero i personaggi a portare avanti le vicende, portandoli a commettere azioni e a fare delle scelte che rispecchiassero il loro carattere, finendo così per fare in modo fossero loro stessi, con le loro singole forze, ad intrecciarsi con il nocciolo della storia. Credo che, tra tutti i romanzi che ho scritto, “L’angelo oscuro” sia l’unico che ha avuto uno spettatore al posto di un autore.

Cosa ritieni debba contenere un buon libro? Quali gli elementi che contraddistinguono un libro ben scritto da un romanzo senza valore?

RISPOSTA: Quando uno decide di scrivere, deve narrare una storia che rispecchi i suoi gusti personali, che ne mostri le passioni, i pensieri. Se si sceglie di narrare una storia, se si possiede questo bisogno, allora si ha anche la necessità che qualcuno la legga. La cosa più bella, quando qualcuno legge il tuo libro, è che rimanga in lui una traccia della tua storia, un messaggio che avevi voluto lanciare, qualcosa che parlasse al cuore delle persone, raggiungendolo attraverso le vicende narrate. Penso che siano questi messaggi il vero valore di un libro: pensieri che emergono al di sopra del semplice racconto in sé.

Hai già tenuto qualche presentazione? Com’è andata?

RISPOSTA: Sì, ho tenuto qualche presentazione. Per mia fortuna, tutte le volte nella stanza non c’erano abbastanza sedie da far sedere tutti i presenti e, non appena terminavo il mio discorso iniziale, molti facevano delle domande, mostrando il loro interessante nascente per ciò che avevo prodotto.

Cosa ti hanno detto gli amici quando hanno scoperto che stavi per pubblicare il tuo primo libro? E tu come ti sei sentito quando hai avuto tra le mani la prima copia de L’angelo oscuro?

RISPOSTA: Avevo evitato di parlare di questa mia passione fino al momento della notizia della pubblicazione. Qualcuno lo sapeva già – devo ammetterlo – ma la maggior parte ha mostrato una grande sorpresa e soddisfazione. La cosa curiosa è stata che, quando mi sono trovato fra le mani la prima copia del romanzo, ho pensato che adesso iniziava la fase più difficile: quella della promozione.

Come mai hai deciso di pubblicare con 0111 edizioni? Cosa ne pensi dell’editoria italiana?

RISPOSTA: Ho deciso di pubblicare con questa casa editrice innanzitutto perché non chiedeva alcun contributo per la pubblicazione, ma anche grazie alla continua disponibilità e attenzione che prestavano alla mia opera. Penso che riuscendo a pubblicare un romanzo ci si trova immersi in un mondo di pescecani. Riuscire ad affermarsi non è facile, richiede uno sforzo immenso e spesso anche di fare cose che possono essere contrarie al proprio carattere (come parlare del proprio libro davanti a un pubblico).

Progetti futuri? Ci anticipi qualcosa?
Hai un sito o una pagina dove possiamo seguirti?

 RISPOSTA: Ho già scritto altri due romanzi e sono in fase di revisione. Non so ancora se c’è una strada precisa che intendo seguire, ma voglio che quei due romanzi vengano pubblicati. Il genere non sarà più urban fantasy, ma più tendente al gotico, con forti impronte esistenziali e drammatiche. Possiedo una pagina facebook dal nome “Cronache del mondo oscuro”.

 Grazie, Jacopo, per aver partecipato a questa intervista (e per aver sopportato le mie infinite domande!)
A presto.


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