1) Ciao Laura, bentrovata nel nostro blog. Dopo aver pubblicato la recensione al tuo romanzo, ci troviamo a chiacchierare un po’ insieme. Vuoi, come prima cosa, presentarti al nostro pubblico?
Grazie a te, Laura, per questa bellissima opportunità. Adoro il tuo blog e sono davvero fiera di poter scrivere qualcosa di me in queste pagine dense di arte.
Partendo dal presupposto che non si rivela l’età di una signora… mi sono diplomata al liceo linguistico di Pavia, la mia città, qualche annetto fa… Di seguito, ho subito cominciato a lavorare nel campo del turismo, in due delle agenzie di viaggio storiche, fino a quando ho deciso di mettermi in proprio. Da ormai dodici anni gestisco una attività mia, un lavoro di cui mi lamento parecchio, soprattutto negli ultimi tempi… ma che amo allo stesso modo.
Sono sposata con Luigi da dodici anni (sì, ho fatto qualche pazzia in quel lontano 2002!) e viviamo in periferia, nel meraviglioso parco del Ticino, un luogo magico, immerso nel verde, in una bella casetta. Non abbiamo figli, ma con noi vivono Rhum, Pupa, Greta e Nerone, quattro gatti casalinghi e decisamente viziati.
Adoro leggere, sono una vera e propria divoratrice di libri e ovviamente mi piace scrivere, magari con la compagnia di un bel sottofondo musicale blues o jazz o soul, e di un calice di vino rosso.
Amo quindi la quiete della mia casa, e mi piace anche cucinare e invitare amici e parenti.
Adoro l’arte e le mostre pittoriche; il mio artista preferito è da sempre Monet.
Mi piace stare con le persone solari e contente, odio i musi lunghi e chi si offende per un nonnulla; a questi preferisco la solitudine… anzi, fare shopping da sola per le vie della mia bella città mi rilassa molto.
Canto da sempre nella Corale Felice, il coro della parrocchia originaria di nascita, quella in città, dove sono stata battezzata, ho frequentato il catechismo, mi sono sposata. Anche cantare mi aiuta molto a scaricare la tensione di una giornata di lavoro ed è comunque un modo bello e personale per pregare.
Cos’altro? Ah, da grande vorrei fare la scrittrice.
2) Cosa si prova ad avere tra le mani il proprio lavoro pubblicato? E cosa significa per te la scrittura?
In realtà ancora oggi non riesco a rendermene conto. Sono abbastanza “fresca”, nel senso che il mio romanzo è stato pubblicato nel mese di gennaio, quindi è tutto una novità per me, le recensioni, le interviste, i complimenti o commenti che giungono da persone note e meno note, insomma ogni giorno è una valanga di emozioni difficile da raccontare. Quando ho aperto il primo scatolone che ho ricevuto dalla casa editrice (Butterfly Edizioni) e ho visto i libri, impilati e rilegati, è stata indubbiamente una bella emozione.
Ero in ufficio e ricordo che smisi di lavorare. Aprii subito un pacco e sfogliai un libro, lo annusai per captare quell’odore di carta stampata che amo tanto… ma non sentii nulla di particolare, solo un leggero sentore di chimico, di tipografico… Poi ne firmai uno dopo avere scritto una bella dedica, e lo portai ai miei genitori.
Di sera, a casa, lo rilessi in un fiato e mi piacque molto.
Per me la scrittura è, purtroppo, un hobby. Perchè dico “purtroppo”? Perchè mi piacerebbe che diventasse un lavoro, invece al momento è qualcosa di bello che faccio nei ritagli di tempo. Mi rilassa e mi aiuta a ritrovare me stessa, mi riconcilia con il mondo, è terapeutica. Ma soprattutto è una cosa che faccio da sola, e dopo una giornata di corse contro il tempo, mi piace sedermi e isolarmi davanti ad una pagina bianca, pensare, buttare giù le mie idee, correggerle e rivederle.
3) Che tipo di scrittrice sei? Metodica o impulsiva?
Sono sicuramente una scrittrice impulsiva. Non mi impongo mai di scrivere, può passare anche molto tempo senza che lo faccia; devo avere tempo a disposizione e devo sentire la giusta ispirazione. Quando l’impulso è giusto, riesco a riempire parecchie pagine e persino a buttare giù nuove idee per lavori futuri. Ma non è così tutti i giorni.
Quando poi si lavora in proprio, come nel mio caso, può capitare di portarsi a casa del lavoro e ci sono periodi, solitamente fra marzo e maggio, in cui non riesco a scrivere più di dieci righe di fila o a promuovermi in rete. Solitamente scrivo di sera, sul tardi e può capitare che mi ciondoli la testa sulla tastiera perché cerco di combattere il sonno: a volte proprio non riesco a scrivere nulla e mi impongo di andare a dormire, invece in altri casi questi momenti diventano molto produttivi e scrivo frasi meravigliose..
4) “Acque-Torbidi segreti” è un romanzo che tratta moltissimi argomenti, dal mistero, all’amore, passando per gli intrighi famigliari. Come nasce l’idea per questa storia?
Ho costruito la storia partendo da qualcosa che conoscevo bene, visto che ero alle prime armi. Ho quindi pensato prima alla locazione della storia, che è la stessa in cui vivo io, i campi, i boschi, il fiume, le risaie… Mi sono poi spostata nella romantica Venezia, e da lì fino in Grecia, meta fissa delle mie vacanze estive. In questi contesti ho inserito la protagonista e poi tutta la storia, la cui trama non è arrivata subito, ma con il tempo.
Ho voluto da subito scrivere qualcosa di misterioso, non un thriller o un giallo, ma una specie di noir psicologico (mi piace definire così il mio romanzo), che potesse catturare il lettore in questa dimensione di realtà e irrealtà, di sogni e vita reale e di una porta comunicante che li divide e che decidiamo noi di aprire oppure no.
5) Chi sono i protagonisti del romanzo? Ce li presenti?
Greta è una ragazza come tante. Vive in un posto meraviglioso, lo stesso dove vivo io, ai margini del bosco, vicino al fiume, con il suo gatto Artù. Possiede una libreria in città e nel tempo libero canta in un gruppo musicale con i suoi amici. La sua vita viene sconvolta dall’abbandono improvviso del fidanzato decennale e dagli incubi tremendi che la perseguitano ogni notte.
È impulsiva, orgogliosa, a volte contradditoria, un po’ matta…. Indossa gli stessi vestiti che possiedo io nel mio armadio e porta il mio stesso taglio di capelli. È terrorizzata dall’acqua, come me.
Il protagonista maschile è un personaggio misterioso, con qualche segreto da nascondere, elegante ed affascinante. È greco, si chiama Iason e fa il pittore. I suoi colori e le sue tele sono quella mano del destino che inevitabilmente lo porteranno a legarsi alla vita di Greta.
È romantico e passionale, uomo di mondo amante sia del lusso che dei semplici piaceri che inconsapevolmente scopre e apprezza anche nella vita di campagna… Non riesco a vedere difetti o elementi negativi in lui. Iason è semplicemente intoccabile.
E poi c’è la ragazza dei quadri, quella che il nostro pittore rappresenta in tinte bianche e blu, con pennellate tonde e avvolgenti. come le onde del mare. Ma non posso svelare nient’altro di lei…
6) Come hai scelto il titolo?
L’acqua è elemento fondamentale e cardine di tutta la storia: è rappresentata nei quadri di Iason, è elemento essenziale del mare della Grecia che è culla dell’infanzia di Greta, del fiume che ne lambisce la casa, della laguna di Venezia, è nella neve che cade implacabile sul piccolo paese, ma soprattutto è l’elemnto base che soffoca e terrorizza la protagonista durante i suoi incubi. Non vedevo sinceramente un titolo più adatto.
Il sottotitolo è stato scelto insieme all’editore, per incuriosire maggiormente il lettore e spingerlo a divorare le pagine del romanzo, alla ricerca dei “segreti”.
7) C’è qualche aneddoto legato alla stesura del romanzo che vorresti condividere con noi?
Ho fatto una passeggiata, da sola, nel piccolo cimitero del mio paese per poter scrivere uno dei passi fondamentali della storia. Mi guardavo intorno con aria stupita ed estasiata, come se fossi stata al luna-park; mi sono affacciata alle finestrelle in fondo al corridoio, per sbirciare il fiume che scorreva lontano e respiravo l’odore della nebbia. Forse è strano…. ma lo rifarei mille volte, anche se quando l’ho raccontato alla famiglia e agli amici mi hanno chiaramente detto che questa cosa non è tanto “normale”. Ma all’epoca non potevano capire…
8) Chiediamo sempre quali siano le letture preferite e gli scrittori che amate, ma con te voglio ribaltare la domanda. C’è un genere letterario che proprio non riesci a leggere? E perché? E uno scrittore osannato che tu invece detesti?
Non mi piace il genere fantasy, le infinite lotte tra il bene e il male, anche se qualche storia l’ho letta e magari non mi è dispiaciuta. Invece proprio non riesco a leggere le storie di vampiri, quelle che magari sono formate da due, tre, quattro volumi e diventano “saghe”. Per me, una noia mortale!
“Detestare” forse è un termine troppo forte, ma per legarmi a quanto detto sopra, posso dire di “detestare” la Meyer e il suo Twilight.
So di essere “fuori dal coro”, ma è più forte di me…
9) Se potessi scegliere uno scrittore affermato che presenti il tuo romanzo, chi sarebbe?
Mi piace molto la letteratura femminile, quindi… volando molto in alto sceglierei Isabel Allende, scendendo ad un livello medio mi potrei accontentare di Clara Sanchez e per finire della più “umana” e raggiungibile Sara Rattaro, una giovane scrittrice che seguo ed ammiro.
10) Progetti futuri? Dove può seguirti il pubblico?
Sto scrivendo il mio secondo romanzo, con infinita calma e tranquillità. Ho anche preso appunti per un eventuale terzo lavoro.
Sto completando il mio blog, si chiamerà Un angolo di pace (chi ha letto il mio libro troverà qualche analogia…) e qui parlerò di me, delle mie letture e di quello che mi passa per la testa. A breve, il pubblico potrà seguirmi lì.
Ho poi una pagina pubblica su Facebook, dove mi definisco “scrittrice” e dove faccio promozione per il mio lavoro e per quelli delle colleghe della casa editrice con la quale collaboro.
Rinnovo i ringraziamenti per questo spazio prezioso che mi hai concesso e per avermi permesso di parlare apertamente del mio romanzo; spero che in tanti lo possano leggere e che si emozionino così come mi sono emozionata io scrivendolo.
Questa era l’ultima domanda, grazie per aver partecipato alla nostra intervista e spero vivamente di poter leggere presto qualcosa di nuovo uscito dalla tua bellissima penna!