Benvenuto nel nostro blog, Luca. Vuoi, come prima cosa raccontare qualcosa di te al nostro pubblico?
«Volentieri. In primis vorrei ringraziarvi per l’intervista, è un vero piacere! Cosa vi posso raccontare di me, soprattutto senza annoiarvi? Partiamo da una breve presentazione: ho trent’anni e vivo nelle vicinanze di Bergamo. Dopo gli studi classici ho iniziato la carriera giornalistica in un quotidiano di provincia, attività svolta parallelamente alla facoltà di Giurisprudenza. Mi sono occupato di cronaca e sport, prima di dirigere una rivista economica per sei anni. Dallo scorso anno, invece, ho deciso di seguire il mio sogno: scrivere romanzi. Ed è iniziata così quest’avventura quasi per gioco.»
Che differenza c’è fra Luca nella vita di tutti i giorni e il Luca scrittore?
«Beh, il Luca di tutti i giorni è un ragazzo normale. Come tutti i miei coetanei, mi piace divertirmi e stare in compagnia. Abito in collina, amo la natura ma anche le grandi città. Appena posso cerco di viaggiare, sia come fonte d’ispirazione sia come relax. Caratterialmente sono testardo, determinato, riflessivo e ironico. Leggo molto e adoro scrivere, quindi il mio lavoro è più che altro una passione a dire il vero. Il “Luca scrittore” è identico, ma molto più fantasioso e combattivo. Scrivere è appassionante, ma deve essere in primo luogo un modo per comunicare con il lettore. Se non fai questo, sei fuori».
Cosa ti ha spinto a scrivere Biografia arancio sangue? Da dove nasce l’ispirazione per questa storia?
«Amo la storia (soprattutto dai primi Novecento ad oggi), adoro i thriller e sono un “complottista” nato. Vedo sotterfugi ovunque e credo che quanto i media ci raccontano siano gran parte menzogne camuffate da verità. Così ho deciso di scrivere un romanzo diverso, che raccontasse come le case farmaceutiche (non tutte, non fraintendetemi) agiscono alle nostre spalle per il mero profitto economico. Inserendo qualche retroscena storico come sfondo narrativo. Anche qui, l’obiettivo era raccontare qualcosa di sconosciuto ai più: il dramma dell’Agente Arancio, solvente chimico defoliante che ha distrutto il Vietnam e i suoi abitanti. Una pagina nera, tutt’oggi riscontrabile, di cui non si parla e di cui gli Stati Uniti continuano a sentirsi non colpevoli».
Biografia arancio sangue è il primo volume di una trilogia. Puoi svelarci qualcosa a riguardo?
«La vicenda ha inizio con il ritrovamento di un cadavere a San José, moderna città della Silicon Valley in California. Si tratta di un ricercatore scientifico di origini olandesi. E’ solo l’inizio di una serie di omicidi che dovrà risolvere il protagonista Joe Brigati, un giornalista italocanadese residente a Milano. Da qui inizierà per lui un’avventura davvero complicata, ma che gli permetterà di crescere professionalmente. Nel secondo libro, ad esempio, farà carriera e lavorerà al Parlamento europeo a Bruxelles. La trama può sembrare complessa all’inizio, ma lo stile narrativo è decisamente semplice: giornalistico e a portata di tutti. Il cocktail è composto da omicidi, un protagonista anti-eroe e una serie di complotti internazionali difficili da dimostrare. Perché il mondo è governato da pochi eletti e gli stessi saranno il cardine della trilogia».
Scrivere una trilogia e mantenere alta l’attenzione del lettore non è un’impresa facile, tu come pensi di riuscirci? Qual è il cavallo di battaglia della tua saga?
«Devi incantare il lettore e lasciarlo in attesa del sequel. Farlo sognare pagina dopo pagina, anche se parliamo di thriller. Personalmente ho cercato di creare un mix diverso nei miei romanzi. L’obiettivo è stato quello di unire tre aspetti insoliti all’interno della narrazione: il primo è il sangue, ma il suo sgorgare lo si lascia immaginare al lettore con flashback ed altri ingegnosi artifici. Ed è questo il bello. Il secondo è avere un protagonista comune, in cui potersi identificare, con cui condividere paure e ansie. Basta super-poliziotti che sparano e picchiano, in questo caso abbiamo un ragazzo che diventa uomo nel corso della trilogia. Insieme al lettore supera le vicissitudini della trama e della vita, come la crisi economica, facendo carriera con lo scorrere delle pagine e dei libri. Infine i complotti: logge, soldi, governi e politica hanno sempre il loro appeal. Inoltre ho scelto d’inserire uno scenario storico tratto dalla realtà, diverso per ogni libro: prima il Vietnam, poi… Gli altri due, però, non li svelo ora!»
Com’è la tua esperienza nel mondo editoriale italiano?
«Positiva, anche nelle difficoltà ho avuto sempre la fortuna di incontrare persone vere. In attesa di pubblicare con la mia nuova casa editrice, posso ritenermi soddisfatto del percorso fatto finora in così poco tempo. L’agenzia letteraria alle spalle dà tranquillità, anche se serve una buona dose di fortuna come in ogni altro mondo. Il mercato editoriale è molto chiuso, pressoché impossibile da scardinare come esordiente. Si crede poco nei giovani, soprattutto se italiani. Le case editrici vendono più facilmente illustri sconosciuti dai nomi stranieri, anche se qualitativamente inferiori. Ma io sono sempre stato una persona cocciuta e testarda, quindi non mi spaventa lottare! E credo che aver vinto, al mio primo romanzo scritto, un concorso internazionale (“I nuovi autori 2013”, premio italo-finlandese dedicato agli esordienti non ancora editati) lo dimostri.»
Parliamo di personaggi. Ci presenti i principali del tuo romanzo?
«Sono tre. Due uomini e una donna. Vi racconto un po’ la trama, così potete conoscerli meglio. Joe Brigati, come detto, è un giovane giornalista di cronaca nera italo-canadese. Dopo essersi licenziato da Repubblica per screzi con il proprio caporedattore, decide di accettare la realizzazione di una biografia per conto di un imprenditore farmaceutico italiano. Attanagliato dalla crisi economica, con un principio di depressione per la perdita del lavoro, Joe vede nel libro la possibilità di un facile guadagno oltre che un suggestivo ritorno al passato (ai tempi universitari svolgeva, infatti, l’attività di ghostwriter). E qui troviamo gli altri due personaggi principali. A commissionargli l’opera è Jennifer Blasquez, una modella argentina fidanzata proprio con l’imprenditore siculo Paolo Iorio. Una giovane e bella ragazza, che nasconde però un passato inquietante, dai connotati massonici, e un “self made man” italico che diverrà il protagonista del libro di Joe. Perché, giusto per ricordarlo, “Biografia Arancio Sangue” è un “libro nel libro”».
Quali, secondo te, sono gli ingredienti per creare un romanzo perfetto?
«Il romanzo perfetto non esiste. Ma esiste il romanzo che piace e vende: questo deve essere l’obiettivo di ogni scrittore moderno. Per ottenerlo devi innovare e unire più elementi che sappiano attirare l’attenzione del lettore: essere commerciale, ma non troppo, rapido nell’esecuzione – perché il mercato non aspetta la tua inventiva – e capace di trovare soluzioni innovative. Ma soprattutto devi essere accessibile, perché ora come ora la gente vuole leggere e svagarsi. La narrativa di consumo è questa, inutile fingere il contrario».
Perché i lettori dovrebbero scegliere proprio il tuo libro?
«Perché leggendolo è molto veloce, scorrevole. Come detto prima, non siamo più capaci al giorno d’oggi di fare letture complesse. Lo puoi fare nel weekend magari, ma non in settimana al rientro da una giornata di lavoro. Io uso uno stile da “quotidiano”, giornalistico a dire il vero, che vola pagina dopo pagina. Alla fine è la lettura “da metropolitana” che ricercano tutti, no? E leggendo, comunque, si scoprono cose storicamente sconosciute. Perché anche la fiction può insegnare».
Progetti futuri? Dove può seguirti il pubblico?
«Progetti futuri? Attualmente sto scrivendo il sequel di “Biografia Arancio Sangue”, mentre entro l’anno chiuderò la trilogia. Le date di uscita comunque saranno a cavallo fra il 2014 e 2015. In cantiere ho anche un romanzo storico molto corposo ambientato nel corso della seconda guerra mondiale, ma di cui non posso svelare dettagli. Infine è in realizzazione una sceneggiatura per una fiction televisiva, tratta da “Biografia Arancio Sangue”. Insomma, c’è molto lavoro! Ma non mi lamento… Quanto a dove può seguirmi il pubblico è semplice: attraverso il mio sito/blog ufficiale (www.lucatombilotta.me), tramite Twitter (https://twitter.com/LucaTomBilotta) o attraverso la mia pagina fan di Facebook (https://www.facebook.com/pages/Luca-Tom-Bilotta/144714419054520?ref=hl). Anzi, già che ci sono colgo l’occasione per salutare i 1.500 fans iscritti! A presto.»