
Oggi conosciamo Marco, curatore di Due minuti d'arte, giornalista, “consulente di marketing” e scrittore, una persona che ama l’arte, che ama le storie raccontate con il cuore, convinto insomma che “la bellezza salverà il mondo”.Vorrei che per cominciare ti presentassi, chi sei, quali studi fai o hai fatto, quando e perché hai iniziato a scrivere il blog, e qual è lo scopo, la missione, il fine che ti sei prefissato diventando blogger.
Sono Marco, vivo a Trento, sono laureato in comunicazione multimediale e ho un master in marketing e comunicazione. Prima di raccontare come è nato il blog, faccio una piccola premessa: mio padre è un artista, è lui che mi ha introdotto al mondo dell’arte fin da bambino, raccontandomi le storie dei grandi dell’arte al posto delle favole della buona notte, tra pareti colme di quadri. Ho deciso di aprire questo blog all’inizio del 2015, per condividere queste storie con i miei lettori e far sì che non andassero perdute. La formula del racconto in 10 punti è un’idea che ho avuto quando lavoravo nella redazione del Touring Club Italiano, è cominciato come un esperimento ma è stata una scelta molto apprezzata dai lettori, così è diventata il marchio di fabbrica dei miei articoli. Due Minuti di Arte nasce con l’obiettivo di raccontare l’arte a tutti, sfruttando un linguaggio semplice e selezionando le 10 informazioni base che sono necessarie per conoscere un artista; poi io spero sempre che i lettori approfondiscano, ma già il fatto che dedichino due minuti della loro giornata a Modigliani o a Chagall, per me è un grande successo.
Qual è il tuo rapporto, il tuo approccio con il luogo per eccellenza che custodisce le opere d'arte, cioè il museo: sei più da "turistodromo" o preferisci piccoli musei poco frequentati e quale ti sentiresti di consigliare ai lettori di Artesplorando.
I grandi musei custodiscono le opere immortali. È vero, a volte i turisti vedono queste opere senza percepirne l’importanza, considerandole più che altro icone da fotografare per poi condividere le foto sui social, ma è anche vero che questi “turisti dell’arte” pagano un biglietto, che serve a mantenere vivo il museo e pagare le persone che ci lavorano, ed è una cosa che va considerata. Se al museo andassero solo coloro che l’arte la comprendono da un pezzo sarebbero sati costretti a chiudere. Per questo amo i grandi musei, perché possono permettersi (anche economicamente) di ospitare opere illustri che “devono” essere ammirate, da tutti. Del resto adoro anche i musei più piccoli che lasciano più spazio all’introspezione e spesso riservano bellissimo sorprese. Vivendo a Trento non posso che consigliare il MART a Rovereto, uno dei musei di arte contemporanea più importanti d’Italia, poi c’è il Museion a Bolzano, molto ben fatto. Imperdibili le mostre di Palazzo Reale a Milano, allestite bene in uno splendido scenario a due passi dal Duomo.
Che rapporto hai con le mostre? oggi spesso diventano eventi mediatici molto pubblicizzati, ma alla fine di poca sostanza. Quali sono le mostre che preferisci e se vuoi fai un esempio di una in particolare che ti ha colpito.
Il problema è che oggi chi lavora nell’arte, per sopravvivere, ha sempre meno tempo a disposizione per convincere il pubblico, così si è costretti a puntare sull’evento spettacolo, sperando che rimanga impresso e possa fare breccia nel brusio generale dei media. Non è una scelta, è un obbligo. Non dico che sia giusto (a me non piace) ma è così. L’importante è essere onesti e offrire al pubblico un prodotto di qualità, se poi si è in grado di raccontarlo bene e creare curiosità e va bene, purché chi visita la mostra torni a casa soddisfatto, con qualche nozione (o emozione) in più. Una mostra che mi ha colpito? La retrospettiva su Chagall a Palazzo Reale nel 2014. Amo Marc Chagall e mi è piaciuto moltissimo il modo in cui è stato raccontato il suo mondo.
Se fossi il ministro dei Beni Culturali e il Presidente del Consiglio ti desse carta bianca, quale sarebbe il tuo primo provvedimento?
Prenderei spunto da quanto fanno fuori dai nostri confini, soprattutto nei paesi anglosassoni. Lì nei musei ti prendono per mano, ti raccontano una storia, ti spiegano le cose. È come se si prestassero a diverse chiavi di lettura: per esperti, per conoscitori e per un pubblico meno preparato, in modo che ognuno possa fruire a suo modo dell’esperienza. E poi ci sono i contenuti multimediali che ti permettono di interagire con l’opera; è fondamentale se si vuole educare fin da piccoli i bambini all’arte, staccando il concetto di cultura da quello di istruzione. La cultura è gioco, è bellezza e divertimento. È per tutti, soprattutto. Comunque noto con piacere che molte mostre ultimamente si stanno muovendo sempre più in questo ambito.
Cosa proporresti di leggere a una persona che si avvicini per la prima volta alla storia dell'arte? un testo scolastico, un saggio, una monografia...
Io consiglierei un classico: “Le avanguardie artistiche del Novecento” di Mario de Micheli, un testo completo che spiega bene l’arte del XXI secolo. Un altro libro che mi è piaciuto è “Questo lo sapevo fare anche io” di Francesco Bonami, un saggio più leggero che dà un’interessante chiave di lettura dell’arte dei giorni nostri.
Arriva il Diluvio Universale e tu hai la possibilità di mettere qualche opera d'arte nell'arca di Noé, quali sceglieresti?
Ne porterei tre: “La nascita di Venere” di Botticelli, “Compleanno” di Chagall, e un quadro di mio padre, quello a cui sono più affezionato.
Segui la bacheca C'è arte nella blogosfera!!! di Artesplorando su Pinterest.
Con quale artista (anche non più tra noi!) ti sentiresti di uscire a cena o a bere qualcosa? e perché?
Andrei a bere qualcosa con il grande Modì, di certo ci ubriacheremo insieme e perderemo la strada di casa. Mi piacerebbe anche fare una chiacchierata a cena con Marc Chagall, per farmi raccontare il suo mondo, fatto di tradizioni antiche e di ebrei erranti.
Oggi in TV e alla radio non c'è molta arte, e cultura in generale. Tu cosa consiglieresti di guardare (o ascoltare) al lettore di Artesplorando. Può anche essere un programma non prettamente d'arte, ma al cui interno ci sia un approfondimento artistico. In onda ora, ma anche nel passato (ovviamente valgono anche le web-tv).
Mi piace molto il modo in cui Daverio affronta l’arte, con competenza e un tocco di ironia. Ultimamente poi ho apprezzato molto “Muse inquietanti”, la trasmissione di Lucarelli sui misteri legati al mondo dell’arte.
In un ipotetico processo alla storia dell'arte tu sei la difesa, l'accusa è di inutilità e di inadeguatezza ai nostri tempi, uno spreco di tempo e di soldi. Fai un'arringa finale in sua difesa.
“Signori dell’accusa, a chi dice (e lo hanno detto) che con l’arte e la cultura non si mangia, consiglierei di fare un viaggio a Londra, Amsterdam o Parigi. Lì con l’arte ci mangiano (e ci bevono anche) perché hanno capito che, in un mondo privo di punti di riferimento, la bellezza è l’unico patrimonio che nessuno potrà portar via. È un patrimonio che non passa mai di moda, che non invecchia mai… ditemi, signori dell’accusa, quale altra fonte di ricchezza può vantare le stesse caratteristiche? Avrei potuto fare appello alle parole di Dante “fatti non fummo a viver come bruti”, che già da sole giustificherebbero la scelta di investire sull’arte ma ho preferito aiutarvi a capire che sostenere l’arte, oltre che eticamente giusto, può rivelarsi un investimento oculato e vantaggioso. Ho concluso!”
Concluderei con una bella citazione sull'arte, quella che più ti rappresenta!
“Il tuo unico dovere è salvare i tuoi sogni”, lo ha detto Amedeo Modigliani, uno che ha fatto della sua vita un’opera d’arte, drammatica, struggente e appassionata.
Grazie a Marco per la sua disponibilità e ora tutti a leggere dueminutidiarte.comBuona lettura e alla prossima intervista ...
Artesplorando | Promuovi anche tu la tua Pagina
