Maria Rosaria Omaggio è un’artista che ha calcato il palcoscenico dell’Arte stessa con un passo elegante e felino. Conosciuta per il cinema, i film, per la sua bellezza e per la bravura di una donna inarrestabile, ha conquistato il teatro, ha scritto libri, prodotto opere e situazioni in cui stupore, intelligenza e audacia sono sempre state il nucleo forte di una mente brillante, mai doma che ha saputo mettersi alla prova non solo come attrice.
L’abbiamo raggiunta per due chiacchiere, anche in vista del nuovo spettacolo dal 5 all’8 Marzo a Roma tratto dall’unica opera teatrale di Márquez.
Vi lasciamo alla voce di Maria Rosaria, con cui avremmo voluto parlare di molto altro, e speriamo che questa sia solo la prima di una lunga serie di dialoghi con lei.
Buona scelta
IBD
[email protected]
La tua vita artistica è stata scandita dalla ricerca di nuovi limiti da superare o di uno specchio in cui incontrare una nuova te?
La vita artistica non prescinde dalla vita nel senso più ampio del termine e posso affermare in tutta onestà che la mia ricerca primaria è stata sempre quella di capire chi sono e di cercare di essere me stessa. Questo bisogno primario e profondo ha influenzato anche la professione e il privato. Ho due canzoni di amici che lo raccontano bene: ‘Centro di gravità’ di Battiato e ‘Todo cambia’, una poesia cilena interpretata dalla mitica Mercedes Sosa, che conobbi a Buenos Aires. Sono come un inno per me.
La poliedricità ha rappresentato una tua caratteristica: Teatro, televisione, cinema pop e impegnato fino a quello più di genere. Tornando indietro oggi scarteresti qualcosa per dedicarti a un filone?
Questa è una domanda che mi sono rivolta più volte e – oggi vado di citazioni – mi aiutò a trovare una risposta una frase di Cocteau in ‘La difficoltà di essere’, “Non è questione solo di ispirazione ma di espirazione’. Un’autentica esigenza di creatività si realizza dove e quando ti si offre l’occasione. Se, ad esempio, un testo mi interessa molto come nel caso de ‘Il balcone di Golda’, firmo traduzione e regia ma chiedo a una collega di interpretare Golda Meir.
Si parla sempre di arte, di come viverla, di come lasciarsi consumare da essa. Qual è il tuo concetto di arte: Consunzione oppure alimentazione per mezzo di essa?
Esiste un’arte soggettiva che perlopiù è emozionale e consuma, poi un’Arte pura, oggettiva, impressioni nutrienti per l’animo. Indovinate quale preferisco!
La parola è la base del tuo mestiere, ma tu hai saputo declinarla anche nella scrittura. Cosa hai trovato nella Maria Rosaria scrittrice?
La libertà. Scrivere è un lavoro solitario che spesso, anche mentre si è ancora in fase di ricerca e di documentazioni, ti appaga. Chiunque ami studiare, leggere e ovviamente scrivere, comprende bene cosa intendo dire. Se poi è scrittura che diventa spettacolo, parola che si rivivifica dandole voce e tornando in mezzo agli altri, allora l’emozione è esponenziale.
Se dovessi scegliere 5 fermo immagine della tua vita, quali sarebbero?
Che domanda difficile! È come il detestabile gioco della torre, però provo a rispondere perché è rara, quanto gradita, un’intervista con domande stimolanti e non banali. Dunque in ordine sparso perché sulle date ho sempre fatto fatica: la prima volta al cinema sola col mio papà; il primo mio libro stampato tra le mani; la fila fuori al cinema Avenida a Madrid per vedere il mio film; uno scoppio di risate a Capri con un grande amore; la telefonata della produzione del film di Wajda che mi offriva il ruolo di Oriana Fallaci. Sono 5? Ne mancano ancora… persino di ricordi tristi. Anche quelli, soprattutto quelli, segnano il percorso della vita.
Quanto è stato difficile far superare la tua bellezza dal tuo talento nel mondo dello spettacolo?
All’inizio ne soffrivo poi pian piano (torna una citazione!) ho realizzato che aveva ragione Oscar Wilde: ‘La bellezza è l’unica virtù che non ha bisogno di spiegazioni’. Né di prove aggiungerei. Devo ammettere però che ancora oggi in alcune occasioni, quando realizzo che cercano di “scoprire con chi ho collaborato”, come a dire che escludono sia solo un’idea e opera mia, mi irrito molto. Una donna di solito fatica molto, ma molto più di un uomo, per questo motivo.
Oggi cosa ti appassiona in una proposta di lavoro, cosa cerchi?
Sempre la stessa cosa: la sfida di riuscire in quel ruolo e l’armonia con chi dovrò collaborare. Insomma, uno stimolo a scoprire e imparare qualcosa in più.
Quando e dove potremo vederti?
Al Teatro Palladium di Roma, dopo l’apprezzata maratona di “Cent’anni di solitudine”, dal 5 all’8 Marzo, proprio nella settimana del compleanno del grande Nobel colombiano scomparso ad aprile dello scorso anno, in DIATRIBA D’AMORE CONTRO UN UOMO SEDUTO, l’unico testo teatrale di Gabriel García Márquez, con ideazione scenica di Emanuela Giordano e musica dal vivo colombiana doc. “Niente somiglia tanto all’inferno come un matrimonio felice. Solo un Dio maschio poteva regalarmi questa bella scoperta per le nostre nozze d’argento”, sono le prime parole della protagonista Graciela. Il 9 marzo a Roma e il 21 marzo a Savignano sul Rubicone dò voce ancora a Oriana Fallaci dopo la proiezione del film di Andrzej Wajda. Per chi non se ne fosse accorto, è mia la voce degli spot per i suoi libri che va in onda in questi giorni. Ma il 12 marzo sarò a Melfi con il mio recital “Omaggio a voi”. Poi, per gli appassionati di cinema, si avvicina la proiezione in un festival di un mio corto, scritto, diretto e interpretato. Per ora è sufficiente?
Se fossi una pietra preziosa quale ti piacerebbe essere?
Ogni giorno una diversa: le conosco e le apprezzo quasi tutte. Se fossi obbligata a sceglierne soltanto una, direi un’alessandrite, perchè pochi la conoscono davvero: di giorno puoi scambiarla per un’acquamarina, ma la sera tutti direbbero che è un rubino. Ha la sorprendente peculiarità di cambiare colore, di riflettere il colore azzurro-verde alla luce del Sole e rosso-violaceo alla luce artificiale. È una pietra preziosa da intenditori, una delle gemme più preziose di tutte.
Domani è un altro giorno o qualcosa di più?
Oggi, ora è la base di domani! Chi vuol esser lieto sia, del doman…
Seguire le tue orme significa…
Tenacia, studio e tanta, tanta pazienza! Poi…e questo vale per tutti…essere al momento giusto al posto giusto per far sbendare la dea fortuna.
Un tuo saluto per i nostri lettori.
Alziamo gli angoli della bocca, sorridiamo perchè la vita è bella persino quando accade qualcosa di brutto. Vi aspetto a teatro dove “si ritrovano i simboli delle cose perdute di vista”, come diceva Ennio Flaiano, tanto per finire con un’altra citazione.