Di Silvia Azzaroli. Questo sabato Giornale Apollo vi regala un’intervista ad un giovane e promettente attore torinese, Mario Acampa, classe 1987, con alle spalle già una solida carriera teatrale e che presto sarà sul set della terza stagione “Fuoriclasse”, la fiction di grande successo con Luciana Littizzetto. Non solo. Mario ha da poco girato il suo primo film da protagonista “Press”.
Ciao Mario, come è iniziata l’avventura con Fuoriclasse ossia come è arrivata la proposta? E ti stai preparando al ruolo di medico?
Ho fatto un provino. Sapevo che avevo a che fare con un ruolo di medico molto giovane. Mi sono presentato con una divisa da infermiere. Cercando di occuparmi di una scena in ambulanza dove c’è un tremendo incidente pieno di sangue e arti dove sono disinvolto anche se io sono terrorizzato dal sangue. Mi sono aiutato con il mio tomo di medicina legale, in particolare i miei appunti. Io sono laureato in giurisprudenza. E tra gli esami facoltativi ho fatto questo che mi ha aiutato e ha convinto il castista. Magari un medico no, ma un castista!
Sai di preciso quando inizierai a lavorare sul set?
Inizio a lavorare da lunedì!
Descrivici con poche parole invece com’è il tuo personaggio in Press?
Press è una produzione Luna Film e, prima della distribuzione nelle sale si sta cercando di farlo partecipare a qualche festival. E’ il mio primo film da protagonista e sono molto emozionato. Sento molta responsabilità per questo. Quando tieni il personaggio per due ore, non è una questione semplice. Ho passato sei settimane di riprese in cui avevo scene di tutti i giorni. La storia è quella di un giornalista che lavora per una rete privata, un giovane ambizioso e insoddisfatto per la sua situazione stantia. Comincia a rendere qualche notizia più fantasiosa ma il gioco gli prende la mano. E’ una commedia noir. Dal premontaggio sembra un film veramente avvincente. Paolo Bertino e Alessandro Inetta hanno diretto molto bene e hanno fatto la differenza. Fanno sì che il film sia ben contraddistinto dagli altri. C’è voluta una preparazione molto lunga per questo film, non puoi improvvisare. Ci sono entrato da capo apiedi. Mi ha aiutato andare a cavallo. Ho scoperto durante il film la gioia di andare a cavallo. Mi ha aiutato a staccare la testa dal personaggio. Quando reciti per il cinema le emozioni sono più vere rispetto a quanto avviene a teatro. Al cinema devi farle veramente tue. L’unico modo per aiutarmi a staccare è stato andare a cavallo. E’ una passione che mi porto dietro
Una domanda classica: qual è la cosa più bella che ha vissuto nel suo mestiere e quella meno bella?
Uno dei ricordi che porto più nel cuore è da piccolo volevo fare tanti mestieri. tra i ricordi che ho è quella di fare il direttore d’orchestra. E siccome sono anche l’attore giovane di una compagnia stabile privato di Torino- Compagnia Torino spettacoli. Qualche anno fa ho fatto l’attore protagonista di un’operetta, la mia prima operetta, con orchestra dal vivo. Durante una replica a Vignale, dove vinsi il premio Premio Vignale Teatro Festival, un premio molto importante che ha 30 anni. Alla fine alla fine di questo Cavallino bianco, senza sapere di questo mio ricordo, mi fece un cenno il direttore d’orchestra e lui davanti a tutti il pubblico mi ha detto: “Prego maestro, ora dirige lei” e io ho, con gli occhi lucidi, ho dato l’attacco. Per la prima volta ho realizzato un sogno. Sì, volevo fare l’attore da bimbo e sono felice di farlo. Ma quando presi la bacchetta mi emozionai molto. Mi passarono pure una foto. E’ anche impresso. Immortalato.Il momento più brutto? Forse grazie a Dio non l’ho mai vissuto. Ogni volta che ho pensato che fosse un momento brutto, in realtà si è rivelata un’apparente coincidenza, magari quando non mi han preso ad un provino a cui tenevo, alla fine la porta che si è chiusa, si è aperto una porta più bella e consapevole. Di momenti brutti se ne vivono tanti. Come diceva mia nonna alla morte solo non c’è rimedio. Banalmente dico che il periodo storico per lo spettacolo non è il massimo. Li ho sempre affrontanti con il mio mantra: Anche questo passerà. E poi capisci che a testa alta superi tutto.
Vieni dal teatro. Raccontaci un po’ delle tue esperienze. E se stai lavorando a qualche progetto teatrale.
Debutterò ad ottobre con il debutto ufficiale torinese della nuova commedia plautina, che si chiama La Commedia degli specchi, rivisitata e riadattata, che si ispira all’opera di Plauto. Debutterò al teatro Erba e sarò protagonista. E subito dopo ci sarà la maratona plautina di quattro commedie plautine, tra cui Il soldato fanfarone. Ottobre sarà un mese scoppiettante. Il teatro è un’urgenza comunicativa. E’ come la febbre del faraone. E’ qualcosa che ti porti dentro. Faccio altre cose. Ma cerco sempre il teatro. Il teatro è la mia priorità. Se non lo faccio sto male. L’arte è l’unica droga di cui nessuno dovrebbe fare a meno.
Sei diventato testimonial di alcuni brand importanti. Ti sei divertito sul set? Ti è stato utile lavorare in questi spot?Non credo di essere un attore snob. Credo che un attore debba sapere fare il suo lavoro sempre, dal film allo spot. Bisogna dare un senso ad una singola battuta. Sempre con la stessa importanza e dignità. Altrimenti tanto vale leggere un radiodramma. Il nostro lavoro è dare spessore. Farlo in un spot è più complicato perché il tuo personaggio dura poco e in quei poco tempo devi dare senso e comunicare tutto. Quindi è un lavoro importante perché è come se fosse una concentrazione di un film in poco tempo. E’ una palestra bellissima. E in più hai la possibilità di entrare nelle case di tutto il mondo. Non faccio tutti gli spot che mi propongo. Li scelgo. Ho fatto Coca Cola zero che è andato bene. E Ceres che secondo me è di qualità. Il mio personaggio è quello del nerd. E’ una campagna cartonizzata. Con una scenografia che non c’è. Aiuta molto. E’ molto stimolante. Ho fatto quella Balocco. Lo spot è una grande palestra. L’esperienza fatta per la tv dei ragazzi è stata una bella esperienza. Il pubblico dei ragazzi ti forgia perché è difficile. Ti permette di affrontare un ruolo per un pubblico più vasto con più tranquillità.
Mario ci lascia con una piccola curiosità.
Sono il testimonial di una birra analcolica, si chiama Bario, che è molto diffusa in Arabia Saudita. E per Bario sono l’ultimo testimonial. Più tutta la campagna cartellostica. Quindi sono molto famoso là. Lo spot è molto carino ma non si trova qui da noi
Ed eccovi lo spot Coca Cola Zero