- Ciao Massimiliano, benvenuto nel nostro blog. Come prima cosa, ti piacerebbe presentarti ai nostri lettori?
Innanzitutto grazie per l’accoglienza! Certo, mi presento con piacere. Sono un giovane autore, che deve molto alla scrittura. Ho avuto un percorso di crescita lungo e che tuttora va avanti, e non credo abbia una fine. Scrivere è anche bello per questo: non si finisce mai di imparare. E quindi coltivo progetti.
- Sei passato dalla stesura di un thriller mozzafiato come “Quando cala il buio” alla pubblicazione di un romanzo di vita, se così vogliamo chiamarlo. Perché questo cambio di genere e come si affrontano queste tematiche tanto diverse?
In realtà il mio percorso formativo ha visto prima il romanzo ‘Destino crudele’. Poi sono passato da una narrazione esistenziale, come mi piace definirla, a una storia incentrata sulla suspense. Comunque sia vi è stato un passaggio, sì, e verso il genere che prediligo. La prima è una storia nata da un trasporto di vita, raccontare un’esistenza e, come piace a me, mai quotidiana anche nel suo carattere adolescenziale; mi piace entrare nella storia con tutto me stesso. Il secondo romanzo si articola su stati d’animo e dinamiche molto differenti: suspense, pathos. Cambia l’uso della metrica, lo stile dovrebbe essere differente, così come il rapporto con le dinamiche di scena, gli stati d’animo che man mano si avvicendano. Una bella esperienza, coltivi modi diversi di analizzare ciò che accade e di trasportare tali sensazioni al lettore. Uno sentimento può essere ‘portato’ in molti modi.
- “Destino crudele” non è stato pubblicato secondo i canoni tradizionali dell’editoria, ma è disponibile per il download su Amazon. Perché questa scelta? Troveremo in self tutti i tuoi prossimi romanzi?
Beh, perché non volevo aspettare la trafila editoriale, volevo cimentarmi in questo ‘nuovo’ modo di fare editoria, mettermi in gioco. E mi ha fatto capire molto del settore. Non credo, ma non si può mai sapere, che ripeterò l’esperienza. Però, ripeto, chissà. È presto, vediamo come prosegue.
- Ci racconti il tuo nuovo romanzo con un estratto che lo rappresenta?
Ecco un estratto, il Proemio.
‘Non avrei mai pensato che potesse finire così…
La mia vita venne ammorbata fin da fanciullo, sotto il peso di un fardello più grande di me: come si possono riflettere, scaricare su un adolescente questioni che neanche gli adulti riescono a dipanare?
E poi intanto è la vita a decidere certe volte, a noi non rimane altro che guardare impotenti…
Piacere, Max. Un adolescente, uno qualunque.
Altro su di me? Statura uno e ottanta. Occhi verdi. Biondo. Un bel tipo? Forse. Ero uno sportivo, sono un lettore: approfondirò meglio andando avanti. Purtroppo, però, ho anche un grosso problema, sono perseguitato dall’infelicità, perennemente. Ce l’ho con il mondo intero, e con i miei diciotto anni nulla è cambiato, sempre la stessa musica melensa.’
La figura dominante, in prima persona, accenna di sé. Si vede il suo carattere insofferente, la sua aria delusa, troppo, poco, vai a sapere. Questa è la storia di Max, un adolescente a cui il destino ha riservato tante sorprese. La famiglia non è mai stata unita, ma la sua vita dovrà prepararsi perché il destino punta il dito.
- Chi sono i protagonisti della storia?
Max, su tutti. Amanda, la sua ragazza. Sua madre e i suoi amici, tra Pasadena e Los Angeles. Il padre, a suo modo.
- So che sei impegnato con la realizzazione di un bel progetto che riguarda Ray, protagonista di “Quando cala il buio”, puoi parlarcene o preferisci mantenere il silenzio ancora per un po’?
Grazie, Laura, è un progetto corposo. La voglia e il desiderio di annunciare scalpita come una mandria. È dura. Un accenno: ho come solito scarpinato su un percorso difficile in terra straniera, location dettata dal primo episodio. Diciamo che potevo farlo ‘girovagare’ meno in pellegrinaggio tra vari stati, mi evitavo parecchi mal di pancia. Ma no, dovevo! E poi tutti i personaggi che ci ruotano attorno. Per cercare il troppo, spero di non deludere il lettore. In sostanza questo romanzo è la sua storia, la storia di Ray: il prima. Che mi auguro emozioni!
- Quali sono gli autori che hanno influenzato il tuo iter letterario?
Dunque… King, Reichs, Cock da un lato. Salinger, a posteriori, così dissero di ‘Destino crudele’; Kerouac. Poi ho letto Fante e anche lui in qualche modo c’entra.
- C’è qualcosa che accomuna i tuoi romanzi? Un filo conduttore, un messaggio?
No, nessun messaggio. La scoperta, la mia…
- Se “Destino crudele” fosse una canzone, quale sarebbe?
Non ci ho mai pensato, sai. Ma il mio cervello è andato su ‘Let me live’ dei Queen, non so perché.
Grazie per la chiacchierata, Massimiliano!
Grazie a te, Laura, e al blog che mi ha ospitato!
Articolo a cura di Laura Bellini e Dylan Berro