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Intervista a Massimo Rossi

Creato il 16 ottobre 2013 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Da Fralerighe Crime n. 7

Intervista a Massimo Rossi
Innanzitutto benvenuto su Fralerighe…

1) Per prima cosa ti chiederei di presentarti ai nostri lettori. Chi sei, cosa fai, perché (ma anche perché no…)?

Sono Massimo Rossi, veneto di San Donà di Piave, in provincia di Venezia, dove abito tuttora. Sono un ingegnere meccanico e da quasi trent’anni svolgo con passione questo lavoro nel mondo dell’industria privata. Attualmente sono dirigente d’azienda in una importante realtà produttiva di Treviso. A ottobre compirò 55 anni, e da un po’ di tempo ho sentito che era arrivato il momento di dedicarmi a una vecchia passione: la scrittura. Perché? Perché nella vita si deve cercare di fare solamente le cose che si sente di poter fare, quelle per le quali ci si sente portati, quelle per le quali gli obiettivi da raggiungere, anche se ambiziosi, non sono sogni irraggiungibili ma stimoli per migliorarsi e dare un senso a ogni giorno che si vive.

2) Come scrittore, da quali autori – non solo letterari, ma anche cinematografici, musicali, ecc – ti consideri influenzato?

Nella mia vita ho letto tanto, fin da piccolo, e ho letto di tutto. Quindi mi è difficile nominare quali scrittori possano aver influenzato il mio stile. Ho amato profondamente Giuseppe Berto e Malaparte, e la scrittura secca, senza fronzoli, di Montanelli. Osservando la mia libreria, vedo che ci sono diversi titoli di Wilbur Smith, di Grisham, di King. Ultimamente mi sono appassionato alla scrittura di Maxime Chattam, giovane e davvero bravo. Per quanto riguarda il cinema, sono abbastanza selettivo: e solo con le grandi storie del Clint Eastwood regista vado sul sicuro. Utilizzo la musica come colonna sonora della mia scrittura, suoni armoniosi che riempiono ciò che mi sta intorno senza distogliere l’attenzione da ciò che sto facendo. Loreena McKennit, Secret Garden, Moya Brennan, per fare alcuni nomi.

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3) Com’è nata l’idea per L’ombra del bosco scarno?

Il germe della storia, l’idea attorno alla quale pensavo di costruire il romanzo, era incentrato sulla capacità comunicativa delle immagini, foto e dipinti. Per dare enfasi maggiore, qualcuno, impossibilitato a farlo normalmente, avrebbe “parlato” con le immagini. E per risultare ancora più interessante, avrebbe dovuto essere una persona con un ritardo psichico a fargli da insegnante. Come spesso accade, l’idea di fondo del romanzo è poi diventata un’altra, e il germe iniziale è rimasto solamente come supporto a tutto il resto.

4) I personaggi: come sono nati? C’è qualcuno più vicino a te per carattere?

Il bambino Aron e il giovane Barnabas sono nati per primi, e risultano tra i più amati. La storia è stata costruita partendo da loro e tra i tanti personaggi resteranno gli unici “innocenti”. Tutti gli altri saranno in qualche modo toccati da comportamenti riprovevoli, o da atti delittuosi. E’ una storia di contrasti, tra un mondo che vorremmo avere e che non è, tra persone che vorremmo essere e che non siamo, almeno fino in fondo. Il personaggio principale, la psicologa Helena, coi suoi limiti e le sue virtù, è molto umano e, magari inconsciamente, l’ho costruito attingendo ad alcuni aspetti del mio carattere. Ma forse è solo un’illusione.

5) L’ambientazione: come l’hai scelta?

La storia doveva essere ambientata in un posto isolato che, nelle mie intenzioni, doveva costituire una barriera fisica all’ integrazione sociale, e una rappresentazione dell’isolamento delle nostre coscienze. Potevo scegliere un’isola o un posto di alta montagna. Ho scelto il secondo, perché conosco bene quei posti, ed è sempre preferibile scrivere di cose che si conoscono direttamente.

6) La pedofilia. Perché questo tema?

Perché, fedele alla mia idea di rappresentare una storia di grandi contrasti, in quel paradiso terrestre doveva compiersi il crimine più abbietto. E non c’è nulla di più vergognoso che l’uomo possa commettere rispetto alla violazione dell’innocenza. Tuttavia, per rispetto del tema, ho cercato di usare toni delicati, di sfiorare e di non toccare. E comunque, anche quell’episodio, funge da supporto all’altro problema centrale, quello dell’accettazione del diverso in una società che tende a chiudersi su stessa per difendere ipocritamente interessi e ipotetica felicità.

7) Qual è stato lo scoglio più grande da superare durante la stesura?

Sulla base di esperienze precedenti, ho scelto di raccontare una storia che avevo completamente progettato prima di scrivere, e di utilizzare una scrittura semplice, come se la stessi raccontando a qualcuno seduto in poltrona. Quindi c’è stato un grande lavoro di preparazione, ma poi la stesura è andata avanti senza intoppi, e in un tempo breve (circa sei mesi).

8) Ci racconti un aneddoto legato alla stesura del romanzo?

Come detto prima, avevo cercato di progettare (sfruttando il mio lato razionale) tutto fin dall’inizio. In realtà, a un certo punto mi sono perso nell’intrico dei sentieri, proprio come Aron. Le distanze non combaciavano più coi tempi di percorrenza e ciò non mi poteva assolutamente soddisfare. Allora mi sono disegnato una mappa topografica dei luoghi , cartina che poi la casa editrice ha pensato fosse utile anche per i lettori, tanto è vero che si trova stampata nel libro.

Intervista a Massimo Rossi
9) Ci parleresti dell’esperienza legata alla pubblicazione con Scrittura & Scritture?

Sono arrivato a Scrittura & Scritture consigliato dalla mia Agenzia Letteraria Tempi Irregolari. Premetto che avevo escluso fin dall’inizio qualsiasi tipo di auto pubblicazione e di editoria a pagamento. Allo stesso modo avevo ignorato i vari servizi che proliferano sul WEB e che offrono letture e giudizi dei manoscritti, dietro compenso. Scrittura&Scritture si è rivelata essere quello che la mia agenzia aveva descritto, una casa editrice medio-piccola, che spesso investe anche su autori alla prima pubblicazione, che partecipa alle fiere, che ha un suo ufficio stampa, e che è molto ambiziosa, dinamica e piena di nuove idee. Le editrici, le due sorelle Chantal ed Eliana Corrado, tendono a coinvolgere gli autori facendoli sentire parte dello stesso team, e danno grande importanza al rapporto umano con loro. Entrambe svolgono con passione anche il lavoro di editing, personalmente l’aspetto che ho maggiormente apprezzato. L’arricchimento di cui ha goduto il testo durante le lunghe e minuziose sessioni di revisione è stato impagabile, penso che nessuna pagina si sia salvata da suggerimenti, consigli, tagli, capovolgimenti. Ne approfitto per ringraziarle pubblicamente anche per l’arricchimento professionale di cui spero aver fatto tesoro.

10) La natura umana è corruttibile, a ogni latitudine. Cosa fare, davanti a questa verità?

Esserne coscienti è già un buon risultato. Nessuno deve sentirsi immune dalle debolezze del genere umano. Saper riconoscere i propri errori, e la nostra fallibilità, saper essere umili, dà un segno della grandezza di ogni persona. Nessuno è mai così innocente da poter scagliare la prima pietra.

11) Secondo te quali sono i tratti distintivi della nostra epoca? Credi che ci sia qualcosa di buono, oltre al progresso tecnologico?

Il progresso tecnologico ha decisamente cambiato marcia negli ultimi 50 anni e ciò ha determinato un miglioramento generale delle condizioni di vita medie del genere umano. Tuttavia dispiace vedere come si continui a morire di fame, e come il progresso in campo medico sia molto più rallentato. Penso che in questo secondo caso non ci sia tanto un problema di investimenti, quanto di qualità di cervelli che si occupano della materia, probabilmente meno attraente, dal punto di vista economico, di tante altre. Peraltro migliore qualità di vita non significa maggiore felicità: anzi, disturbi psichici come la depressione e l’anoressia sono in grande sviluppo e questo deve far riflettere.

12) Progetti per il futuro?

Un nuovo romanzo è già in valutazione presso Scrittura&Scritture, e ad un altro sto lavorando da qualche mese. Mi piacciono le grandi sfide, quelle che esigono sacrificio ed entusiasmo. Quindi, anche se ciò comporterà un massacro del mio tempo libero, e tante notti insonni, per i prossimi mesi tutte le mie energie saranno dedicate alla scrittura.

Buona fortuna, allora. Ciao!

Massimo Rossi e Aniello Troiano 



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