Magazine Cultura
«No, niente era normale nella nostra famiglia, ma le famiglie strane, Viola, quelle che nessuno prende a modello, insegnano ad amare più in profondità, come gli abeti nei terreni con poca acqua sviluppano radici più lunghe e sensibili per andare a cercarla. Qualcuno l’ha chiamata resilienza. Una forma particolare di reazione al dolore che invece di distruggere chi subisce violenza, prigionia o esclusione ricopre le ferite di cicatrici spesse. Di arnica e aloe. E rende speciali. Invincibili. Come te.» E qualcosa rimane di Nicoletta Bortolotti
Sinossi: Viola e Margherita hanno vissuto un'infanzia fatta di risate, piccole paure e mille giochi inventati insieme per non vedere le lacrime della mamma e le assenze del papà. Giocavano alle "parrucchiere magiche", e costruivano la loro "casa di Lego", pensando che l'avrebbero portata sempre con sé. Erano gli anni della Vanoni, di Guccini e delle feste dell'Unità. Poi le due sorelle sono cresciute, e si sono allontanate, divise dalle troppe vicende della vita. Finché, dopo undici anni di silenzio, Viola, la più giovane, ritorna. E chiede a Margherita di passare un weekend al mare, soltanto loro due. Per raccontarle il segreto che l'ha tenuta così a lungo lontana.
Benvenuta Nicoletta, nel mio blog A dream of reading; ti va di presentarti ai lettori?Grazie Maila di avermi invitato nel tuo blog. Ciao a tutti, sono Nicoletta e sono...scrittrice? Madre di Francesco e Sara? Figlia? Moglie? Pendolare? Redattrice di libri per ragazzi? O tutte queste cose insieme e nessuna? O cinque in una...Come avrete capito la mia vita è multitasking!
Com'è stato l'inizio della tua carriera? Hai sempre pensato che il mondo dell'editoria fosse il tuo futuro?Ho fatto molti lavori prima di approdare a una casa editrice: dall'educatrice per ragazzi disagiati, alla supplente in scuole di periferia, all'agente di viaggio, io all'epoca non sapevo neanche accendere un computer...Il mio sogno però è sempre stato quello di lavorare sui libri e, soprattutto, di scrivere. Ma nonostante i mille curricula di cui inondavo il pianeta carta-stampata, restava pur sempre un sogno. Poi l'occasione: una mia cara amica mi disse che in Mondadori, nel settore educational, cercavano una segretaria di redazione. Feci un colloquio, ma le probabilità di essere scelta in mezzo a tanti candidati erano praticamente nulle. E invece... mi presero. Comunque, un consiglio che do a tutti coloro che vorrebbero intraprendere questo percorso, è quello di fare esperienze in ambiti molto diversi. Aver lavorato dietro al banco di un'agenzia di viaggio, per esempio, dove stampavo biglietti ferroviari e aerei mi ha fatto conoscere persone eccezionali e ha fatto emergere nuovi lati di me, che poi hanno dato nel tempo sostanza e spessore nella scrittura. Insomma, il motto dovrebbe essere: prima vivere, poi scrivere.
Nelle tue opere emerge una predilizione per le tematiche che coinvolgono in primis le donne; dalla maternità alla famiglia, fino alla tua ultima pubblicazione: E qualcosa rimane, edito da Sperling & Kupfer, in cui parli del rapporto tra sorelle. A cosa si deve questa tua scelta narrativa?Stephen King nel suo On writing, sempre della Sperling, suggerisce: "scrivi quello che conosci". E io, nel mio piccolo, scrivo della realtà che mi circonda e che vivo ogni giorno. In questo modo mi pare che la scrittura risulti meno costruita e artificiosa. Ma non è detto che sia l'unica via praticabile. Oltre agli scrittori, infatti, ci sono i narratori che sanno intessere meravigliosi mondi distanti nel tempo e nello spazio. Ognuno può trovare la misura che gli è più congeniale.
A proposito di E qualcosa rimane, com'è nata l'idea di scrivere il romanzo?Come ho detto anche nella presentazione al Mondadori Multi Center con don Virginio Colmegna, tutto è nato da un'immagine: due letti a castello in una stessa camera. Uno disfatto e in disordine, l'altro con le lenzuola perfettamente distese, ma con i vestiti appallottolati sotto. In questo contrasto c'era già la storia di una famiglia, c'era già tutto il romanzo. I miei libri nascono spesso da una situazione iniziale, da una visione che mi colpisce.
È una storia inventata dalla tua fantasia o, in qualche modo, ti sei ispirata a fatti veri?I materiali a cui attingo sono sempre un po' misti, come in un mosaico le cui tessere hanno origini diverse. Ho una sorella minore e i miei genitori si sono separati. Abitavo a Milano e ho vissuto gli anni '70 quando ero bambina. Ecco i dati biografici, su cui poi, però, ho costruito una trama inventata e di fantasia, con personaggi romanzati. La cosa buffa è che a volte i lettori scambiano per autobiografici molti episodi del libro che non lo sono, come se in qualche modo volessero che fosse tutto vero...
Cosa apprezzi dell'editoria italiana e cosa, invece, pensi che si potrebbe migliorare? (Sempre se c'è qualcosa!)Non si arriva a pubblicare presso una grande casa editrice perché si hanno conoscenze o per motivi che non hanno a che fare con il merito. Io che ci lavoro dall'interno ho a che fare tutti i giorni con squadre di redattori, editor e grafici molto competenti, preparati e sensibili. Per cui, se un libro, con le dovute eccezioni, viene pubblicato da Rizzoli, piuttosto che da Sperling o da Mondadori, ha generalmente dei requisiti base di qualità e originalità che altri non hanno. Purtroppo, a volte, la corsa al bestseller a tutti i costi fa sì che si prendano anche molti abbagli...Ma i lettori fni e sensibili smascherano la "bufala". Basta guardare i commenti su Anobii...
Sono molti coloro che vorrebbero lavorare nel settore dell'editoria, e tanti che vorrebbero intraprendere la carriera di scrittore. Cosa consiglieresti loro di fare?Per scrivere bisogna leggere. Quindi l'unico consiglio che mi sentirei di dare, anche se può sembrare davvero banale, è quello di leggere molto. E non solo alta letteratura...A chi, poi, ha un libro nel cassetto, suggerirei di mandare una sinossi del proprio lavoro e due capitoli all'editor (dopo essersi procurato nome e cognome) della collana che pensa possa essere adatta al proprio testo. Ma queste sono anche le regole basilari per chi cerca lavoro in banca... Quello che voglio dire è che non bisogna improvvisare, ma ci vuole professionalità per presentare anche un prodotto creativo. Per lavorare nell'editoria si può cominciare a far girare il proprio curriculum e a proporsi come correttore di bozze. In Mondadori viene offerta la possibilità di fare una prova, che però...non sono in molti a superare! Oggi c'è il master in editoria che fornisce sicuramente una buona base.
Cosa pensi dell'avvento delle nuove tecnologie; in particolare dello sviluppo, almeno nel mercato italiano, degli e-book? Trovi che siano di aiuto per la diffusione della cultura?Sicuramente, anche se poi bisogna calibrare il tutto sul mercato italiano...Siamo i maggiori acquirenti di telefonini e iphone, ma ancora pochissimi possiedono un lettore e-book...
Hai dei progetti editoriali a breve termine?A gennaio 2013 uscirà per Mondadori un libro per ragazzi. È una storia di surf, di mare, di amicizia, ambientata sulla striscia di Gaza. Ho scoperto, infatti, che i ragazzini palestinesi e israeliani adorano sfidarsi sulle onde e, in passato, un allenatore di surf aveva procurato loro delle tavole forzando il blocco militare. Ci hanno fatto anche un film. E poi, ho in mente un libro per adulti, i cui presupposti sono già contenuti in E qualcosa rimane...
Grazie Nicoletta, per essere stata ospite del blog.Maila, grazie a te e a tutti i lettori di A dream of reading.
Ecco qualche commento che arriva quotidianamente dai lettori di Nicoletta Bortolotti:
Poche pagine ma intense. Ci sono gli irrisolti della vita ma alla fine la bellezza dell'imperfezione e la semplicità dell'amore vincono.Ency (su Anobii)
Un libro bello e delicato. Una voce insolita e piena di tenerezza che racconta con intensità e freschezza due universi famigliari contigui nei quali una donna si ritrova a fare i conti con se stessa e con l'incanto e il dramma dell'età adulta. Illuminante ed estremamente vero.Cristina (su Anobii)
L'AUTRICE: Nicoletta Bortolotti è nata in Svizzera e vive in provincia di Milano. Lavora come redattrice e ghost writer in una grande casa editrice italiana, e ha firmato diversi libri di successo per ragazzi. Questa è la sua prima incursione nella narrativa per adulti. Mamma di due bambini, trova il tempo per scrivere in treno. Per Baldini & Castoldi Dalai il libro umoristico Neomamme allo stato brado (2005). È autrice del romanzo Il filo di Cloe (Sperling & Kupfer, Milano 2007).
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