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Intervista a Pablo Montagne, seconda parte

Creato il 10 giugno 2011 da Empedocle70
Intervista a Pablo Montagne, seconda parte
Un anno fa ci lamentavamo della mancanza di contatti, della difficoltà di un musicista di essere attivo in Italia, come va adesso? La crisi .. il mondo che cambia … la cultura derisa e umiliata … lo sai che a Venezia un comune cittadino non può più entrare in Conservatorio? .. la porta si apre solo con un badge magnetico … ma che stiamo facendo? Che ci stanno facendo?
P.M. Sul Conservatorio la questione è molto delicata ( e troppo lunga), bisogna distinguere se questo serve a diffondere in generale “cultura musicale”, o se serve anche a preparare musicisti professionisti ( perlomeno quelli Classici) di alto livello in grado di diffondere a loro volta cultura.L’esempio della Francia…, ci sono moltissimi conservatori Regionali, e due Superiori, uno a Parigi e uno a Lione. C’è una dura selezione per il Superiore, domanda….In Italia possibile che sono tutti Conservatori Superiori? (non credo proprio), chi decide chi diventa superiore e chi invece normale? Chi ci va ad insegnare a quello Superiore? L’amico di turno? In Italia se non hai risultati con gli allievi non hai problemi, in Svizzera per esempio, è il nome e la fama dell’insegnante a richiamare allievi e iscrizioni, se non viene nessuno non lavori e te ne vai. Riguardo al Conservatorio in Italia aperto a tutti è da vedere bene, dato che viene rilasciato alla fine del percorso di studi un Diploma riconosciuto.Molti diplomati sono ben lontani dall’essere dei musicisti ( trascinati per inerzia fino alla fine del percorso di studi) , e il dramma è che molti di questi sono e saranno i docenti di domani. (soprattutto nelle Scuole Medie e nei “futuri” Licei Musicali).Credo molto nella forza dell’individuo sbattuto qua e la, in quel conservatorio o in quel paesello, alla fortuna dello studente o appassionato di andarci a sbattere, e alla bravura di saper scegliere e cercare la persona giusta ( ma anche qui c’entra la cultura).
G.M. Poco può cambiare a distanza di un anno vista la critica situazione in cui da tempo, forse da due/tre decenni, le attività culturali in generale pagano le spese di una indifferenza diffusa. Consumismo sfrenato, ritmi lavorativi sempre più serrati, mancanza di tempo per dare spazio al proprio pensiero, introduzione di nuovi canali di comunicazione, altro non fanno che isolare l'uomo nel suo piccolo guscio senza avere quindi la minima esigenza di un confronto diretto con attività ludiche. Ad accentuare questo stato di diffuso malessere ci si mettono anche politiche scellerate che contribuiscono ad emarginare la posizione sociale dell'artista contemporaneo.
Ultima domanda, proviamo a voltare verso la musica le tre domande di J.P.Sartre verso la letteratura: Perché si fa musica? E ancora: qual è il posto di chi fa musica nella società contemporanea? In quale misura la musica può contribuire all’evoluzione di questa società?
P.M. 1- Si fa musica per successo, per esaltare il proprio ego, per trovare la fidanzata,perché uno sta bene quando lo fa, perché è meglio che andare ad ammazzare qualcuno,un altro modo per pregare, per risolvere problemi con sè stessi, per lavoro, perché fuori è bel tempo o perché piove, perché è una questione di principio, perché ho le scarpe nuove, perché non rimane altro da fare, perché lo fanno tutti….anche Bach e Zappa la facevano……
2- Ci sono tanti posti : boschi, piazze, marciapiedi, deserti, sotto l’acqua, sul balcone, in un campo, nelle stazioni, in macchina, altipiani, spiaggia , giardini, panchine, etc…..3- In quale misura la società può contribuire alla evoluzione della musica?In quale misura l’evoluzione può contribuire alla musica di questa società?In quale misura la società con il contributo della musica può contribuire all’evoluzione?In quale misura l’evoluzione della musica contribuisce alla società?Qual è la misura dell’evoluzione della musica in questa società?Qual è la musica che ha bisogno di questa società per evolversi?Quanto deve essere la misura dell’evoluzione della società per contribuire alla musica?In quale misura la musica e la società possono contribuire all’evoluzione?In quale musica si misura il contributo della evoluzione di questa società?
G.M. Penso sia utopistico saper dare una risposta a queste domande sebbene la musica per me sia in prima battuta una esigenza. Il musicista, a parte alcuni casi più conformi al sistema, è sicuramente una figura socialmente isolata. La musica è stata, è e sarà come una nave spaccaghiaccio dell'evoluzione sociale.http://feeds.feedburner.com/ChitarraEDintorni

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