Magazine Arte
Intervista a Paola Guagliumi, ideatrice del blog "l'Arte spiegata ai Truzzi"
Creato il 25 agosto 2014 da Artesplorando @artesplorandoMi chiamo Paola Guagliumi, laureata in Storia dell’Arte, guida turistica di Roma. L’idea del blog mi è nata un anno e mezzo fa mentre ero in vacanza, sentendo i commenti stanchi e annoiati di alcuni studenti italiani dentro un museo londinese. Ma all’origine di tutto c’è sicuramente anche l’esperienza giornaliera dello spiegare l’arte a turisti Americani o comunque a persone inesperte. Lo scopo è attivare l’interesse per l’arte in modo divertente ma anche, limitatamente a quanto può fare un blog, educativo, spiegando le opere in modo semplice, chiaro, attuale, e possibilmente spiritoso. E in romanesco, perché sono di Roma e volevo un linguaggio quotidiano, “basso”, e con buone potenzialità umoristiche.
Qual è il tuo rapporto, il tuo approccio con il luogo per eccellenza che custodisce le opere d'arte, cioè il museo: sei più da "turistodromo" o preferisci piccoli musei poco frequentati e quale ti sentiresti di consigliare ai lettori di Art'esplorando.
Bè, il mio rapporto è al 90 % lavorativo, perché ci entro portando dei visitatori. Quando sono per conto mio, mi piace il museo semivuoto, egoisticamente: cioè, da un lato mi dispiace che lo sia, ma dall’altro lo vivo come oasi di silenzio e raccoglimento. I musei che amo sono tantissimi. Dovendo scegliere, a Roma adoro la Galleria Borghese tra i più noti; tra i più inusuali, il Museo della Vetrata nella Casina delle Civette a Villa Torlonia; il Maxxi è bellissimo come struttura; all’estero, invece, consiglio il semisconosciuto Geffrye Museum a Londra, sulla evoluzione della casa inglese, con ricorstruzioni a grandezza naturale di salotti dal Seicento ai giorni nostri. Spettacolare, e gratuito.
Che rapporto hai con le mostre? oggi spesso diventano eventi mediatici molto pubblicizzati, ma alla fine di poca sostanza. Quali sono le mostre che preferisci e se vuoi fai un esempio di una in particolare che ti ha colpito.
Evito i vernissage. Vado alle mostre possibilmente quando non c’è nessuno. Ultimamente mi è piaciuta molto la mostra sui pittori inglesi alla Fondazione Roma Museo, ha un bell’allestimento, bei pannelli esplicativi, è attualissima (anche se si potrebbe pensare il contrario), e poi mi piace l’argomento. Prima o poi un post sui paesaggisti inglesi non ve lo leva nessuno (http://www.pitturaingleseroma.it/)
Se fossi il ministro dei Beni Culturali e il Presidente del Consiglio ti desse carta bianca, quale sarebbe il tuo primo provvedimento?
Guarda, non vorrei essere nei panni di chi fa il Ministro dei Beni Culturali in Italia. Sinceramente non ho le competenze di azzardare nemmeno un provvedimento virtuale.
Cosa proporresti di leggere a una persona che si avvicini per la prima volta alla storia dell'arte? un testo scolastico, un saggio, una monografia...
Che domandona!! Mi verrebbe da dire che il primo ausilio per chi si avvicina all’arte dovrebbe essere non tanto un libro quanto una persona amica che ti porta in giro per musei e palazzi e te li fa apprezzare. E ti racconta le storie che ci sono dietro e dentro. Poi certo ci vorrebbe un manuale. Al liceo ho studiato sull’Argan, un grande classico. Come libri, ho amato molto “Il senso dell’ordine” di Gombrich. E’ un tomo di un certa consistenza, ma è interessantissimo perché va alla radice del perché l’essere umano produce Arte. Molto divertente invece ho trovato “L’Arte (conversazioni immaginarie con mia madre)” di Juanjo Sàez.
Arriva il Diluvio Universale e tu hai la possibilità di mettere qualche opera d'arte nell'arca di Noé, quali sceglieresti?
Se dovessi scegliere a mio gusto personale, la Venere Esquilina, l’Annunciazione di Simone Martini, un paio di Botticelli, la Pietà di Michelangelo, l’Apollo e Dafne di Bernini, un Pontormo, un Klimt, dei disegni di Schiele, un Burri, un Depero… mmm quanto altro spazio ho?
Con quale artista (anche non più tra noi!) ti sentiresti di uscire a cena o a bere qualcosa? e perchè?
Mah, non so, non è detto che chi ti piace come artista ti piaccia poi anche come persona. Molti artisti sono stati mezzi matti, oppure presuntuosi, oppure noiosi… proprio come i blogger, a volte meglio leggerli che incontrarli.
Oggi in TV e alla radio non c'è molta arte, e cultura in generale. Tu cosa consiglieresti di guardare (o ascoltare) al lettore di Art'esplorando. Può anche essere un programma non prettamente d'arte, ma al cui interno ci sia un'approfondimento artistico. In onda ora, ma anche nel passato(ovviamente valgono anche le web-tv).
Mi piace quello che fa Philippe Daverio. Rai Educational fa cose interessanti. Anche i programmi di divulgazione tipo quelli di Piero e Alberto Angela sono buoni.
In un ipotetico processo alla storia dell'arte tu sei la difesa, l'accusa è di inutilità e di inadeguatezza ai nostri tempi, uno spreco di tempo e di soldi. Fai un'arringa finale in sua difesa.
Signori della corte, l’arte in sé è innegabilmente un prodotto ineluttabile dell’umanità. Fin all’alba dei tempi l’essere umano ha prodotto immagini, ha decorato il mondo, ha cercato la bellezza, ha interpretato la realtà. Anche solo per questo non possiamo ignorarla. Per non parlar del fatto che ci dà piacere; nonché ci dice molto di come siamo, dei nostri desideri e paure, speranze e terrori. Ci aiuta a capire l’umanità nel suo essere profondo. Anche volendo, non possiamo farne a meno. Ma v’è chi dice che l’arte va ammirata in silenzio, che il discorso sull’arte è vano, pretestuoso, nonché – nella sua variante Insegnamento della Storia dell’Arte, inutilmente costoso; né forse gli studenti che a questo studio sono costretti si schiererebbero a difenderlo a spada tratta.Ma questo dipende non dall’arte, né dalla sua storia: dipende da quella fallacia tipica dell’essere umano che tende a chiudersi in sé stesso e a perdere la capacità di comunicare. Professori che (sottopagati e stressati) non vedono l’ora che arrivino le ferie o suoni la campanella; critici d’arte che si parlano addosso in uno sfarfallio di meta-di-qua e spazialità-di-là come se fossero al club delle Giovani Marmotte col loro codice segreto.No. La storia dell’arte, semplice nello spiegare (“dispiegare”, come si fa con un fazzoletto appallottolato) e attenta nel comunicare (“mettere in comune” con chi si ha di fronte, usando un linguaggio che sia anche il loro), è necessaria. E’ necessaria per l’arte del lontano passato, perché la Primavera del Botticelli, per quanto godibilissima anche in assenza di parole, non si comprende appieno se non si svelano i codici simbolici e le motivazioni sociali e storiche, che sono per noi perse (o meglio, nascoste ai più). E’ necessaria per l’arte del passato recente, proprio perché spesso l’arte si è allontanata dalla comprensione comune e i fili spezzati vanno re-intrecciati, se vogliamo capirci qualcosa dei quadrati di Mondrian o degli schizzi di Pollock.Altrimenti, decidiamo pure che capire non ci interessa; che ci interessa solo il piacere momentaneo della bella sensazione, l’utile di ciò che ci rende la vita comoda, il pratico della sopravvivenza giornaliera. Ma non è questo ciò che fanno gli altri animali? Se vogliamo essere quell’animale speciale che si chiama Razza Umana, dobbiamo far lo sforzo di ascendere quel gradino. Costa fatica, ma ci fa vedere l’orizzonte.
Concluderei con una bella citazione sull'arte, quella che più ti rappresenta!
Ho una pessima memoria per le citazioni. Diciamo pure che ho una pessima memoria. Assimilo i contenuti delle cose ma la forma tende a sfuggirmi. Nemmeno amo troppo le citazioni; o meglio, molte sono bellissime e pregnanti, ma isolate e messe lì diventano di pietra e perdono flessuosità . Questo per scusarmi e dirti che a questa domanda proprio non so come rispondere. Mi bocci?
Promossa a pieni voti! e devo dire che insieme ad "Arte a modino" di Alessio Bernardi, vincete il premio simpatia, per la vostra capacità di spiegare divertendo. Quindi tutti a scoprire "l'Arte spiegata ai Truzzi".Alla prossima intervista ...
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