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Intervista a Paolo Carsetti, comitato referendario 2 si per l’acqua bene comune

Creato il 01 marzo 2011 da Giorgiofontana

Oggi ho incontrato e intervistato Paolo Carsetti, Segreteria Operativa Comitato Referendario “2 Sì per l’Acqua Bene Comune”. Come ho già scritto in un post precedente, questo comitato raccoglie parte dei fondi in crowdfunding; ora la parola a Paolo Carsetti.

Come e perché è nato il comitato nazionale promotore del referendum?

Intervista a Paolo Carsetti, comitato referendario 2 si per l’acqua bene comuneIl comitato promotore dei referendum per la ripubblicizzazione dei servizi idrici è nato poco più di un anno fa dall’esperienza del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, aggregando a questa realtà una vastissima coalizione sociale. Ci piace dire che il Comitato Promotore va “dagli oratori ai centri sociali”, tale è la diversità dei soggetti che ne fanno parte e che credono all’importanza dei referendum.

Quali sono i valori su cui si poggia il Comitato?

Ci accomuna la necessità di una svolta radicale rispetto alle politiche liberiste che hanno fatto dell’acqua una merce e del mercato il punto di riferimento per la sua gestione, provocando dappertutto degrado e spreco della risorsa, precarizzazione del lavoro, peggioramento della qualità del servizio, aumento delle tariffe, riduzione degli investimenti, diseconomicità della gestione, espropriazione dei saperi collettivi, mancanza d itrasparenza e di democrazia.

Come avete affrontato, sia online che offline, la campagna di promozione del referendum?

La campagna referendaria è prima di tutto una battaglia di popolo, che nasce e cresce dal basso. In tutte le regioni, province e comuni italiani si sono auto organizzati in comitati territoriali, andando in strada e tra la gente con banchetti informativi. Un milione e quattrocentomila italiani hanno sottoscritto i quesiti referendari a questi banchetti. On line la campagna referendaria è stata portata avanti sul nostro sito e sui social network, rilanciati, ad ogni post da centinaia e centinaia di blogger in tutta Italia.

L’uso di social media come facebook e twitter, ha influito positivamente sulla popolarità della vostra causa? Quante persone hanno aderito al comitato tramite i social media?

I social network sono stati senz’altro importanti per trasmettere i nostri messaggi. La pagina “Referendum acqua pubblica” conta oltre settantamila iscritti. Quella “Acqua Pubblica” oltre settecentomila. La “Causa” circa duecentomila. Durante la fase del controllo delle firme per i referendum, un’operazione che richiedeva una grande mano d’opera volontaria a decine hanno risposto all’appello lanciato sui social network, e molti altri hanno scritto che avrebbero voluto partecipare ma che le distanze geografiche lo impedivano visto che il controllo veniva fatto a Roma.

Che strumenti di raccolta fondi avete usato per finanziarvi?

Per la fase di raccolta firme abbiamo chiesto un contributo alle realtà che compongono il Comitato e molto è arrivato dall’autotassazione di volontari e realtà locali. Per quanto riguarda la campagna referendaria abbiamo lanciato lo strumento della sottoscrizione con restituzione: chi sottoscrive almeno 50 euro le riceverà indietro una volta che il Comitato avrà ricevuto il rimboroso elettorale che gli spetta. Tutte le informazioni e le possibilità di sottoscrivere sono su www.referendumacqua.it

Che ruolo hanno giocato i socia lmedia nella raccolta del denaro necessario per portare avanti l’iniziativa?

Nella fase di raccolta firme, nessuno. Per la fase successiva, stiamo a vedere.

Sul vostro sito c’è una sezione dedicata ai donatori, dove si può vedere chi ha donato cosa; secondo lei che importanza ha la trasparenza dei dati nel panorama della pubblica amministrazione e delle organizzazioni no profit?

La trasparenza ha un’importanza centrale, specie in una periodo storico in cui tutto quello che ha a che fare con la politica è tacciato di losche manovre. Noi siamo altro.

Pensa che il web sia un buon posto per promuovere la partecipazione civica?

Assolutamente sì, la comunicazione 2.0 permette di avere degli scambi coi naviganti e con chi è interessato a particolari istanze.

Grazie a Paolo Carsetti e a presto.

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L'autore
Francesco Pirri

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ambiti di studio, marketing e comunicazione
per le organizzaizoni no profit e
per la pubblica amministrazione

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