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Intervista a Paolo Picciotto: un serio fotografo Food

Da Anna Maria Simonini @AMSimo

Oggi ho il piacere di intervistare per voi un famoso fotografo di Food, che conosco da un paio d’anni e che stimo molto. Lascio a lui il compito di presentarsi.

Ciao, mi chiamo Paolo Picciotto e sono un fotografo professionista da una ventina d’anni, fotografo da sempre. Ho lavorato per studi fotografici milanesi nel settore industriale, poi ho fatto tanto reportage di viaggio.

- Paolo, che soggetti fotografi? Food e cos’altro?
All’80% food, poi ospitalità e ancora servizi fotografici per riviste di viaggio.

- Perché foto di food?
E’ una passione non ci sono motivi particolari. Mi ha sempre affascinato per la fusione tra le grandi difficoltà tecniche e per l’alta componente creativa.

- Cosa pensi delle food blogger che fotografano food? Minaccia o collaborazione?
Minaccia? Non credo. Il web ha dato un durissimo colpo all’editoria di viaggio, determinando un abbassamento dei compensi, della qualità e alla fine anche del livello dell’informazione. Non credo che la cosa sia ripetibile nel mondo del food dove la qualità dell’immagine e dell’informazione richiesta è di elevata qualità. Alcuni blogger lavorano in modo ottimo (sia come contenuti che come foto), ma in generale (per questioni tecniche, di tempi, di budget) è un genere di attività che non interferisce con il lavoro di un fotografo professionista. Anzi credo ci sarebbero molte possibilità di affiancarle.

- Hai mai lavorato con una foodblogger?
Casualmente e in modo saltuario.

- Come vivi il tuo web?
Bene, grazie. Pubblico i miei lavori su FB e comunico con una mailing list di professionisti. L’intenzione è quella di aumentare la presenza sul web. Non so se i blogger la vedono come una minaccia.

- Con quali tipi di chef lavori?
Tutti. Ho lavorato con chef tri-stellati e con osterie, in Italia e all’estero.

- Uno chef che ti ha colpito molto
Recentemente pubblicato da Grandecucina di Reedgourmet il servizio su Ciccio Sultano de Il Duomo di Ragusa, bravo e determinato.

- Un servizio che ti è rimasto nel cuore
Difficile dirlo: alcuni lavori durano mezza giornata e altri progetti si protraggono per settimane. Sono rimasto in grande amicizia con Walter Ferretto de Il Cascinale Nuovo di Asti, con lui ho realizzato un libro per Gribaudo “Sapori d’Autunno”.

- Un libro che ti è davvero piaciuto fare
Gianni D’Amato il Rigoletto di Reggiolo: grande chef, grande famiglia, grande casa. Professionalità e cuore a piene mani, bravi davvero. Ma dal punto di vista fotografico finora l’impegno più importante è stato Riso con i fratelli Cerea, Da Vittorio a Brusaporto: un libro dedicato al riso e stampato da Reedgourmet su carta uso mano, elegantissima, ma che richiede un’altissima incisione e un attento controllo delle luci in fase di ripresa.

- Progetti futuri?
Come ho detto incrementare la mia attività sul web. Poi sto seguendo la nuova collana Mono di Reedgourmet, un progetto molto interessante perché è una collana pensata per professionisti ma che butta un occhio anche agli appassionati esperti; i foodblogger dovrebbero essere interessati. Abbiamo già pubblicato due titoli (Pasta e Riso) e il terzo è in lavorazione, e sarà una gran bella sfida fotografica. Mi sarebbe anche piaciuto trovare il tempo per realizzare dei corsi di fotografia per professionisti del food: chef, sous chef e perché no, blogger.

Grazie Paolo, seguiremo sempre con ammirazione le tue foto ed i tuoi viaggi in posti favolosi. Buon lavoro.

Sei un fotografo food e vuoi farti intervistare? Scrivici!


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