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Intervista a Paolo Sorge, prima parte

Creato il 17 maggio 2011 da Empedocle70
Intervista a Paolo Sorge, prima parte
Allora Paolo, poco più di un anno fa parlavamo del progetto Tetraktys e delle idee che stavate sviluppando .. finalmente è uscito il cd! Ce lo vuoi presentare?
Il cd è la testimonianza di un lavoro di preparazione lungo circa due anni, che è servito a mettere a punto un repertorio, a creare un affiatamento e soprattutto alla costruzione di un “edificio sonoro” appropriato per un repertorio così variegato, per via della commistione di linguaggi e stilemi diversi che è una delle caratteristiche più marcate del progetto Tetraktys.La scelta più efficace per mettere insieme tutti questi elementi si è rivelata quella di far ricorso pochissimo all’elettronica o agli effetti, in maniera tale da “obbligarci” alla ricerca di una tavolozza timbrica ottenuta quasi esclusivamente con le quattro chitarre elettriche collegate all’amplificatore e..le nostre mani!
Il termine Tetraktys .. o meglio il concetto di tetraktys .. hanno dei significati filosofici, storici e matematici ben precisi: rappresentava la successione aritmetica dei primi quattro numeri naturali, un «quartetto» che geometricamente si può disporre nella forma di un triangolo equilatero, in modo da formare una piramide. Un simbolo che troviamo nella copertina del cd e che aveva estrema importanza per Pitagora dato che la sua la scuola portava questo nome e i suoi discepoli prestavano giuramento sulla tetraktys stessa .. a Pitagora dobbiamo i primi tentativi di impostare la scala musicale .. come mai questo titolo? Un omaggio a Pitagora o a una più generale concezione della musica?
La somma dei primi quattro numeri dà il numero 10, e nella tradizione pitagorica il paradigma- Tetraktys è rappresentato come un triangolo equilatero costruito con dieci punti. Alla base del triangolo ci sono 4 punti, e posti sui livelli superiori troviamo il numero 3, poi il 2 e infine l’1 che è il vertice. L’immagine rimanda alle potenzialità del numero come generatore, come entità che manifesta nello spazio e nel tempo le proprie capacità di “proliferare”. E’ una rappresentazione della creatività.Le relazioni tra musica e matematica quindi sono note fin dall’antichità, anzi guardando alla storia sarebbe corretto affermare che la musica è una delle possibili manifestazioni della matematica. Dai numeri e dalla geometria possono scaturire codici e strutture molto rigide, che però magari nel momento della performance possono assumere un valore relativo, essere rimesse in discussione. Mi diverte molto la ricerca di questo contrasto tra il dionisiaco e l’apollineo durante i concerti. Preparo il materiale musicale con molta cura e poi mi affido all’improvvisazione per quello che riguarda l’elaborazione del materiale tematico.Nell’intraprendere questa strada mi avvalgo di varie risorse tecniche che ho avuto modo di approfondire nel tempo. Da circa un anno in particolare ho iniziato a conoscere da vicino gli insegnamenti di Joseph Schillinger e sto elaborando un mio codice compositivo.
Parliamo di Elliott Sharp, nel cd è presente un suo brano Bubblewrap. Sharp mi ha sempre colpito per il rigore delle sue composizioni, spesso scandite da profonde relazioni matematiche, serie, algoritmi, ma tutto visto e suonato con un certo distacco ironico, senza pesantezza, con ironia .. è solo una mia sensazione o è anche quello che sento nel disco?
Secondo me hai perfettamente colto nel segno! Anche io ho sempre pensato a Sharp in questitermini, e quando di recente ho avuto l’occasione di incontrarlo e lavorare con lui ne ho avutoconferma. Penso che un atteggiamento ironico agevoli la comunicazione con gli ascoltatori, specialmente quando la musica “parla” un linguaggio complesso. Non bisogna mai prendersi troppo sul serio, altrimenti si rischia di perdere il gusto del gioco, della follia creativa.
continua domanihttp://feeds.feedburner.com/ChitarraEDintorni

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