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Intervista a Patrizia Rossini

Creato il 11 maggio 2014 da Temperamente

Questo pomeriggio ci fermiamo a fare due chiacchiere con Patrizia Rossini, autrice del romanzo Punto e a capo… in nome dell’amore, recensito qui.

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1) Quali motivi l’hanno spinta a raccontare la storia di Nina, che è purtroppo anche quella di tante altre donne che hanno vissuto la sua stessa situazione? 

Ho scritto questo libro perché, come per il primo –  Travolta da uno tsunami ed. Adda (storia autobiografica) -, ritengo che ci siano delle tematiche che devono essere affrontate e non solo attraverso i convegni o i servizi televisivi. Bisogna dare alla gente la possibilità di riflettere, proprio leggendo un libro che ha sì una trama, una storia, ma in realtà permette di interiorizzare il tema delle violenze che non sono sempre e solo violenze che lasciano segni evidenti. Il mio obiettivo anche per questo libro ha un carattere sociale. La storia può piacere, come può non piacere, ma affrontare il contenuto, scevro dalla contestualizzazione che ho dato, diventa cogente.  Sono tante le Nina nel mondo ed è tempo che tutti  inizino a prestare attenzione al loro urlo silenzioso.

2) Parliamo frequentemente di emancipazione femminile. Eppure, sembra che le donne non siano ancora completamente libere di viversi e vivere. Quali sono, secondo lei, i limiti che le condizionano?  

Si confonde l’emancipazione femminile con quelli che possono essere i compiti quotidiani di un uomo e una donna. Oggi più di ieri gli uomini aiutano le donne nelle faccende domestiche, nella crescita dei figli, ma certamente ancora molta strada si deve fare per raggiungere una parità che non vuol dire per una donna poter fare ciò che da sempre ha fatto l’uomo.
La differenza di generi è una realtà e tale deve restare, quello che dovrebbe cambiare è il rispetto per l’altro/a, sempre. La donna purtroppo, per una cultura che si respira dalla nascita, ritiene che sia nella naturalità delle cose il fatto di dover essere quella che soccombe, quella che si immola ad eroina, quella che si deve sacrificare in nome del suo essere donna. Superare i retaggi culturali, che non sono solo degli uomini, non è facile. Questo libro, assieme a tutte le altre iniziative che ormai si promuovono, ha proprio lo scopo di accelerare questo processo di cambiamento.

3) Nina incontra diversi uomini nella sua vita. Quale dovrebbe essere il ruolo dell’uomo nella vita di una donna? 

Non dovrebbe essere diverso da quello della donna nella vita di un uomo. L’amore con la A maiuscola, l’amore assoluto, quello che presuppone condivisione, unione di intenti,  il sapersi mettere da parte reciprocamente per amore dell’altro/a, il saper leggere i pensieri, le paure, le emozioni, prima che l’altro/a abbia parlato: questo dovrebbe essere il ruolo dell’uomo nella vita di una donna e viceversa.

4) Quanto spazio c’è per l’amore oggi? 

C’è lo spazio che ognuno di noi vuole dare. Non ci sono situazioni tali da non lasciare spazio all’amore, chi non trova questo spazio o non ama o ha paura di amare.

5) Cosa vorrebbe dire a tutte le Nina del mondo?

Vorrei  liberarle dal senso di colpa che spesso le Nina sono costrette a subire nonostante siano le vittime di certe situazioni, vorrei che attraverso questo libro capiscano che le relazioni future di una bambina che ha subito violenze psicologiche e fisiche, sono condizionate da quello che loro hanno vissuto, vorrei che l’esperienza di Nina possa far accendere ai loro occhi quella spia rossa che indica pericolo nelle relazioni consolidate in nome di un amore malato. Vorrei poter dire loro che però, sempre, c’è la possibilità di mettere un punto e andare a capo e che questo non dipende dalla fortuna, ma solo ed unicamente da loro stesse.

Ci auguriamo che questo libro possa far parlare e riflettere tante donne, ma soprattutto tanti uomini. 


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