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Cos’è l’S4 e dove si trova ?
Stando ai fatti essa è il distaccamento dell’Area 51 in cui sono custoditi e nella quale vengono studiati i dischi volanti. Essa si trova sotto il lago di Papoose o anche noto come Papoose Lake.
Ed ora passo a mostrarvi l’intervista completa che il giornalista televisivo George Knapp fece a Robert Lazar il 25 luglio 1990. in essa la lettera K sta per Knapp e L per Lazar:
K: prego, ci descriva la sua esperienza
L: ho lavorato a Los Alamos, nei laboratori federali, come fisico, ed ero stato assunto come esperto di laboratorio per la base S-4, che è una base dell’US Navy.
K: dov’è ubicata questa base ?
L: si trova a circa 10/15 miglia a sud di Groom Lake e a circa 125 miglia a nord di Las Vegas.
K: come ha avuto il lavoro ?
L: non voglio menzionare la persona attraverso le quale l’ho ottenuto, ma fui mandato da una persona, ad EG&E, a cui dare il mio curriculum e la fui intervistato e mi fu detto che il mio lavoro era completamente slegato dalle attività di EG&E (sponsor di Lazar sarebbe stato Edward Teller, uomo di fiducia, tra il 1980 e il 1982, di Ronald Regan).
K: le hanno detto che lavoro avrebbe fatto ?
L: in effetti, non mi è mai stato detto, se non alla fine. Si trattava di un lavoro ad alto contenuto tecnico, qualcosa che mi avrebbe interessato molto.
K: cosi è stato assunto. E poi, cosa successe ?
L: il primo giorno che sono arrivato alla base ho avuto dei colloqui orientativi e mi è parso evidente che la tecnologia con cui avremmo lavorato (propulsione gravitazionale, ecc…) era qualcosa che la scienza convenzionale aveva appena iniziato a sfiorare.
K: parleremo tra breve di tutto ciò. Vorrei scoprire un’altro aspetto: è da poco più di tre settimane che la sua identità è stata resa pubblica; qualche mese fa lei fu ripreso in televisione in controluce e sotto uno pseudonimo ( come “Dennis”, Lazar fu confidente di John Lear) dopo aver resa nota la sua identità che cosa è cambiato, per esempio, nel rapporto con il pubblico ?
L: in effetti, le persone che incontro hanno avuto reazioni di consenso, di supporto, e si sono interessate molto a questi fatti. Ho ricevuto anche delle lettere di dissenso, ma è normale che non tutti mi credano.
N: ci sono state richieste da parte dei media ? volevano interviste ?
L: si, in effetti volevano interviste radio, alla televisione, molte persone volevano scavare nel mio passato e conoscere tutto di me.
K: molte persone che ci hanno chiamato hanno avuto l’impressione che ciò che dice è forzato o modificato in seguito a minacce ricevute, e che noi, come emittente, siamo censurati da forze molto potenti. Le è mai capitato qualcosa del genere ?
L: tutto ciò è ridicolo. Come si sa, la gente è sempre sulla difensiva. Nessuno mi ha mai detto niente eccetto quando ero alla base, ove mi avevamo esortato a non dire niente.
N: e come facevano ad essere sicuri che lei non avrebbe detto niente ?
L: possono arrivare a tutto, fino alle minacce di morte.
K: da quando ha iniziato a fare rivelazioni pensa che il suo telefono sia sotto controllo ?
L: si. Ho un rilevatore che si attiva molte volte.
K: qual’è stata la ragione che l’ha spinta a divulgare queste informazioni ? E’ stato perche la importunavano ?
L: si. Essenzialmente era per fermare tutto questo. Quando tentai di avere copia del mio certificato di nascita, venni a sapere che non esistevo più e che io non ero mai nato nell’ospedale in cui nacqui. Questo mi fece riflettere seriamente su cosa stesse succedendo. Cosi ho richiesto il curriculum dei lavori precedenti che avevo svolto e ho scoperto che anche tutto quello era sparito. Cosi presi la decisione di fare qualcosa prima che sparissi anch’io, come il mio passato.
N: cosi anche a Los Alamos risultava che non l’avevano mai assunta ?
L: esatto.
K: dopo che il suo resoconto è apparso in televisione cosa è successo ?
L: mi hanno fatto sapere che mi sono vicini.
K: era preoccupato per la sua vita ?
L: è questo il motivo per cui ho detto tutto hai microfoni. È un modo per cautelarsi da eventuali sparizioni.
K: è ancora preoccupato ?
L: si
K: ha constatato che le persone le credono, o vogliono solo più informazioni ?
L: penso che molte persone mi credano, ma penso che la maggior parte voglia solo più informazioni.
K: parliamo ora della tecnologia che ha visto, delle prima volta che ha visto qualcosa che a suo parere non era terreno….
L: la prima esperienza fu con il reattore antimateria
K: ci spieghi cos’è, come funzione e cosa fa
L: è un piatto di 18 pollici di diametro con una sfera sopra. All’interno della torre c’è una scaglia dell’elemento 115, che è un elemento molto pesante. Per il resto la macchina mi è sconosciuta. Il 115 nell’interno crea un campo gravitazionale ed espelle delle onde gravitazionali, che sono poi amplificate nella parte bassa dell’apparecchiatura. In generale questa tecnologia ci è virtualmente sconosciuta.
K: abbiamo visto il modello e le foto. Ci sembra troppo semplice per farne qualcosa.
L: è vero
K: parti in movimento ?
L: non individuabili. Essenzialmente il lavoro era di progettazione inversa. Avere cioè un prodotto finito da analizzare a rovescio per capire come fosse fatto. E se si poteva riprodurre con materiali terrestri.
K: da quando studia questa tecnologia ?
L: mi sembra da tanto, ma non so esattamente da quanto.
K: cosa può fare un generatore antimateria ?
L: trasformare la materia al 100% in energia, mentre la fissione nucleare ha come rendimento solo 8 decimi dell’uno per cento della trasformazione della materia in energia.
K: come funziona ?
L: quello che so e che quando il 115 è all’interno la reazione comincia. Non ci sono automatismi o altro. Apparentemente il 115 bombardato con protoni rilascia particelle di antimateria che reagiscono con qualsiasi materia posta all’interno del reattore. Questo genera all’interno del calore. E all’interno del sistema c’è un generatore termoionico a rendimento 100% che trasforma il calore in energia elettrica.
N: questo reattore antimateria come è collocato al campo gravitazionale ?
L: il reattore ha due funzioni: produce una fonte di energia elettrica molto grande e, sulla sfera, produce le onde gravitazionali grazie all’impiego del 115 il cui funzionamento è oggi sconosciuto. Le onde vengono poi incanalate verso la parte bassa del generatore, dove ci sono tre amplificatori di gravità che le aumentano.
K: cosi crea un campo gravitazionale tutto suo ?
L: esatto
K: crede che oggi gli scienziati non abbiano questa tecnologia ? c’è alla base S-4, ma noi non l’abbiamo creata. Com’è possibile ? perché non possiamo ? che cosa ha imparato dalla gravità ?
L: la gravità è un onda. Ci sono molte teorie sul fenomeno. È stato ipotizzato che la gravità sia una particella chiamata gravitone, ma questo non è esatto. È in definitiva un onda che può essere ottenuta da un elemento. Di come questo sia possibile io non ne sono certo.
K: cosi si può generare il campo gravitazionale. A cosa serve ?
L: si ha la possibilità di fare qualsiasi cosa. La gravità distorce il tempo e lo spazio. Cosi facendo si può avere un nuovo modo di viaggiare. Cosi, invece di viaggiare in maniera lineare da A a B, si distorce tempo e spazio e si porta a se la destinazione senza muoversi. Questo accade distorcendo il tempo. Si tratta di un cosa lontanissima dai nostri concetti.
N: molti scettici dicono che gli alieni sono troppo distanti nello spazio-tempo per arrivare sino a noi. Ma questa tecnologia che ci illustra rende irrilevante questa considerazione. Giusto ?
L: esattamente. Quando distorci il tempo non c’è più un riferimento normale del tempo, e questo è tutto ciò che fa la gravità che tu produci.
K: cioè si può viaggiare avanti e indietro nel tempo ?
L: non necessariamente. Alla base del disco ci sono i tre generatori di gravità. Quando si vuole viaggiare verso un punto, il disco si mette di fianco ed i generatori producono un raggio gravitazionale che viene puntato sulla direzione. Aumentando la potenza dei generatori, questi tirano lo spazio verso quel punto. Nel momento stesso in cui si rilascia lo spazio verso quel punto. E tutto questo avviene con la distorsione del tempo. Cosi il tempo non aumenta e la velocità è teoricamente infinita.
K: la prima volta che ha usato il reattore antimateria che esperimenti ha eseguito ?
L: gli scienziati che lo usavano hanno creato un campo gravitazionale molto forte, in cui dei piccoli dischi neri si sono formati come conseguenza della deviazione della luce.
K: era come se avessero creato un buco nero ?
L: si, potrei dire che era un analogia.
K: qualche altro esperimento ?
L: si. Hanno acceso una candela e l’hanno messa in un campo gravitazionale che distorceva il tempo. La candela bruciava senza consumarsi.
K: era stupito nel vedere queste cose ?
L: si, certo. Lo ero. Ma adesso ci rido sopra perché, sembrerà ridicolo a tutti ciò che sto per dire, quella era veramente tecnologia aliena.
N: circa il 115, che cos’è e perché non può essere prodotto sulla terra ?
L: è un elemento molto pesante. Nella carta degli elementi esistenti sulla terra, che noi abbiamo sintetizzato, ne abbiamo 106. Dal 103 in avanti (immediatamente dopo il plutonio) questi elementi si disintegrano fino al 106. Gli scienziati comunque ritengono comunque che, fra il 113 e il 116, gli elementi dovrebbero essere stabili. E questo è vero perché il 115 esiste. È stabile. Ma sarebbe impossibile sintetizzarlo, come sintetizziamo elementi pesanti come il bismuto e il plutonio, che vengono messi in un acceleratore e vengono bombardati con protoni, immettendo cosi protoni nei loro atomi per incrementarne il loro numero atomico. Per creare il 115 ci vorrebbe una quantità infinità di potenza e di tempo.
K: che altre proprietà ha un elemento cosi ?
L: ha una grande capacità di produrre energia. Non so di altre proprietà. Messo comunque nel generatore antimateria ha una grande capacità di distruzione. Inimmaginabile, usato come arma.
K: come che cosa ? cosa causerebbe mezzo chilo di 115 ?
L: un chilo di quella materia ha il potenziale di 47 testate all’idrogeno di 10 megatoni. Un chilo corrisponde, come dimensione a due prugne.
K: la gente che ci chiama non crede molto a queste affermazioni. Credono che lei abbia lavorato in S-4, ma credono che il 115 e i dischi volanti, i generatori antimateria siano solo progressi nostri di cui lei non era a conoscenza.
L: innanzitutto, è impossibile produrre il 115. E poi tutti quelli che lavorano alla base sono la per scoprire come sono fatte queste cose. I materiali ci sono completamente sconosciuti. L’idea del progetto è di riprodurre tutto ciò con i materiali terrestri. Ovviamente, si trattava di cose trovate, o dateci.
K: da dove arriva il 115 ? che tipo di ambiente può produrlo ?
L: secondo me, il 115 si può trovare alla periferia di una supernova, o attorno ad un sistema solare binario, dove c’era maggiore massa durante la formazione, dando cosi la possibilità di formazione di elementi pesanti.
K: cosi ha visto un generatore antimateria, un sistema di propulsione gravitazionale, il 115 e ha anche letto dei rapporti con informazioni a dir poco sconvolgenti. Ce ne può parlare ?
L: la ragione per cui non l’ho mai fatto prima d’ora è perché si trattava solo di rapporti. Erano solo parole scritte sulla carta, e potevano essere una fonte di disinformazione. Certamente, ciò che lessi sul 115 aveva avuto un riscontro pratico nel laboratorio in cui ho lavorato. I rapporti erano sugli alieni e perfino sulla religione.
K: precisiamo agli ascoltatori che, prima del servizio, abbiamo visionato il materiale. E abbiamo deciso per il momento di tralasciare la parte sugli alieni. Quindi non è lei che sta nascondendo qualcosa all’auditorio; è una nostra decisione. Ha comunque visto anche rapporti del governo che parlavano di alieni. cosa dicevano ?
L: c’erano fotografie di alieni, rapporti di autopsie, molte informazioni
K: qual’era il loro aspetto ?
L: erano i tipici grigi. Una creatura alta dai 3 ai 4 piedi, una testa larga priva di capelli, occhi neri inclinati, braccia lunghe. Magri.
K: cosa diceva l’autopsia ?
L: ho visto dei corpi in esame. L’interno era scuso come se l’elemento principale che li componeva fosse il ferro e sembrava che vi fosse solo un grande organo che riassumeva in se le funzioni di cuore, fegato, polmoni, ecc… il rapporto, in fin dei conti, riportava solo pesi e misure senza peraltro tirare alcuna conclusione.
K: diceva almeno da dove arrivavano ?
L: si, un rapporto diceva che arrivavano dal reticolo 4.
K: dove si trova questo reticolo ?
L: mi è stato detto che venivano dalla costellazione Z, e per reticolo 4 intendevano il quarto pianeta da quel sole. Nello stesso rapporto la terra era indicata come Solar 3, cioè il terzo pianeta del nostro sole.
N: lei ha letto molto sugli UFO. È possibile che abbia mischiato quelle informazioni con queste apprese nei laboratori ?
L: no. Io sto lontano dai ricercatori UFO e non voglio essere associato a loro. Non faccio ricerche in merito. Mi interessa leggere, ma niente di più
K: se è cosi riluttante ad essere associato al problema UFO, come si sente adesso che è coinvolto suo malgrado ? Perché è cosi riluttante ?
L: ci sono molte storie in giro; ogni ricercatore ha il suo punto di vista, dice di avere la storia giusta. E cosi io non voglio prendere le parti di nessuno perché non so da che parti vengono le informazioni, sebbene tutti concordino sui fatti base, che ci sono astronavi aliene sulla terra.
N: prima di essere messo nel programma S-4 lei si interessava agli UFO. Come è possibile che qualcuno che ha un interesse venga poi assunto per lavorare in un programma che segue lo stesso filone ?
L: a quel tempo avevo mandato il mio curriculum in diversi posti, perché dovevo rientrare nel campo scientifico. Quasi simultaneamente ho incontrato John Lear e, dopo aver letto qualcosa delle sue ricerche, ho pensato che fosse matto ma che evidentemente aveva buone fonti di informazioni. Perché per parte di ciò che lessi, trovai riscontro nei laboratori durante i miei esperimenti.
K: per quanto concerne gli UFO, come scienziato pensa che qualcosa sia stato mistificato ?
L: assolutamente no. Posso sostenerlo fino alla morte.
K: molti ufologi vorrebbero aiutarla, proteggerla, sentire le sue esperienze. Ma lei ha sempre evitato tutto questo, facendo solo un paio di trasmissioni in tv e le interviste qui alla nostra radio, rifiutando il circuito dell’UFO. Perché ?
L: per il motivo che ho detto innanzi. Non voglio essere associato a quel problema. E poi a quante persone devi aprire il tuo passato, investigatori, gruppi che studiano gli UFO ….. e poi il mio scopo era quello di rilasciare qualche informazione per proteggermi.
K: qualche ricercatore UFO dice che lei ha fornito informazioni segrete mentre lavorava nei laboratori S-4 e collaborava con loro. E’ vero ?
K: non con i gruppi ufologici. Ho detto qualcosa a qualcuno, ma di più non posso dire.
L: in definitiva, stava rompendo i giuramenti fatti al governo. Cosa le ha fatto pensare che fosse necessario.
N: pensi alla grandezza di cosa sta succedendo….tutta la tecnologia deve restare segreta, fino a che avremo il controllo della stessa, ma certamente il profilo generale di ciò che accade non può essere tenuto segreto ne agli americani ne al resto del mondo. Divulghiamo i fatti basilari. Ad esempio, che queste astronavi sono venute sulla terra e ci hanno lasciato qualcosa da analizzare. Non c’è bisogno di divulgare dati sul generatore antimateria, sul potenziale distruttivo, e cosi via.
K: che cosa significherebbe dare questa tecnologia ad un laboratorio che possa svilupparla in massa ?
L: è difficile dirlo. Si avrebbe un modo di viaggiare completamente diverso. E cosa succederebbe se si potesse modificare il tempo ? Questo prima di tutto sfocerebbe in un profondo dilemma filosofico.
K: pensa che tutto questo verrà mai divulgato ?
L: personalmente no.
Qui finisce l’intervista completa presa dal libro di Alfredo Lissoni “Gli UFO e la CIA”. Ho notato che verso la fine vi sono due lettere K poste di seguito come se Knapp ponesse una domanda a Lazar e si rispondesse al posto del fisico. Un errore oppure Lissoni ha voluto richiamare la nostra attenzione su un punto apparentemente innocuo e quindi essenziale ? e quella lettera N di chi è ? un altro giornalista ?
L’unica cosa certa è che l’area 51 e il suo distaccamento ossia l’S-4 rimangono ancora avvolti nel mistero.
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