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Intervista a Roberto Rosso: per il sindaco di Torino si facciano le primarie

Creato il 02 novembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Primarie anche nel centro destra, unica speranza di riscatto

Che Torino sia una città in cui il centro-destra ha sempre avuto difficoltà ad affermarsi è cosa nota. Che nel corso dei lustri, di quinquennio in quinquennio, le candidature di aspiranti sindaci di area liberale o conservatrice siano sempre arrivate un po’ in ritardo, un po’ con l’affanno ed un po’ con scarsa convinzione, pare altrettanto inconfutabile.

Tuttavia abbiamo intervistato l’On. Roberto Rosso, che a diventare sindaco di Torino ci provò nell’ormai lontano 2001. «Una vita fa» come ammette lui stesso, quando il ballottaggio era ancora un obiettivo concreto per l’opposizione. Poi il doppio mandato di Valentino Castellani e di Sergio Chiamparino, culminata dal primo giro di Piero Fassino ormai in scadenza, sembrano aver fatto dimenticare definitivamente, alla città, la possibilità di una guida a trazione diversa di quella a sinistra.

Oggi, insomma, la situazione sembra assai diversa: il PD del premier Renzi non ha ancora una certezza assoluta della (probabile) ricandidatura dell’On. Fassino; la sinistra più radicale (SEL in particolar modo) sembra dirigersi verso un proprio candidato e, soprattutto, c’è un’importante novità a mettere a rischio una passeggiata in discesa per i soliti noti: è il Movimento 5 Stelle, probabilmente nelle fattezze della giovane e aitante consigliera comunale Chiara Appendino.

La formula per avere una speranza, secondo Rosso, è quella di sperimentare nel capoluogo piemontese, roccaforte altrui, il meccanismo delle “primarie all’americana”. Ovvero, circoscrizione per circoscrizione, una consultazione dei residenti per scegliere quali candidati portare avanti. I tempi sono stretti e, a seguito di una lettera indirizzata ai leader locali e nazionali di tutto il centro destra, sembra che non ci siano risposte entusiastiche: «Giorgia Meloni e Matteo Salvini si sono sempre detti favorevoli alle primarie – spiega Rosso – sarebbe un controsenso se si tirassero indietro proprio ora». Sarebbe però un modo per avvicinare la cosiddetta società civile, che è fondamentale per consolidare un consenso moderato. L’avv. Luca Olivetti, che abbiamo intervistato la settimana scorsa, sembrava di parere opposto, ma l’importante, al momento, sembra che sia il semplice fatto che qualcuno a darsi da fare ci sia.

Un ultimo tentativo per combattere il famigerato “sistema Torino”, più volte chiamato in causa dai candidati delle varie opposizioni che si sono succedute nel tempo? Scopriamolo insieme con questa chiacchierata, in cui Roberto Rosso non nasconde un qualche interesse ad essere riproposto come leader della coalizione che tenterà di mettere i bastoni tra le ruote a Fassino, o a chi al posto suo cercherà di sedersi nello scranno più alto della Sala Rossa.

Tags:2016,amministrative,fassino,roberto rosso,torino Next post

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