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Intervista a silvia di stefano

Creato il 10 ottobre 2010 da Teatrochepassione
INTERVISTA A SILVIA DI STEFANO Alla vigilia del debutto di "PINOCCHIO IL GRANDE MUSICAL" a New York, Teatro Che Passione ha intervistato per voi colei che nel musical interpreta l'astuta ed affascinante Volpe, Silvia Di Stefano, attualmente in scena anche con "ALADIN", firmato da Stefano D'Orazio, con il ruolo di Shadia.
Ringraziamo Silvia per la disponibilità e le chiediamo di raccontarci della sua carriera artistica, dei suoi progetti e dei suoi sogni...Buona Lettura!

- Ciao Silvia e grazie di cuore di essere passata a trovarci, devi sapere che siamo molto curiose di conoscere meglio tutti i segreti di Aladin, ti va di raccontarci di questo cast di giovani ma “bravissimi interpreti”? - Giovani? Ringrazio commossa e credo che sia io che molti dei miei colleghi vi offriranno volentieri una cena! Ahahahaahah. Scherzi a parte, non siamo più considerati giovani in questo ambiente già da qualche anno... anche se di fatto lo siamo!!!
Io sono entusiasta dei miei colleghi e del gruppo di lavoro che ho trovato. A partire dal regista Fabrizio Angelini, con cui ho avuto il piacere di lavorare già in Pinocchio e Cabaret, ma solo come coreografo. La collaborazione con Gianfranco Vergoni per la regia e con Giovanna Gallorini per le coreografie, è perfetta e insieme creano un ambiente di lavoro pieno di serenità, impegno, passione e divertimento.
Mi ritrovo in scena ancora una volta con Manuel Frattini, che io andavo a vedere a teatro anni fa e di cui tenevo la sua foto nel portafoglio, e che oggi è un compagno di lavoro quasi fisso, ma soprattutto uno dei pochi grandi amici della mia vita.
Ho ritrovato anche altri amici, con cui avevo lavorato in passato, e scoperto persone nuove con tante cose da condividere, piene di talento e passione, ma soprattutto che sanno ancora emozionarsi. 
- Secondo te con quali criteri hanno scelto gli attori? - Bisogna essere dall'altra parte per capire esattamente che cosa vogliono il regista, il direttore musicale, il coreografo, il produttore, il direttore artistico... insomma certe volte tutti vogliono una cosa diversa e mettersi d'accordo è molto difficile.
Essendo "Aladin" uno spettacolo inedito, senza nessun esempio a cui far riferimento, le idee erano un po' confuse per tutti all'inizio, sia per noi che non sapevamo su cosa orientarci, sia per loro che non sapevano cosa cercare esattamente.
Molto spesso succede che sia proprio un attore a suggerire il carattere del personaggio al regista. Addirittura molti di noi si erano proposti per un ruolo e alla fine si sono ritrovati a farne un altro completamente diverso. Di sicuro hanno scelto grandi professionisti pieni di talento e hanno lasciato meno spazio alle "nuove leve". L'80% del cast infatti ha un curriculum lungo almeno 2 pagine!!!! 
- Che tipo di intesa ci vuole secondo te tra gli attori per interpretare un musical di questo tipo? - L'intesa tra gli attori ci vorrebbe sempre, in qualunque tipo di spettacolo. Si lavora meglio! Purtroppo non sempre è così...
Sicuramente serve una grande dose di feeling tra le varie coppie di uno spettacolo, in questo caso Aladin/Abù, Jasmine/Shadia, Aladin/Jasmine, Shadia/Abù e Jafar/Jago.
La complicità è fondamentale per avere ritmo nelle battute, per capirsi al volo se ci dovesse essere un problema, per le battute comiche quando uno è la spalla dell'altro, per emozionarsi e far emozionare. E quando c'è l'intesa tra due persone/personaggi, il pubblico lo sente!
Io sono stata fortunata perché ho trovato in Valentina Spalletta e Alex Mastromarino delle persone straordinarie. Non avevo mai incontrato Valentina: ci siamo presentate la mattina del primo giorno di prove e la sera eravamo già amiche d'infanzia, dopo una settimana ci fermavamo a chiacchierare in macchina da sole fino alle 5 del mattino. Praticamente amore a prima vista! 
- Chi è il tuo personaggio e che ruolo ha nella storia? - Io interpreto Shadia, la dama di compagnia di Jasmine.
Meno materna della classica nutrice alla Romeo e Giulietta, anche perché poco più grande di Jasmine. La colpa delle idee rivoluzionarie e femministe della principessa vanno sicuramente attribuite a lei, anche se, nel momento in cui Jasmine tenta di fuggire dalle assurde imposizioni di corte, cerca in un primo momento di fermarla, ma poi cede e capisce le ragioni della sua amica, fermo restando che sarà sempre al suo fianco per proteggerla.
Aggressiva verso tutti coloro che potrebbero ferire Jasmine, senza mezzi termini e decisamente poco regale nei modi che lasciano trasparire la sua provenienza dal popolo, diventa dolcissima di fronte alle lacrime di Jasmine. 
- Per quanto tempo sarete in tournèe? - La tournée parte il 9 novembre dal Teatro Nuovo di Milano e continuerà per tutta la stagione invernale fino ad aprile 2011. Tutte le date sono sul sito ufficiale www.aladinilmusical.it
- Hai lavorato spesso con Manuel Frattini, che tipo di artista è Manuel secondo te? - Manuel è un artista straordinario. Come dicevo prima ero una sua grande fan, e lo so ancora oggi!
Ha tutte le qualità per essere un numero uno. Oltre al talento, la tecnica, l'energia esplosiva, il carisma, il siero dell'eterna giovinezza nascosto in camerino (perché altrimenti non si spiega!)... ha anche una grande umiltà e tanta voglia di mettersi in gioco.
Professionalità al'ennesima potenza, mai un ritardo, mai una lamentela, mai un "non ci riesco", mai una scenata, sempre sorridente e pronto per le nuove sfide che questo lavoro gli propone.
Riesce a trascinare in questa carica positiva tutto il gruppo di amici e colleghi, creando un'atmosfera ottimale per lavorare bene e intensamente.
Auguro a tutti di lavorarci almeno una volta. 
- Ma veniamo adesso a te Silvia, ci vuoi raccontare del tuo lavoro dagli inizi fino ad ora? - Io ho iniziato a studiare molto tardi. Non ho manifestato nessuna ambizione artistica fino all'età di 19 anni. Credo fosse il peso di avere una famiglia di artisti di una certa importanza e di non sentirmi all'altezza di fare la stessa cosa. Dopo un po' ho dovuto cedere all'istinto e lasciarmi andare.
Dopo 3 anni di scuola di Teatro e Musical, lezioni di canto, una Compagnia creata con gli amici e tante audizioni, sono finalmente arrivata a "Pinocchio" come ensemble. Un'esperienza irripetibile, magica, fuori da ogni logica e da ogni itinerario di allestimento conosciuto, un'emozione dopo l'altra e ancora oggi chi ne ha fatto parte, dice le stesse cose.
Nel 2004 Saverio Marconi mi vede in scena in un ruolo importante, Zia Malù, nel musical "Sketch" in scena al Teatro Nazionale e decide di promuovermi a Volpe. Da lì ho mantenuto sempre quel ruolo, anche se sono passata attraverso tutti i personaggi femminili di "Pinocchio": mi manca solo la Fatina!
Un'altra tappa importante della mia carriera l'ha segnata il personaggio di Lady Oscar nel Musical "François" di Andrea Palotto. Un lungo e serrato lavoro attoriale su un personaggio che non sapevo da che parte prendere, totalmente diverso da me e da quello che sapevo fare e che avevo sempre fatto. Proprio per questo credo sia il personaggio che ho amato di più.
Da lì torniamo alle mie corde con Fraulein Kost in "Cabaret". Decisamente esagerata, a volte volgare ma divertente, è il ruolo che mi ha dato l'enorme soddisfazione di essere parte di un corpo di ballo. Solitamente i ballerini cercano di staccarsi il prima possibile dall'ensemble per interpretare dei ruoli, piccoli o grandi che siano. Io avevo sempre voluto ballare e sognavo di essere una ballerina e in quel momento... lo ero! La grande soddisfazione fu quella di sentirmi dire che sembravo una ballerina e che non sfiguravo minimamente vicino alle altre. I miei amici hanno dovuto sopportare il mio ego per non so quanto tempo! Ahahahaah
Nel 2006 è iniziata la grande collaborazione artistica con mia mamma. Lei scriveva gli spettacoli e io li mettevo in scena. Erano gli albori delle nostre future carriere di sceneggiatrice e regista... chissà se lo diventeremo mai è la domanda. Abbiamo iniziato con "Blues Mama Club" insieme ad Alessandro Salvatori, Angelo Di Figlia e Chiara Scipione, poi "A Tempo di Musical" anche con Andrea Verzicco e Nadia Scherani, "Gran Varietà" e "Bugiardi si diventa" con l'Accademia dello Spettacolo di Ortona e "Sindrome da Musical", uno spettacolo con Manuel Frattini che continuiamo a portare in scena nei periodi off da ormai 3 anni.
E tanti altri spettacoli, più conosciuti come "Toc Toc - A Time for Musical" sempre con Manuel, e anche meno famosi ma sempre importanti per la crescita di un'artista. 
- Ci racconti qualche aneddoto particolare che ti è capitato sul palco, negli anni, qualora ce ne fossero? - Aneddoti ne avrei una marea, senza considerare gli scherzi, le papere, gli errori. Potrei stare qui fino a domani.
Uno che mi fece molto ridere è successo nell'ultima tranche di "Pinocchio" a maggio 2010 al Sistina. In genere io non rido mai in scena, riesco sempre a trattenermi, ma quel giorno non ce l'ho fatta.
Il mio Gatto in quel periodo era Fabrizio Checcacci che, per chi non lo sapesse, è completamente pelato. Evidentemente non aveva fissato bene la parrucca, ma quel giorno io, dal tavolo della scena del cocomeraio, urlo come solito "Cinquecento!!!!!!", lui si spaventa e gli parte la parrucca con tutto il cappello. Sarei riuscita, forse, ad andare avanti, ma il pubblico rideva, i miei colleghi in scena si nascondevano dietro ai cocomeri e piangevano, e gli altri colleghi in quinta erano a terra con le convulsioni.
Non si può... 
- Sei figlia di Lena Biolcati, bravissima cantante italiana, ha influito questa cosa nella scelta della tua professione? - Ho già risposto in parte al punto 7. Non è facile affrontare il mondo dello spettacolo quando hai alle spalle non uno, ma due genitori che hanno vinto il Festival di Sanremo e non solo.
Mia madre ha sempre cercato di spronarmi ma io non ne volevo sapere, poi mi ha fatto capire che non bisogna mai reprimersi e che potevo essere una grande artista anch'io, a mio modo.
Sono fortunata, non invidio i miei amici che per fare questo mestiere, già molto difficile, hanno dovuto combattere anche contro gli ostacoli posti della famiglia.
Mia madre non si perde mai una mia prima. Arriva con i fiori prima dello spettacolo e mi porta le lacrime in camerino alla fine. 
- Il successo di Pinocchio va avanti da molti anni ormai e adesso si preprara ad un traguardo importante, quello di debuttare sui palchi di New York. Quanto è gratificante e quanto ritieni importante questo traguardo per la tua carriera? - New York per il teatro musicale è un miraggio e arrivarci addirittura con uno spettacolo italiano è un miracolo.
Era dal 1964 che non succedeva, e all'epoca il miracolo lo ricevette "Rugantino".
Questo spettacolo mi ha dato veramente tutto, tante soddisfazioni. Pensare che "l'ho visto nascere" (come dice Angela a Geppetto), sono cresciuta negli anni con lui, non ho saltato neanche una replica, sono passata attraverso tutti i suoi personaggi, le sue scene, le sue coreografie. E ora questo bimbo mi sta portando a New York, ho sempre saputo che mi avrebbe riservato delle grandi cose.
Siamo tutti emozionatissimi e forse non stiamo ancora realizzando. Credo che la sera della prima, più che i fiori, dovranno portarci i sali!!!  
- Ci racconti del progetto "Volare"?  - "Volare" è stata una scommessa, quasi un gioco. Ero in una lunga pausa lavorativa e stavo facendo delle serate in Toscana, quando mi venne quest'idea. Chiamai subito Marcello De Toffoli, amico e grande arrangiatore conosciuto il primo anno di "Pinocchio" e gli proposi questa piccola follia. Nel giro di pochissimo tempo la cover della canzone italiana più celebre del mondo era on line su una pagina MySpace totalmente anonima. Quando le visualizzazione arrivarono dopo 10 giorni a 50.000, ci rendemmo conto che stava succedendo qualcosa.
Da lì in poi sono successe tante di quelle cose ad una tale velocità che ancora oggi non mi rendo conto. Senza chiedere niente a nessuno e senza aspettarmi nulla, mi sono ritrovata in una casa discografica: la Target Music di Milano, con un videoclip in onda su VideoItalia, le interviste in radio, passaggi televisivi Rai e Mediaset e un album di cover uscito a luglio di quest'anno.
E ancora non so come ho fatto... 
- Cosa ti auguri per il tuo futuro professionale? Quali progetti vorresti realizzare? - Dieci anni fa quando mi chiedevano: "Cosa vuoi fare da grande?" io rispondevo "Voglio fare Manuel Frattini". Mi viene da ridere quando penso alle facce basite della gente.
Vorrei dedicarmi alla regia e all'insegnamento. Mi sono ritrovata in queste situazioni più volte e mi sono innamorata di quello che faccio. No... in realtà mi sono innamorata di quello che riescono a darmi le persone, sia allievi sia attori nell'allestimento di uno spettacolo.
E' una grande emozione e mi tiene sempre in movimento con la fantasia e la creatività. Mi piacerebbe anche aprire una scuola di Musical un giorno, stile americano, con i dormitori, il teatro interno, un piccolo campus insomma. Finché si sogna non si esagera mai...
- Silvia sul palco è una bravissima cantante e un'attrice molto dotata, com'è Silvia quando non calca le scene?
- Esattamente come sul palco! Ahahahah... ho fatto del teatro la mia vita e viceversa.
In realtà poi sono anche molto solitaria, affronto dei periodi neri di pessimismo cosmico, sono intrattabile, irascibile e vendicativa, e me la prendo molto, anche troppo, per quelle che io reputo ingiustizie. Ma questo è lo Scorpione e non posso farci nulla... lo stesso Scorpione che però dà grande importanza all'amicizia, al romanticismo, che farebbe 1000 km per qualcuno, che ama innamorarsi e sognare.
Ringraziamo infinitamente Silvia per la disponibilità e la vivacità con la quale ha risposto alle nostre domande e le facciamo un enorme in bocca al lupo per la sua vita!Laura e Sonia

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