Nome: Silvia
Cognome: Giovannini
www.effettolifting.it
Anno di nascita: 1975
Ultimo lavoro: Effetto lifting.it
Prosegui pure, hai carta bianca.
Sono una ragazza (…’nsomma ho 35 anni) un po’ piedi per terra, un po’ persa nell’aria. In bilico, quindi. Qualche certezza c’è e le persone intorno a me lo sanno: ci si può fidare.
Ti va di raccontarci in breve il tuo ultimo libro?
E’ un romanzo leggero. Protagoniste ragazze “deliziosamente contorte” (per citare un amico) alla ricerca ciascuna della scarpetta giusta per il proprio piedino. Ci sono i problemi di tutti i giorni, ma descritti col sorriso, perché riflettere non significa necessariamente flagellarsi.
Quando hai iniziato a scrivere, sapevi già che – prima o poi – ti saresti imbattuto nella stesura di un romanzo?
Sapere no. Certo che lo desideravo. Ma non lo considero un traguardo, non sono così ingenua o presuntuosa. Però è un intrigante punto di partenza. Per cosa, chi lo sa?
Hai mai ballato sotto la pioggia?
Brrr… io ho sempre freddo. Cantato sì, però. Io canterei ovunque.
Esiste un libro che avresti voluto scrivere tu?
Certo, tutta la serie di I love shopping. Così la smetterebbero di chiamarmi la Kinsella di Casbeno. (Qualcuno ha scritto che sono la Fielding delle Prealpi. Ma hai mai visto la Fielding? Può essere mia nonna…).
La tua canzone preferita è…?
Ahia, forse devo trovare qualcosa di più sofisticato… La verità? In certi momenti di Eros Ramazzotti.
Che rapporto hai con la televisione?
Io sono la tipica persona drogata di telefilm. Ho pianto per l’ultima puntata di Oc e ora vivo nell’attesa del gran finale di Lost (del resto, sono in buona compagnia).
E con il cinema?
Lo adoro. Pizza, coca, cinema: è la mia serata ideale.
Hai mai parlato al telefono per più di due ore?
Cerrrrto! Con Rita, la mia amica del cuore.
Ti piacciono i proverbi? Ne usi uno più spesso?
“L’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re”. Lo dico sempre in casa e, tutto sommato, servirebbe a molti rendersene conto.
Hai tre righe per dire quello che vuoi a chi vuoi tu. Ti va di usarle?
Posso dire una cosa un po’ triste?
Fai pure, ci mancherebbe altro.
Di recente è mancata una mia conoscente. Tra le altre cose, che quest’esperienza mi ha insegnato, ho deciso che, d’ora in poi, tutto quello che mi sento di dire, lo dico (nei limiti della decenza), perché non debba mai rimpiangere di non averlo detto quando ne avevo la possibilità. Per cui, no… quel che dovevo dire, ho già detto.
Se potessi cambiare una cosa (ma una soltanto) del tuo ultimo libro, che cosa sceglieresti? Il titolo? L’immagine di copertina? Il nome di un personaggio? Il finale? Altro?
Una cosa c’è, ma se la dico non lo vendo più. Comunque non riguarda la trama!
Quando scrivi una storia, hai un lettore di riferimento oppure scrivi solo per te stesso?
Il mio lettore ideale è esattamente come me (e credo anche come te): una persona svitata, in senso buono.
Tra due ore si parte per un viaggio su Marte: scegli tre oggetti da portare con te e un aggettivo per descrivere l’umanità ai marziani.
Pane, Nutella e un cucchiaino. E direi: “Visto cosa vi perdete?”.
La cosa che più ti annoia, quella che più ti diverte e quella che più non sopporti.
Mi annoiano le macchine che girano… cos’è? Formula Uno?
Mi fanno impazzire i parchi dei divertimenti (w Gardaland)!
Non sopporto le persone che ti assillano coi loro problemi, tu ti sbatti per risolverli, e poi, passata la tempesta, non si fanno più vive.
Stai già lavorando al tuo prossimo libro? Se sì, ci regali un’anticipazione?
Un libro no, un progetto sì. E’ una sorpresa e quando sarà pronta, sarai il primo a saperlo.
Prima di salutarci, l’ultima domanda è tua. Chiediti quello che vuoi, ma ricorda anche di risponderti.
Ti è piaciuta quest’intervista?
Sì! Molto.