Visto che ora LiveJournal funzionerà come Dio comanda, vi leggerete questa mia intervista a Simone Corà, che fa parte dello staff di Edizioni XII, oltre a essere uno scrittore di quell'underground talentuoso e “non allineato” che piace sempre di più ai lettori esigenti.
È in questa duplice veste che abbiamo fatto quattro chiacchiere, sia per presentervarvi il suo primo romanzo esclusivamente pubblicato in formato ebook, Maledette zanzare, sia per fare il punto della situazione sulla narrativa di genere italiana. In realtà non abbiamo scoperto granché di nuovo su di essa (purtroppo ma è comunque importante testimoniare che qualcosa continua a muoversi, a scuotersi.
Forse è proprio il moltiplicarsi di produzioni come quella di Simone a gettare qualche barlume di speranza per il futuro.
E presto tornerò a parlare di altri ebook italiani: Samuel Marolla e i suoi mostri meritano altrettanto spazio.
Intanto vi lascio in balia delle zanzare...
Ciao Simone, se non sbaglio (ma è probabile il contrario), questo è il tuo primo romanzo che viene pubblicato. Per contro conosciamo il tuo nome per la partecipazione a diverse antologie e a non pochi concorsi. Come hai affrontato il passaggio dalla narrativa breve a quella lunga?
Ciao Alex, non sbagli, questo è il mio primo romanzo a vedere la luce, e, ti dirò, il passaggio da breve a lunga distanza è stato piuttosto naturale. Dopo anni di racconti di tutte le lunghezze, è semplicemente venuto il momento di mettersi alla prova, di misurarsi con qualcosa di più lungo e complesso. Un tentativo ingenuo c’era stato anche prima di “Maledette zanzare”, ma alla fine si è rivelato più che altro un buon terreno dove fare esperienza e testare stile, struttura e ritmo sulla lunga distanza, in modo da individuare cedimenti e mancanze. Dopo un po’ di sana autocritica e un normale periodo di lagne e piagnistei in cui mi dicevo che non ne sarei mai stato in grado, quando è venuto il momento di scrivere “Maledette zanzare” ho applicato quanto appreso, e spero ne sia uscito qualcosa di buono. :)
La più proverbiale delle domande: come è nata l’idea che sta alla base di “Maledette zanzare”?
All’inizio doveva essere un semplice racconto che parlava dell’incontro fortuito, e relative botte, tra due killer professionisti, un carabiniere pazzo e una combriccola di mostriciattoli. Di zanzare, a dirla tutta, manco un pungiglione. Poi, mentre scrivevo, la storia è diventata più corposa, ho inserito alcune sottotrame nel tentativo di dare un po’ di spessore, e una di queste, in particolare, è stata la spinta a trasformare il tutto in un romanzo vero e proprio. Proviene infatti da un aneddoto che mi è realmente accaduto proprio quando avevo iniziato a buttare giù i primi scarabocchi della storia, e che racconto in appendice al libro – una buffa serata alcolica, come ne sono capitate a tutti. Un paio d’anni fa io e alcuni amici abbiamo tentato di accamparci, una sera d’estate, sulle rive del fiume Brenta, ma un po’ i bagordi, un po’ la troppa birra bevuta, ci hanno trascinato in una zona melmosa e inospitale, mentre il fracasso a notte inoltrata ha costretto una coppia di vecchietti che abitava proprio lì accanto a chiamare i carabinieri. Queste scene, compresa la proverbiale, ehm, ramanzina che ha posto fine al divertimento, sono diventate parte integrante della prima metà del romanzo, e le zanzare mutanti mi sono sembrate sin da subito le ideali antagoniste mostruose della storia.
Se dovessi identificare delle fonti d’ispirazione per questo tuo primo romanzo, quali citeresti?
Da una parte ci metto sicuramente Terry Pratchett, l’autore che più di tutti mi ha influenzato e che mi ha convinto a provare la strada della scrittura: l’eleganza e la raffinatezza del suo british humor sono uniche. Dall’altra, invece, i film splatter demenziali: ho un debole per questo particolare sottogenere horror, e ritengo “Splatters” un tassello piuttosto importante nella mia formazione. In fondo, ho sempre scritto racconti grotteschi, a metà strada tra lo humor nero e l’ultraviolenza, e non potevo quindi non esordire sulla lunga distanza con una horror comedy infarcita di mostri, sangue, budella e comicità.
“Maledette zanzare” è pubblicato in formato ebook. Quali sono i motivi che hanno portato te e i ragazzi di Edizioni XII a fare questa scelta?
Ci troviamo in un momento propizio, gli ebook, grazie alla diffusione degli eReader o dell’iPad, stanno pian piano convincendo i lettori italiani a non fare quelle facce quando si parla di libri digitali, ed Edizioni XII vuole essere tra le prime case editrici a cavalcare pienamente l’onda e a credere in questo formato (stiamo infatti pian piano digitalizzando tutto il nostro catalogo). Mesi fa, quando mi hanno proposto di pubblicare “Maledette zanzare” nel solo formato ebook, mi sono confrontato con Daniele Bonfanti, editor-in-chief, e David Riva, direttore editoriale nonché mio editor, e mi sono reso conto che è questo il futuro dell’editoria, che lo si voglia o meno (per il prezzo irrisorio, per la comodità di piattaforme come Simplicissimus Book Farm, per la mancanza dei costi per stampa e distribuzione, che vengono reinvestiti nell’ebook stesso e per migliori e più efficienti strategie di marketing…). Ho accettato con entusiasmo. A sentir loro, inoltre, “Maledette zanzare” è breve, veloce e divertente, e si apprestava bene a essere il primo romanzo unicamente in ebook di Edizioni XII. Quindi, perché non provare?
Il mercato italiano degli ebook è in fermento nonostante tutti i tentativi della grande editoria di soffocarlo nella culla. Quali prospettive future vedi per i libri digitali?
Sono molto ottimista, come dicevo prima credo che gli ebook siano il futuro dell’editoria, e sarà solo una questione di tempo prima che tutti, dai lettori più reticenti ai colossi editoriali e ai loro prezzi disumani della malora, lo accettino. La maggior praticità, l’abbattimento dei costi e l’immediata reperibilità sono solo alcune delle caratteristiche di un ebook, e sono sempre più palesi, e con essi si spera che il tremendo stato della narrativa di genere possa allargarsi e trovare un minimo di stabilità. Così come i dvd si sono sostituiti alle vhs, e così come i cd prima e gli mp3 poi si sono sostituiti alle musicassette, gli ebook si sostituiranno ai libri. E, forse, senza che nessuno se ne accorga realmente.
Qual è lo stato della narrativa di genere italiana?
Pessimo, lo sappiamo tutti. In Italia, salvo rare occasioni e piccole realtà, non c’è semplicemente spazio. Che tu sia scrittore o semplice lettore, il messaggio degli editori e dei librai è questo: se non ti piacciono i vampiri gay o i fantasy minkia, fottiti. Non c’è il coraggio per rischiare con qualcosa di veramente nuovo, e dall’altra parte il pubblico sembra totalmente disinteressato, come se si accontentasse di quello che c’è. E quando magari arrivano quei pochi titoli interessanti, il prezzo tocca tranquillamente i 22-23 euro, cifre vergognose e allucinanti, che al giorno d’oggi difficilmente si vogliono davvero spendere per un libro. Non acquisto un romanzo in libreria da non so quanto tempo – d’altronde, perché dovrei farlo quando il mercato in lingua originale pullula di ottimi, ottimi titoli a prezzi irrisori?
Domanda antipatica: nel tuo ruolo di collaboratore di Edizioni XII, quali ritieni siano i peggiori difetti che caratterizzano il classico scrittore in erba?
Uno, in particolare, li supera e li ingloba tutti: la presunzione. Per imparare a scrivere servono modestia, umiltà, semplicità – nell’accettare i consigli, le critiche e i giudizi che immancabilmente e giustamente pioveranno da chi ha più esperienza. Se viene a mancare l’umiltà, anche il talento puro rischia il soffocamento.
Salutiamoci con una frase a effetto che induca il mondo intero ad acquistare “Maledette zanzare”. Qualcosa del tipo “Stephen King si è spaventato leggendo libro”…
Se me le concedi, e ringraziandoti per l’intervista, ne metto due:
“Era dai tempi de “La casa” che non vedevo tanto sangue” – Bruce Campbell
“Cazzo, quante risate!” – H.P. Lovecraft
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Welcome to Midian, Il blog di Simone Corà
Maledette Zanzare (ebook)