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Da quanto tempo ti occupi di illustrazioni e fumetto per l'infanzia?
Sono cresciuto in una famiglia di artisti. Mio padre, Enrico per la legge e Mario per gli amici, pittore e fumettista, mi ha insegnato tutto quello che so fare. È stato lui a mettermi in contatto con una casa editrice di Roma per farmi illustrare l’isola del tesoro. Avevo 17 anni.
Cos’è per te il fumetto per l'infanzia? Ovvero quanta attenzione va posta quando ci si rivolge ad un pubblico così giovane?
Considerando che già da qualche anno ho superato la maggiore età, devo dire che è una grande opportunità per tornare, o almeno provare, a ragionare come un ragazzino. Quando lo faccio mi viene abbastanza naturale, mi sento più libero e leggero. Mi libera da ansie e stress.
Nel tuo precedente lavoro, "La storia del Cap. Patchwork" (tratto dal romanzo Terra di Benni), hai avuto le mani libere nell'adattamento?
Totalmente. Stefano ha visto le prime tavole disegnate e la storia riadattata. Ho dato una sfoltita qua e là dove occorreva, per dare un ritmo da fumetto.È stato subito d'accordo. Ha rivisto il tutto a lavoro finito e mi ha fatto i complimenti.
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È tutto nato come un gioco ma soprattutto dal grande entusiasmo che Paola riesce a mettere nelle cose che fa. Sì, anche in questo caso ho agito in piena libertà, tra un "Giornalino"e l'altro ho buttato giù i primi schizzi, mi sono poi confrontato con Paola che, arguta, dissacrante e pungente come poche persone al mondo (esagerato senza esagerare), ha arricchito il tutto con delle trovate geniali.
Ho scritto nel tempo parecchi soggetti che prima o poi spero di riuscire a disegnare. Comunque lavorare con uno sceneggiatore è interessante soprattutto se c'è un buon feeling e comunque per quanto si dipenda dalla sceneggiatura, le immagini che si compongono sulla carta bianca sono (a parte lo spunto) sempre frutto dell’immaginazione del disegnatore.
Chi mi ha fatto conoscere Paola è stato mio fratello Tiberio, un bravissimo musicista, suonatore di basso. In quell'occasione Paola ha avuto l'occasione di vedere i miei lavori. Qualche tempo dopo sono stato invitato insieme a Barbara (moglie) e Francesco (figlio) a cena in casa Baglioni. Dopo un buonissimo risotto Paola ha tirato fuori gli scritti di Claudio, e tutto è cominciato.
Cosa ti è piaciuto nei tre racconti che hai illustrato?
La facilità e la leggerezza che ha Claudio nello scrivere, la sua grande ironia, ma soprattutto quando Claudio, dopo aver visto alcuni disegni, mi ha telefonato dicendomi, "Ciao, sono Claudio, un tuo grande ammiratore: complimenti."
Ho letto, da adolescente, tutti i tipi di fumetti. Purtroppo non li leggo più come una volta. Diciamo che li sbircio, cercando di captare tutto quello che mi attira di più facendo tesoro delle novità grafiche.
A cosa stai lavorando attualmente?
Oltre a Supergame, il personaggio di Fissore, che disegno per il Giornalino (ediz. Paoline) e Trapassati Inc. di Lorenzo Bartoli per l’Editoriale Aurea, ho in progetto una storia per la Francia su testo di Piero Fissore e molto probabilmente un nuovo libro con Paola, questa volta con testi "Massari".
Come dicevo prima, mi piacerebbe riuscire a mettere su carta le fantasie che da sempre mi rimbalzano nella testa. Intanto prendo appunti. Se poi mi capitasse tra le mani una lampada di Aladino e potessi esprimere un desiderio, mi piacerebbe anche diventare un stella rock, scrivere musiche belle come quelle dei Pink Floyd e avere tanti soldi da dividere con le persone care. Poi mi sveglio tutto sudato, mi lavo il viso, faccio colazione, saluto la mia famiglia e mi accingo ad iniziare, contento, un'altra giornata di lavoro e creazione.
Il sito ufficiale: www.spartacoripa.com
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