A Suburra ho già dedicato questa recensione. Ecco dunque un’intervista a Stefano Sollima, che su Twitter si è confrontato con il pubblico di fan, giornalisti e blogger che lo ha interrogato usando l’hashtag #SollimaRisponde. Ecco le sue risposte!
Suburra trasuda d’attualità. Quanto è tratto dal romanzo e quanto è stato aggiunto dalla cronaca?
Della cronaca recente c’è poco, è un racconto sui meccanismi della corruzione più che sui fatti di cronaca.
Secondo Stefano Sollima lo spirito del romanzo è stato rispettato?
Assolutamente sì.
Come mai il personaggio di Malatesta che nel libro è molto importante nel film non c’è?
Malatesta collegava tutti i personaggi del libro, ho preferito lasciare spazio ai diversi mondi e ai personaggi che li abitano.
Stimo molto la sua scelta di osare nello scegliere un cast con volti nuovi. Un’iniezione di fiducia per gli esordienti?
In Italia ci sono moltissimi bravi attori, bisogna solo avere tempo e pazienza di andare a cercarli.
Perché hai scelto Greta Scarano e Giulia Elettra Gorietti?
Perché erano semplicemente le migliori attrici per interpretare quel ruolo.
La pioggia intesa come pulizia dal marcio o per coprire ciò che c’è di marcio?
Nessuna delle due, ci ha permesso di raccontare una Roma cinematograficamente inedita.
Bella la dedica finale a suo padre Sergio. Quanto cinema ha appreso da suo padre? Quale il maggiore insegnamento avuto?
Quasi tutto quello che so del cinema lo devo a lui. Soprattutto mi ha insegnato come diventare un uomo.
Mi ha colpito la colonna sonora a suon di M83 che conferisce epicità e gusto apocalittico. Perché ha scelto gli M83?
Perché erano semplicemente perfetti, con sonorità elettroniche moderne ma anche una costruzione orchestrale molto calzante.
Le ispirazioni italiane e hollywoodiane di Stefano Sollima per Suburra?
Sergio Leone, Sergio Sollima, William Friedkin, Michael Mann. Tanti maestri ispiratori. Ogni giorno di ripresa ne scelgo uno diverso.
Quali attori hollywoodiani ti piacerebbe dirigere?
Tom Hardy, Brad Pitt, Benicio Del Toro.
In alcuni luoghi non avevate i permessi per girare. Quanto è stato difficile ricreare certi ambienti altrove?
Estremamente complesso soprattutto per la ricostruzione dell’aula del Parlamento che abbiamo ricostruito in un teatro di posa.
Da romano quali sono gli angoli nascosti di Roma che per te sono stati una rivelazione?
Ad esempio il Dubai sulla Tiburtina, quando l’ho visto non riuscivo a crederci.
Per leggere tutte le domande fatte su Twitter e vedere gli utenti che le hanno poste, clicca su #SollimaRisponde.