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Intervista a Stefano Vietti: riflessioni su Dragonero e il fantasy bonelliano

Creato il 23 luglio 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Intervista a Stefano Vietti: riflessioni su Dragonero e il fantasy bonelliano   Stefano Vietti Sergio Bonelli Editore Dragonero Intervista a Stefano Vietti: riflessioni su Dragonero e il fantasy bonelliano   Stefano Vietti Sergio Bonelli Editore Dragonero nasce a Chiari nel 1965. All’inizio degli anni ’90, insieme a un gruppo di altri autori bresciani dà vita al fumetto FullMoon Project, per poi sbarcare alla Star Comics e creare la serie fantascientifica , insieme tra gli altri, a Riccardo Borsoni, Giancarlo Olivares, Gigi Simeoni e Mario Rossi (Majo).
Insieme a questi autori passa alla Bonelli, dove dal 1995 scrive sceneggiature per
Nathan Never, Legs Weaver, Jonathan Steele, Martin Mystere e Zona X.
Fuori dalla SBE collabora con testate quali
Il Giornalino e scrive alcune storie di Kylion per la Disney Italia.
Nel 2007, insieme con
Luca Enoch e Giuseppe Matteoni, dà il via alla collana Romanzi a fumetti Bonelli con Dragonero che, dato il successo di vendite, diventa nel 2013 la prima serie mensile fantasy della casa editrice meneghina.
Proprio di Dragonero, del suo primo anno di vita e di quello che ci riserva il futuro della serie, parliamo con Stefano in questa intervista.

Intervista a Stefano Vietti: riflessioni su Dragonero e il fantasy bonelliano   Stefano Vietti Sergio Bonelli Editore Dragonero Intervista a Stefano Vietti: riflessioni su Dragonero e il fantasy bonelliano   Stefano Vietti Sergio Bonelli Editore Dragonero

Tavola di Cristiano Cucina da Dragonero Speciale #1 in uscita il 31 Luglio

Ciao Stefano, benvenuto su LoSpazioBianco!
Dragonero è, per molti versi, un personaggio nuovo all’interno dell’universo fumettistico bonelliano. In che cosa risiede questa diversità per te che sei uno dei suoi ideatori?
Innanzitutto nel genere fantasy, che ancora non era stato preso in considerazione dalla Bonelli. Poi, credo, nel fatto che rappresenti un’esperienza dove il percorso di evoluzione narrativo dei personaggi è legato alla scoperta del loro mondo, che si espande di storia in storia, prendendo forma come un elemento non di mero contorno, ma di primaria importanza. Il lavoro comporta una continua aggiunta di dettagli, luoghi, mappe, usi e costumi, popolazioni, razze e ambienti geografici che offrono al lettore un sempre maggior coinvolgimento.

In passato abbiamo visto alcuni personaggi Bonelli che portavano con sé delle novità (pensiamo a Legs Weaver) snaturarsi e mutarsi in personaggi “tradizionali”. L’eventuale evoluzione di Ian, secondo te, dove dovrebbe dirigersi?
Ian nasce, come eroe, nel momento in cui completa la sua missione nel Romanzo a Fumetti (edito nel 2007 dalla SBE) ovvero quando uccide il Drago e ne beve accidentalmente il sangue, iniziando a “cambiare”. Da quel momento inizia un suo personale percorso evolutivo, che verrà raccontato in due modi: attraverso la progressiva presa di coscienza di tale cambiamento da parte del personaggio e attraverso il racconto del suo passato. Porteremo avanti entrambe le evoluzioni per un po’, fino a quando Ian giungerà a essere completo nella percezione del lettore e dunque pronto ad affrontare ciò che di speciale gli riserva il futuro.

Intervista a Stefano Vietti: riflessioni su Dragonero e il fantasy bonelliano   Stefano Vietti Sergio Bonelli Editore Dragonero
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Tavola di Giancarlo Olivares dall’albo in uscita ad Agosto 2014

I primi quattro episodi di DN dovevano essere, in origine, il secondo romanzo a fumetti dedicato al personaggio. Sono invece diventati il primo arco narrativo lungo della serie e, di per sé, è anche questa una novità rispetto ai numeri d’esordio di altri personaggi bonelliani. A nostro parere questa prima saga si è un po’ annacquata proprio a causa del fatto di essere suddivisa in quattro numeri: quali sono state le caratteristiche narrative che avete dovuto cambiare alla storia quando avete deciso che sarebbe stato l’arco d’esordio della serie mensile e non il secondo romanzo?
Quando la Bonelli decise di passare da un secondo romanzo a fumetti alla serie mensile, in realtà del romanzo non erano pronte che un centinaio di pagine e dunque abbiamo avuto tutto lo spazio per riorganizzare il racconto e farlo diventare la storia di esordio della serie. A mio avviso, è la storia migliore fino a oggi pubblicata, con un ritmo molto alto, parecchi cambi di scena e molto dramma. Non è stato un esordio di serie classico, ne convengo, ma va bene così. Luca ed io siamo particolarmente soddisfatti di quel lavoro, sostenuto dai disegni di Giuseppe Matteoni che sono spettacolari.

In futuro ci saranno altri archi narrativi di lungo respiro o vi concentrerete su storie al massimo suddivise in due albi?
L’intento è di presentare una lunga saga di almeno tre albi, disegnati da un solo disegnatore, ogni due anni e di inserire invece un giro di boa importante più o meno verso il quarto anno che porti a compimento la macro trama che stiamo sviluppando, attraverso molti dettagli sparsi nelle storie che prenderanno un senso compiuto al momento opportuno.

Intervista a Stefano Vietti: riflessioni su Dragonero e il fantasy bonelliano   Stefano Vietti Sergio Bonelli Editore Dragonero
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Tavola di Francesco Rizzato dall’albo in uscita a Ottobre 2014

Questo primo anno di pubblicazioni, come nei giochi di ruolo – dove il fantasy la fa da padrone – è servito per “apparecchiare la tavola”: posizionare le pedine/personaggi in campo, definire almeno in parte la geografia dei luoghi dove l’azione si svolge, creare un background ai vari protagonisti. Il paragone è calzante? A questo avete mirato tu e Luca?
Il lungo “incipit” durerà ancora un anno, ma la macro trama è già molto ricca, avendo messo in campo personaggi e situazioni che porteranno a vari sviluppi. Poi ci fermeremo un po’ per trattare al meglio la continuity con l’avvio della seconda lunga saga alla quale sta lavorando Gianluigi Gregorini.

Il ritmo “tranquillo” delle storie di questo primo anno andrà incontro a un cambiamento, a delle accelerazioni?
Stiamo parlando di una serie senza scadenza, che sta cercando di raccontare un mondo completamente nuovo al lettore, non di una miniserie che deve iniziare e finire nell’arco di pochi mesi. È chiaro che i ritmi sono diversi, non potrebbe essere altrimenti. Vi rimando qui alla risposta dell’ultima domanda.

Intervista a Stefano Vietti: riflessioni su Dragonero e il fantasy bonelliano   Stefano Vietti Sergio Bonelli Editore Dragonero
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Tavola di Gianluca Pagliarini dall’albo in uscita a Novembre 2014

Una particolarità delle prime dodici storie del personaggio è la presenza di figure femminili forti, che in due casi si sono ritagliate anche il ruolo di antagoniste principali per Ian: la Regina degli Algenti e la Nera Signora. C’è lo zampino di Luca Enoch in questi personaggi, visto il suo essere da sempre a suo agio con l’universo femminile a fumetti, o invece fanno parte di una precisa scelta narrativa comune, destinata a continuare nella serie?
C’è lo zampino di Luca eccome! Sebbene le trame siano discusse sempre da entrambi, ciascuno di noi porta dentro la serie le sue passioni e i suoi modi di raccontare. Luca ama i personaggi femminili forti ed io quelli maschili: direi che è un buon connubio.

Sia Luca che tu siete appassionati di fantasy. Quali sono i tuoi autori preferiti e le fonti d’ispirazione da cui hai maggiormente attinto per creare l’universo dell’Erondar?
Più che dal fantasy letterario le ispirazioni per creare l’Erondar, sia a livello architettonico sia narrativo, sono arrivate dalla nostra storia, dal nostro medioevo, dai miti e dalle leggende del passato, dalle fiabe (ce ne sono molte nella tradizione dell’Europa settentrionale, della Russia, del Giappone o dell’Africa che offrono spunti e idee notevoli). Il nostro dossier creativo sembra a volte un compendio di architettura, medicina, arte militare, urbanistica, religione e filosofia medievale. Poi è chiaro, le idee narrative sono dense degli stimoli delle letture presenti e passate. Tra i miei autori preferiti ci sono Fritz Leiber, Stephen Lawhead, Michael Moorcock, ma soprattutto Robert E. Howard che considero l’autore che maggiormente ha influenzato il mio modo di scrivere il fantasy.

Intervista a Stefano Vietti: riflessioni su Dragonero e il fantasy bonelliano   Stefano Vietti Sergio Bonelli Editore Dragonero
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Tavola di Giuseppe De Luca dall’albo in uscita a Febbraio 2015

Personalmente, soprattutto nella storia d’esordio di Dragonero nel romanzo a fumetti e nei primi quattro numeri della serie ho ritrovato alcune atmosfere e particolari di quel fantasy molto realistico che David Gemmel ha inserito nei libri della sua Saga dei Drenai: conosci questo scrittore? Se sì, ti ha influenzato?
Conosco Gemmel, e la saga dei Drenai, ma non lo ritengo tra i miei autori preferiti, né tra quelli che mi abbiano influenzato. Ma forse il mio inconscio la pensa diversamente, vai a capirlo.

Incontreremo, andando avanti con le storie di DN, elementi “contaminanti” nell’universo fantasy da voi creato, offrendo magari una sorta di commistione di genere come avviene, tanto per fare due esempi, nel ciclo di Darkover di M.Z. Bradley o nei romanzi di Scott Linch e nella sua serie dei Bastardi Galantuomini?
Il meno possibile. Già abbiamo i Tecnocrati d’ispirazione leonardesca, ma li stiamo tenendo sotto controllo. Preferiamo proseguire dentro una narrazione fantasy più pura possibile. Poi domani Enoch mi smentirà, lo sento.

Nel fantasy, dunque in DN, il passato dei personaggi così come la storia antica dell’universo in cui la narrazione si svolge, esercitano sempre un grande fascino. Voi avete già iniziato a dare qualche assaggio, anche solo per bocca dei protagonisti, a questi temi. Avete pensato di dedicare in futuro storie ambientate nell’Erondar antico, magari con protagonista il nonno di Ian?
Sì, ci stiamo pensando. Nella nostra linea del tempo ci sono tre punti fondamentali che meriterebbero una narrazione a sé. Il primo è quello delle guerre del passato contro gli Abominii e della conseguente nascita dell’Impero Erondariano. Il secondo è quello della nascita dei Varliedarto, gli uccisori di Draghi e delle loro avventure, il terzo è quello più vicino dell’infanzia di Ian e del rapporto con i suoi genitori, con la sorella, il fratello (mega spoiler), il nonno. Nel romanzo Mondadori su Dragonero, in uscita a Ottobre, sarà raccontato qualcosa del passato che ancora nella serie non si è visto, se non in un dettaglio nella storia doppia dell’elfo oscuro Zhefir.

Intervista a Stefano Vietti: riflessioni su Dragonero e il fantasy bonelliano   Stefano Vietti Sergio Bonelli Editore Dragonero
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Copertina di Andrea Tentori Montalto per il romanzo di Dragonero in uscita dopo l’estate

Il romanzo di Dragonero come nasce?
Il romanzo di Dragonero fa parte di quel progetto di multimedialità che stiamo sviluppando per il personaggio. Il primo libro è scritto da me, se dovesse avere un buon riscontro di vendite sarà affiancato da un romanzo successivo scritto da Luca Enoch.
La scrittura mi ha richiesto cinque mesi di lavoro, preceduti da due di stesura del soggetto e seguiti da altri due mesi di editing e ottimizzazione. Il romanzo è suddiviso in 16 capitoli, con l’aggiunta di un prologo e di un epilogo e la storia è incentrata molto sui personaggi; in tal senso ha giocato un ruolo importante il mio amore per lo stile di Robert  E. Howard, l’autore che più di ogni altro mi ha appassionato e influenzato. Mi sono così “lasciato andare” nella scrittura dentro uno stile asciutto ed emotivo, usando un tono più cattivo rispetto a quello per il fumetto e ne sono contento. Per me si tratta di un esordio, il mio primo lavoro in prosa. Ho sempre amato scrivere racconti, ne ho creati diversi in questi anni, per mio piacere personale; un allenamento, se così vogliamo chiamarlo, che mi è servito moltissimo quando mi sono ritrovato sulle pagine del libro. La scrittura in prosa è tuttavia completamente diversa dalla sceneggiatura, è meno tecnica, più intima e solitaria (hai a che fare solo con te stesso, non c’è un disegnatore che dà vita a quello che scrivi) meno ragionata e più istintiva. Tuttavia il fine ultimo è identico, sia per la prosa che per la sceneggiatura, cioè emozionare il lettore. Spero di esserci riuscito.
Il romanzo uscirà dopo l’estate, penso tra la fine di Settembre e l’inizio di Ottobre, in edizione cartonata con sovracopertina, arricchito da una mappa. La copertina è splendida, realizzata dall’illustratore Andrea Tentori Montalto.

Ci racconti, regalandoci qualche chicca inedita, nei limiti dello spoiler, cosa ci riserverà il secondo anno di vita di DN?
È arrivato il primo Drago senziente nella serie, l’episodio è quello raccontato nel numero di Giugno e poi in quello uscito a Luglio. Nello speciale a colori racconteremo di quando Ian e Gmor si mettono insieme per divenire Scout. Nei numeri di Agosto e Settembre mostreremo la corte imperiale, in una storia doppia di intrighi a palazzo, con la presentazione di un inquietante personaggio fondamentale per la serie, il potentissimo Vril Ausofer, cancelliere e primo consigliere dell’Imperatore. A Novembre e Dicembre arrivano i Ghoul delle foreste centrali e il prossimo anno porteremo Ian a casa, conosceremo la sua famiglia e soprattutto i segreti del suo passato e della sua spada, in altre parole racconteremo di Varliedarto, Draghi, spade maledette e completeremo così la prima fase della serie. Poi arriverà una mega saga nuova a cambiare un po’ di carte in tavola.  La serie entra nel vivo, insomma.

Grazie mille Stefano per questa bella chiacchierata!
Grazie a voi!

Intervista effettuata via email e conclusa il 12/07/2014


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