Magazine Cultura

Intervista a violet folgorata

Creato il 19 febbraio 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari Lettori,
vi avevo promesso questa intervista all'autrice per gennaio quando ho terminato la lettura del libro "Moonlight Rainbow" ma ahimè causa impegni non sono riuscita a farla prima di questo mese...
Comunque quello che conta è che ci sia no?? Quindi dopo una presentazione del romanzo andiamo a vedere quello che l'autrice Violet Folgorata ci racconta di lei e del suo romanzo.
Buona Lettura.
MOONLIGHT RAINBOW
Violet Folgorata
Mamma Editore
Collana: A cena col vampiro
Un’avventura che è una sfida al destino...
"Perché, scommettere sull’amore non può essere questione di vita o di morte”

INTERVISTA A VIOLET FOLGORATA
Moonlight Rainbow è il secondo romanzo della serie dei vampiri dagli occhi viola.
Il libro è acquistabile tramite il sito della casa editrice al prezzo di 9,80 e senza spese di spedizioni aggiuntive arrivera direttamente a casa!

Trama:
Non tutti possono capire il disagio di essere immortali, ma il problema non può essere che serio per una dal cuore tenero come Elisabeth Rochester.
Poteva mai restare indifferente Ethan ai tormenti di Elisabeth? Lui, la quintessenza stessa del vampiro? Irruente e sfrenatamente innamorato di quella disastrosa ex umana che lui venera come una dea? La risposta è ovviamente "no". Non poteva.
A volte però, la riconquista della felicità è affare complicato, sopratutto per chi, dalla Scozia, neppure sospetta che, oltre la Via Francigena, si annidino ancora esseri antichi e misteriosi...

BOOKTRAILER DEL ROMANZO:


INCIPIT DEL ROMANZO:

INTERVISTA ALL'AUTRICE:
Ciao Monica ti ringrazio molto per aver accettato la mia proposta.
Parliamo un pò del tuo libro MOONLIGHT RAINBOW come mai questo titolo?

Nasce da un’esperienza fatta quando abitavo in pianura, in una sera di nebbia. In cortile, la luna sembrava a portata di mano. Era enorme e circondata da anelli colorati che sfumavano l’uno nell’altro. Dovevo essere ammattita, l’idea era più o meno quella. Poi la scoperta: l’arcobaleno di luna esisteva veramente! Così quando per Ethan e Liz tutto sta per cambiare, la luna li abbaglia con un segno davvero incredibile: Moonlight Rainbow, arcobaleno di luna.
E' il tuo primo romanzo oppure è già da tempo che coltivi questa passione?
La scrittura di narrativa nasce vent’anni fa esatti. E non bastano ancora; non tutto ciò che voleva esser scritto in Moonlight ha trovato la strada giusta per uscirmi dalle dita. Ma è come se la via sia stata aperta e le scene di In una gelida rosa, il seguito, stanno uscendo molto vivide, atterrano sulla pagina senza mediazione direttamente dal Maniero dei Rochester :-)
Hai in previsione un nuovo romanzo?
Più che in previsione è già in fase di stesura:-). È “In una gelida rosa” appunto. Sono trascorsi due anni dalla conclusione di Moonlight. Tutto comincia con il risuonare lugubre di una risata in una grotta, mentre a miglia e miglia di distanza Liz e Ethan aspettano con ansia l'arrivo di una misteriosa lettera... Uscirà il prossimo autunno.
Che bella novità! Il tuo nuovo romanzo sarebbe il quarto? Sono molto contenta...
Spiegaci un pò come ti è venuta l'idea di creare un mondo popolato da strani esseri che viene presentato verso il finale del tuo romanzo.

Sì il nuovo romanzo sella Saga dei Vampiri dagli Occhi Viola. Tutto nasce dalla soluzione data da Meyer all’inconciliabilità dei mondi Edward e Bella. Mi sono detta “ma che lezione è quella di questo romanzo?”. Intendiamoci l’intento di rivolgersi alle adolescenti con problemi di cibo indicando loro di accettare i mutamenti del corpo dell’età adulta, è condivisibile. Ma nello svolgersi concreto della vicenda, abbiamo un essere esiziale che sostanzialmente plagia Bella e a cui lei non si sottrae in buona sostanza, alla fine, morendo. Io avrei preferito un finale in cui a diventare umano fosse lui. Molte storie nascono così: per dare un finale diverso. Ricordi la storia vera di quella bancaria tedesca che utilizzava clandestinamente dei fondi per aiutare della povera gente? Poi è stata messa in galera. Ecco quella è una storia a cui a me piacerebbe cambiare il finale. Comincerei dicendo che in carcere, la signora incontra....
Dunque per creare la trasformazione dei vampiri in umani ho dovuto pensare a una realtà supernaturale complessa ispirandomi alla mitologia greco romana e alla storia della nostra Italia centrale. Ecco che compaiono carbonai, cavatori del marmo, ninfe. Sai che questi erano grandi anarchici? Si è delineato così sui nostri Appennini un esercito simile a quello dei partigiani che nella seconda guerra combattevano contro i nazifascisti. Non a caso il personaggio di Lenith è ispirato un po’ al personaggio di Leni Rifenstaal. La regista che curò le riprese delle Olimpiadi di Berlino nel Terzo Reich e che collaborò molto con Hitler.
Come ho chiesto anche a margaret qual'è il tuo processo creativo?? mentre scrivi fai qualcosa in particolare?
Bevo caffè, tiro su le gambe sul sedile della sedia dall’altra parte del tavolo. Ma questi dettagli esteriori non descrivono il mio processo creativo. Come accennavo l’idea stessa di una storia nasce per dare finali diversi a storie che conosciamo. A questo punto mi chiedo perché vorrei un finale diverso? Rispondendo a questa domanda ho la lezione magistrale, il messaggio, della mia nuova narrazione. Nel caso della bancaria tedesca potrebbe essere: “le leggi del cuore sono più importanti delle leggi di carta”. Bene dopodiciò mi chiedo a chi voglio raccontare la mia storia. Il lettore infatti entra nelle scene del romanzo a pieno titolo e accompagnandocelo mi devo chiedere sempre quale scena gli piacerebbe vedere, quali cose vorrebbe sapere e quali lo annoierebbero. È ciò che si chiama scegliere un genere narrativo. Ecco che a questo punto so che le scene forti da metà libro in poi, devono essere in crescendo, devono divertire il lettore che ho scelto. È il mio lettore immaginario a ispirarmi a questo punto. Incrociando le scene forti inventate pensando al lettore con la morale della favola ottengo una trama sommaria... A questo punto subentra la tecnica progettuale e di scrittura e l’inventiva si concentra sulla messa a punto dei personaggi...
Sono molto curiosa devo dire di sapere come sei (siete) riuscita a pubblicare il tuo libro essendo io una aspirante scrittrice.... è stato difficile? come avete deciso la casa editrice adatta?
È stato semplicissimo, è bastato convincere me stessa che storie seguite da 50 mila visitatori avessero buone chances di interessare anche il pubblico della carta stampata. A quel punto mi sono chiesta se io fossi la casa editrice adatta e mi sono risposta di sì. :-) Con altri dello staff è stato un po’ meno semplice. Ma la risposta delle vendite ha messo tutti a tacere. Tat’è che usciranno almeno altri quattro titoli della saga.
E come mai avete deciso di scrivere una serie a più mani??
Io e Gaiottina ci siamo conosciute su un sito di Fan Fiction... Eravamo abituate a scrivere e condividendo il medesimo contesto. Perciò anche nel nostro piccolo abbiamo deciso di delineare un mondo tutto nostro con personaggi che hanno dettato a Gaiottina una storia e a me un’altra. Non sono infatti libri a quattro mani. Sono libri a due mani ciascuno!
Quali libri ti piace leggere, hai preferenze? Al momento quale libro stai leggendo?
Vado a periodi, come credo tutti. Circoscrivo la risposta alla narrativa. Ultimamente leggo thriller americani, Deaver , Connely, Gerritsen. In questo settore l’autore che più amo è Scerbanenco e Simenon che però americani non sono :-). Come mainstream uno dei libri migliori che ho letto ultimamente è Le imperfezioni di Valerio Varesi, ho amato molto L’antidoto alla malinconia di Meldini, mi è molto piaciuto e lo consiglio a tutte Uto di Andrea De Carlo, Utz di Chatwin, Il mago di Maugham. E ancora il Benni di Pieveloce Achille che però richiede un lettore non culturalmente suscettibile. E questo della suscettibilità è un argomento di cui mi piacerebbe parlare se vorrai. Ma soprattutto, e veniamo a noi, sono andata in palla per Twilight and sequels, Harry Potter and sequels, La saga di Barthimeus, Georgette Hayer (che nessuno conosce oggi ma che per le cultrici del romance puro, assicuro è un esperienza insieme ai vertici del romanticismo e dello stile) ... Insomma l’artigianato letterario di marca anglosassone e direi di più, di marca britannica è il top secondo me. Faccio un esempio, l’hai mai letto Il giardino segreto della Burnet? Se non l’hai mai fatto corri a procuratene una copia. Poi c’è il settore, molto affascinante se fatto bene, della favola spirituale. Si va da Hesse a Coelho, a Marquez, a Buzzati, Borges., Saint-Exupery.. Ecco fino a “Dio su una Harley”, americano e carino, a “Il bambino con i pollici verdi” di Druon delicato, piccolo, perfetto.
A quale pubblico è rivolto il tuo libro e qual’è il messaggio che lanci al lettore?
Mi rivolgo alle ragazze e alle donne in genere. Se la saga di Twilight sembra esortare le ragazze ad affrontare il passaggio alla vita adulta, accettando i cambiamenti del corpo e superando la paura dell’altro sesso. Io dico che sì, all’inizio tutti i nostri meravigliosi ragazzi ci possono sembrare irraggiungibili eroi alla Ethan, e dico, che accettare la nostra femminilità ci consente di arrivare alla felicità, tuttavia in una seconda fase, dobbiamo saper accettare che il ragazzo che ci ama, smetta di essere un vampiro invincibile, bensì si riveli per colui che è: un ragazzo con mille sfaccettatura e con il diritto ad avere le proprie debolezze.
Dico insomma che una volta raggiunta la felicità, per mantenerla dobbiamo saper accettare che il ragazzo che ci ama torni ad essere un normale “umano” e che anzi dobbiamo amarlo per questo.
Bene non ho altre domande da farti c'è qualcosa che vorresti aggiungere prima di salutarci??
Sì un'esortazione, l’invito a tutte le ragazze, quando leggono romanzi o saggi e c’è una parola che non capiscono, di non smettere di leggere. Di affidarsi all’intuito, e passare oltre. Scopriranno che facendo così leggeranno di più e reincontrando le parole misteriose in contesti differenti esse sveleranno il loro significato. Poi l’invito a non creare ghetti, tra le parole, a non mettere in un cestino le parole sporche o gergali da non usare quando si scrive per esempio. Quando ci si deve esprimere, anche per iscritto, le parole si possono usare tutte. Ricordo che io e Gaiottina, l’autrice di La sedicesima notte, facemmo amicizia perché nel forum le scrissi: che stronza! Mi rispose con una filippica, beh rivendicai con lei e con voi ora l’uso buono dello “stronza”. Credetemi era una espressione di vero affetto:-). Altrettanto ci sono parole difficili, non vanno messe nel cestino delle parole “stronze” appunto, usate solo per mettere in imbarazzo chi legge. Sono parole magiche quelle perchè imparandole dànno potere a chi parla e chi scrive. Il potere di farsi rispettare, di farsi ascoltare. E questa è la lezione di Barbiana e di Don Milani.
L'intervista è conclusa. Ti ringrazio molto per la tua partecipazione e per la tua disponibilità... spero di poterti intervistare di nuovo se ce ne sarà occasione per il tuo prossimo romanzo.
Ti faccio anche i miei auguri per il tuo lavoro.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :