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Intervista ad Alessandro Forlani, Il senza tempo

Creato il 04 dicembre 2012 da Helldoom @AttianeseDom
Buongiorno a tutti, oggi è un gran giorno. Inauguriamo sul blog una rubrica di interviste...che capiteranno appena ne avrò da pubblicare.
Come primo ospite non avrei potuto desiderare di meglio, lui si presenta così sul suo blog "Il Grande Avvilente":
Sedicente scrittore, è nato negli anni ’70 del XVII secolo, si è reincarnato nel XIX, nel XX e XXI. Vive su vagoni TrenItalia, non risponde al telefono ma è colpa delle gallerie. Nerd, roleplayer e alchimista: ciò ne fa immancabilmente un autore di racconti fantastici. Di giorno si impaluda da docente universitario e ciacola di sceneggiatura, drammaturgia, cinema, scrittura e teatro. S’aggira fra l’Accademia di Belle Arti di Macerata, ScuolaComics Pescara e l'Università di Bologna (Polo di Rimini). Di notte, che dovrebbe far l’artista, piuttosto va al cinema, legge fumetti, ascolta musica barocca, gioca a soldatini e poi va a dormire. Perché crede che sia più sano scrivere così.
 In realtà è un bravissimo scrittore e una persona molto colta, pacate e gentile, come si è dimostrato in questa intervista, signore e signore, data il benvenuto ad Alessandro Forlani!
Intervista ad Alessandro Forlani, Il senza tempoAlessandro è un piacere averti qui come ospite e come protagonista della mia prima intervista di per il blog. Perché non dai ai lettori qualche notizia anagrafica dell'Alessandro reincarnatosi in questo secolo?
Sono nato a Pesaro, dove vivo, nel 1972. Figlio unico. Single e mai sposato.
Questa tua marea di passioni, il cinema, il  gioco di ruolo, la letteratura, la musica e i fumetti, è andata crescendo nel tempo, immagino. Ma come sono nate? Quali sono stati i primi passi del Messer in questi campi, quando era ancora un giovincello del XVII secolo? E quali sono, se puoi darci qualche consiglio, le migliori novità che hai letto/visto negli ultimi tempi?
La passione per la lettura, il cinema e il teatro la devo ai miei genitori, che sono sempre stati lettori e spettatori “forti” e che mi hanno accompagnato in biblioteca, in sala e in platea già in età prescolare. Quella fantastica e stata la strada che ho scelto quando ho imparato a “camminare da solo”. Ho uno spettro di gusti piuttosto vario, addirittura devo ammettere imbarazzante, perché in quest’ambito non ho avuto nessun mentore. E insomma dai 12 anni in avanti ho setacciato librerie, fumetterie, negozi di giochi e musica senza sapere esattamente cosa cercare, o che cosa volessi: in estasi allo stesso modo per Claudio Monteverdi o i Dead Can Dance; W.B. Yeats e Bill King… Il roleplay fu un hobby “naturale” per noi adolescenti degli anni ’80-’90 caduti fin dalla culla nel pentolone del fantasy: ho esordito con la scatola rossa di Dungeon & Dragons, ma i miei migliori ricordi di roleplayer sono legati a Il Richiamo di Cthulhu; Warhammer Fantasy Roleplay; Lex Arcana e Castle Falkenstein. Oggi, purtroppo, non seguo più quell'ambito come un tempo; mi limito al wargame.
Invece, altra curiosità, La tua passione per il barocco quando è nata? Perchè è nata, se c'è una causa scatenante e come si è evoluta nel tempo?
Me lo sono chiesto spesso: posso rispondere… metempsicosi? Lo dico fra il serio e il faceto: ebbi una fidanzata un po’ “strega” che davvero era convinta che io fossi stato un erborista olandese del secolo XVII. Non ci credo, ovviamente. Ma… la musica di Haendel, Bach e Lully non bastano come scusa; né il fascino dei pirati. Mi rendo conto che fu un secolo dei più violenti, sozzi, a tratti oscuro eppure… 
Vincitore del Premio Urania 2011, con I Senza-Tempo, che ho letto e trovato incredibile, anche per quello stile barocco che  ti caratterizza. Quali sono state le sensazioni che hai provato quando hai appreso la notizia? Quando hai saputo che il tuo romanzo aveva vinto?
Ti confesso che ad appena un mese dall’uscita del libro sono così amareggiato da certe feroci insinuazioni sulla validità, opportunità, inconsistenza del mio lavoro che quelle belle sensazioni di luglio me le sono dimenticate.
Parliamo del tuo stile di scrittura, che ho sempre apprezzato fin dalla prima volta che ti ho letto sul Grande Avvilente, lo stile barocco, ricercato, ma non di difficile comprensione (per una mente di medio livello, ovviamente) e il fantastico uso dell'imperfetto per rendere la lettura "Cinematografica". Come hai fatto evolvere questo stile? O compiuto queste scelte stilistiche?

Non pormi la domanda come se si trattasse di una scelta definitiva e compiuta: il mio scopo principale è imitare la scrittura cinematografica, questo sì, ma le prove, gli esperimenti, ho intenzione di proseguirli. Tuttora sto cercando di affinare i dialoghi, tessere trame più complesse rispetto a quelle basate sulla struttura “a viaggio dell’eroe” che uso più volentieri; capire fino a che punto posso spingermi coi neologismi o, al contrario, quanto davvero voglio asciugare la mia lingua e il mio stile dai barocchismi.
Le tue storie, spesso piene di elementi fantastici incredibili, e i tuoi personaggi, spesso molto ben caratterizzati e indipendenti, da dove nascono? Dove prendi "L'ispirazione"?
I personaggi delle mie storie sono sempre funzionali al tema che mi interessa trattare: conosco autori che, immaginato un personaggio, gli costruiscono passo passo un mondo ed una vita attorno; io faccio il contrario. Circa l’ispirazione, credo che basti guardarsi attorno: rifletto sulla vita, i fatti che mi circondano come fanno tutti. Ma esprimo la mia opinione filtrata dal fantastico. 
Narrativa d'immaginazione, penso sia il temine perfetto per descrivere questo tipo di scrittura. La situazione Italiana, almeno a guardare nelle librerie non è delle migliori, cosa che, tuttavia, non si può dire del web, in cui si sono molti validi autori (Basta fare un giro sul tuo blog, ad esempio). Tu cosa pensi della situazione della narrativa d'immaginazione in Italia?
Che le prove più interessanti siano, hai ragione, da cercare sul web; preferibilmente in ebook. E molto spesso in ebook autoprodotti.
Sei un autore molto chiacchierato al momento, il tuo romanzo è trascinato in alcune polemiche che non siamo qui a citare perché non ne vale la pena, ma penso sia un buon segno, significa che sei un autore, scusa il pessimo gioco di parole, che lascia il segno e non scorre via. Perché hai iniziato a scrivere? Cosa vorresti rimanesse di te, dopo la lettura di uno dei tuoi libri? (Io, personalmente, penso: Ma è già finito?!)
Perché ho iniziato non lo ricordo: direi semplicemente per infantile spirito di emulazione. Già a 13 anni riempivo fogli di quaderno a righe, o pestavo sui tasti della Olivetti, illeggibili disastrosi tentativi di novelle alla Poe e romanzi alla Tolkien. Poi sono passato ad atteggiarmi a poeta, e purtroppo qualche successo ottenuto mi ha fatto credere di averne le qualità. Quella fase grazie al Cielo e passata. Quello che vorrei che restasse di me è, in generale, anche dopo molto tempo, la nostalgia di aver letto un mio racconto. Senza sputarci sopra rancore come accade su certo web, però.
Una domanda di rito (o meglio, che diventerà di rito, visto che sei il primo intervistato). Hai qualche consiglio per i giovani scrittori che vogliono avventurarsi in questo mondo. Su come affinare lo stile di scritture, su come muoversi in quest'ambito, ad esempio?
Leggere e scrivere con metodo e disciplina, abbandonare l’approccio “di pancia”; piuttosto pensarsi come artigiano che migliora con la pratica e lo scrivere; non la supponenza, le chiacchiere e discettare. E smettere l’intellettualismo e la presunzione di superiorità nei confronti dei lettori: tutti i lettori; rifuggire come la peste i circoli compiacenti. Infine, piuttosto che la sterile diaristica esistenziale che ammala ogni aspirante scrittore - ci siamo cascati tutti, da giovani! Il male è quando non si guarisce, da certe narcisistiche illusioni… - cercare di capire per quale “genere” si è portati e allenarsi su quella strada con un robusto percorso a ostacoli. In ultimo: attenti agli editori! 
Alessandro, questa chiacchierata con te è stata un vero piacere, spero che tornerai a far visita a questo blog o, ancora di più, a scrivere altre storie di altissimo livello.
Grazie a te.





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