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Intervista ad Alessio Bernardi curatore di "Arte a modino"

Creato il 04 giugno 2014 da Artesplorando @artesplorando
Oggi vi voglio presentare un video-blogger molto interessante e molto simpatico! Sono più che sicuro che Alessio Bernardi non vi annoierà, cominciamo!
Alessio, vorrei che per cominciare ti presentassi: chi sei, quali studi fai o hai fatto, quando e perchè hai iniziato a scrivere il blog, e qual è lo scopo, la missione, il fine che ti sei prefissato diventando blogger.
Alessio Bernardi, classe 1980, fiorentino di periferia.Mi sono laureato in storia dell’arte medievale alla Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Firenze nel 2007. Da quel momento sono diventato uno dei tanti precari della mia generazione con in tasca una laurea umanistica e mi sono trovato per anni a fare lavori di ogni tipo, ben poco inerenti al mio percorso di studi. La svolta probabilmente è stata quando nel 2008, insieme ad altri amici, fondai una web tv nella cittadina in cui vivo, Sesto Fiorentino. Fu da lì che iniziai a prendere confidenza con l’uso della telecamera e appresi i primi rudimenti nel montaggio dei filmati. La web tv (Sesto.tv) andava bene, vincemmo addirittura un “Teletopo” (non sto scherzando!!! È l’oscar italiano delle web tv, come i Telegatti per la televisione...) ma dopo un po’ avevo capito che quella non era la mia strada... Sentivo il bisogno di fare qualcosa di diverso: perchè quindi non provare ad unire le mie conoscenze storico artistiche con quello che avevo appreso nella mia esperienza nella web tv? Dopo anni e anni passati nelle vetuste biblioteche, perchè non sfruttare quanto appreso, unitamente alle nuove tecnologie, creando video da mandare sulla rete? Ed ecco nato il mio videoblog, Arte a modino.All’inizio è nato un po’ per scherzo. Poi ho visto che la gente apprezzava quello che facevo. In effetti fra i milioni di video che girano su YouTube, non c’era praticamente niente che prendesse in considerazione la storia dell’arte.Continuo a portare avanti Arte a modino essenzialmente per me stesso: la mia attività lavorativa principale, quella che mi permette di portare a casa uno stipendio, purtroppo è totalmente estranea al mondo dell’arte. Arte a modino, insieme alla saltuaria esperienza come docente, mi serve forse come valvola di sfogo e per ricordarmi tutte le mattine quando mi alzo dal letto che nonostante tutto rimango pur sempre uno storico dell’arte.
Qual è il tuo rapporto, il tuo approccio con il luogo per eccellenza che custodisce le opere d'arte, cioè il museo: sei più da "turistodromo" o preferisci piccoli musei poco frequentati e quale ti sentiresti di consigliare ai lettori di Art'esplorando.
Devo dire che con il tempo il mio rapporto con i musei è cambiato. Qualche anno fa per me il museo rappresentava il tempio dell’arte, luogo di cultura per eccellenza... Ultimamente mi sono dovuto un po’ ricredere e mi sono trovato a pensare alle modalità in cui il museo è fruibile dall’utente, dal turista... spesso oggetto di visita mordi e fuggi (questo vale anche per me quando ad esempio mi trovo a visitare un museo all’estero) e visto solo come contenitore di capolavori iconici. I musei sono molto più di questo. Io ritengo che in Italia debba comunque prevalere il concetto di “museo diffuso”: la ricchezza artistica e culturale del nostro paese è tale che dovremmo far di tutto per valorizzare quel patrimonio diffuso fatto sì di musei, ma anche di paesaggi, chiese, abbazie, centri storici, piccoli borghi e tesori nascosti di cui l’Italia è tappezzata.Se devo consigliare dei musei ai lettori di Art’esplorando, magari fra i meno conosciuti, ve ne cito due, uno a Firenze ed uno in periferia. Non posso non ricordare il Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia, nella mia Sesto Fiorentino: importantissimo museo della porcellana, lo consiglio fortemente a tutti. Fate una piccola deviazione dal canonico percorso dei musei fiorentini e andate a visitarlo... anche perchè, visti i recenti problemi societari della Richard-Ginori, nessuno sa quale sarà il futuro del museo.Un’altro museo poco frequentato, questo però in pieno centro di Firenze, è il Museo Marino Marini. È il museo che non ti aspetti, specialmente in una città come Firenze: nella splendida cornice della sconsacrata chiesa medievale di San Pancrazio (al cui interno si trova uno dei capolavori del rinascimento italiano, il Tempietto del Santo Sepolcro di Leon Battista Alberti), troverete le opere che lo scultore Marini donò alla città di Firenze. Anche se non tutti apprezzano l’arte contemporanea, sono sicuro che chi varca la soglia del museo rimane comunque sconcertato, in senso positivo, da questo forte accostamento antico/moderno.
Che rapporto hai con le mostre? oggi spesso diventano eventi mediatici molto pubblicizzati, ma alla fine di poca sostanza. Quali sono le mostre che preferisci e se vuoi fai un esempio di una in particolare che ti ha colpito.
Non posso che darti ragione... Eventi mediatici molto pubblicizzati, ma alla fine di poca sostanza!Oltre ad essere di poca sostanza a me sembra che a volte si cada quasi nel ridicolo... Il pensiero naturalmente va alla mostra attualmente in corso a Firenze in Palazzo Vecchio su Pollock e Michelangelo (Pollock e Michelangelo!!! Ma vi rendete conto?!?).Per non parlare del fatto che per realizzare delle mostre a volte si spostano alcune opere molto delicate, che sarebbe meglio lasciare stare dove sono. Ho ancora negli occhi il bassorilievo con l’uccisione di Priamo, opera di Antonio Canova, andato in mille pezzi all’Accademia d’Arte di Perugia un anno fa, mentre veniva staccato dal muro per essere esposto in una inutile mostra nella vicinissima Assisi.Non voglio comunque fare di tutta un’erba un fascio. Sarebbe sbagliato demonizzare tutte le mostre, che rappresentano anche, non lo dimentichiamo, un momento approfondimento da parte degli studiosi.Una delle mostre più interessanti che ho visto ultimamente è stata senz’altro quella al Palazzo Pretorio di Prato, “Da Donatello a Lippi. Officina pratese”. Una mostra che aveva un senso, andando ad affrontare un’argomento ingiustamente tralasciato dalla critica come il Quattrocento a Prato, e che ha aperto la strada della recente riapertura del Museo di Palazzo Pretorio.
Se fossi il ministro dei Beni Culturali e il Presidente del Consiglio ti desse carta bianca, quale sarebbe il tuo primo provvedimento?
Eh, bella domanda... Cose da fare ce ne sarebbero tante. Purtroppo non credo di avere la benchè minima competenza a riguardo. La prima cosa che farei sarebbe comunque quella di multare chiunque pronunci ancora la frase “Il patrimonio culturale è il petrolio dell’Italia”. BASTA!!! Non se ne può più! Sono anni che sento ripetere questa frase da politici, assessori e vari addetti alla cultura: capisco che dicendo questo, nelle loro intenzioni vorrebbero dire che il nostro paese potrebbe prosperare grazie alle sue risorse culturali e artistiche. Ma questo è un paragone che può venire in mente solo a chi con la cultura non ha molta confidenza. Il petrolio si sfrutta, si commercializza, e ci si fa dei soldi. La cultura no. La cultura bisogna coltivarla. 
Cosa proporresti di leggere a una persona che si avvicini per la prima volta alla storia dell'arte? un testo scolastico, un saggio, una monografia...
Proporrei semplicemente di comprarsi una monografia del suo autore preferito!Per chi volesse invece avvicinarsi all’arte contemporanea, consiglierei un testo molto brillante di Francesco Bonami: “Lo potevo fare anch’io – Perchè l’arte contemporanea è davvero arte”. Essendo uno storico dell’arte medievale puoi immaginarti la mia quasi totale ignoranza riguardo all’arte contemporanea, dalla quale ho sempre cercato di tenermi alla larga. Ecco, questo libro di Bonami mi ha aperto la mente, facendo cadere molti pregiudizi su qualcosa che in realtà non conoscevo.
Arriva il Diluvio Universale e tu hai la possibilità di mettere qualche opera d'arte nell'arca di Noé, quali sceglieresti?
Mi riallaccio a quello che dicevo prima: il concetto di museo diffuso. Il problema non sarebbe salvare “qualche” opera d’arte per le future generazioni. Per come concepisco io le cose, è sbagliato votarsi al culto di un capolavoro isolato. Questo purtroppo è il destino dell’arte del passato nella società contemporanea: spesso banalizzata dai media e strumentalizzata dal sistema delle mostre.Se dovesse arrivare il diluvio universale come dici tu, sarebbe una tragedia! Tutto il patrimonio artistico diffuso scomparirebbe. Vedrei del tutto inutile salvare due o tre capolavori soltanto.Per questo, in modo provocatorio, ti dico che se dovessi scegliere un pezzo da museo da portarmi sull’arca, sceglierei uno dei drakkar conservati nel Museo delle Navi Vichinghe ad Oslo. In caso di bisogno potrebbe servire da scialuppa di salvataggio.Bisogna comunque vedere le cose dal lato positivo: in caso di diluvio universale sparirebbe sì tutto il patrimonio artistico, ma sparirebbero anche le opere di Cattelan. Anzi, a pensarci bene sparirebbe anche Cattelan (non l’avrei certo fatto salire sull’arca...).
Con quale artista (anche non più tra noi!) ti sentiresti di uscire a cena o a bere qualcosa? e perchè?
Caravaggio: sai che seratina!... Prima ad ubriacarsi nelle peggiori bettole di Roma e poi, se riusciamo ad evitare qualche rissa, la serata finisce con qualche prostituta sua amica!
Oggi in TV e alla radio non c'è molta arte, e cultura in generale. Tu cosa consiglieresti di guardare (o ascoltare) al lettore di Art'esplorando. Può anche essere un programma non prettamente d'arte, ma al cui interno ci sia un'approfondimento artistico. In onda ora, ma anche nel passato(ovviamente valgono anche le web-tv).
Personalmente ritengo che Passpartout, la trasmissione andata in onda per anni su Rai3 condotta da Philippe Daverio, fosse davvero un bel programma. La si può pensare come si vuole sul conduttore, ma la trasmissione era piacevole e ben realizzata, riuscendo a dare all’approfondimento culturale, cosa assolutamente non facile, un taglio accessibile a tutti senza cadere nella banalità.Tutte le puntate di Passpartout, oltre ad andare tuttora in replica su Rai5, sono visibili in podcast sul sito della Rai:http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/page/Page-e741239f-829c-4ac1-b496-029d3033429e.html?refresh_ceComunque anche i video di Arte a modino non sono male...
In un ipotetico processo alla storia dell'arte tu sei la difesa, l'accusa è di inutilità e di inadeguatezza ai nostri tempi, uno spreco di tempo e di soldi. Fai un'arringa finale in sua difesa.
Nonostante io non possegga grandi doti oratorie, la difesa sarebbe fin troppo facile. Il problema sarebbe un’altro: in questo processo chi è il giudice e chi è la giuria?  Se fossero rispettivamente il Ministro e la Commissione Cultura che poco tempo fa volevano cancellare l’insegnamento della Storia dell’Arte dai programmi scolastici la vedrei dura...
Concluderei con una bella citazione sull'arte, quella che più ti rappresenta!
“Aho... ma te rendi conto... è tutto fatto a mano...!”Questa è una citazione che ho sentito pronunciare da un ragazzo, sicuramente poco avvezzo all’arte, mentre si rivolgeva ad una persona al suo fianco, davanti ad un affresco del Pinturicchio nella Collegiata di Santa Maria Maggiore a Spello.Questo episodio è accaduto molti anni fa, ma mi è rimasto impresso. Ero all’interno della chiesa, insieme ad uno sparuto numero di visitatori, quando mi avvicino alla splendida Adorazione della Cappella Baglioni. Inserisco una monetina da 50c per accendere l’illuminazione per poter meglio apprezzare il capolavoro del Pinturicchio. A quel punto altre persone si avvicinano all’affresco. Fra queste anche il ragazzo della citazione, un po’ tamarro a dire la verità, uno che dava l’idea che fosse finito lì un po’ per caso. E pronuncia a voce alta questa frase. Lì per lì mi scappava quasi da ridere. Anzi, ricordo che mi girai velocemente dall’altra parte per non farmi vedere che gli stavo ridendo in faccia.Con il passare degli anni questo episodio mi è sempre rimasto in mente. Ripensandoci, questa frase “Aho.. ma te rendi conto... è tutto fatto a mano...!” è davvero significativa. A parte il fatto che, pur nella sua banalità, questa frase esprime il vero (certo che il Pinturicchio l’ha fatta tutta a mano!). Il ragazzo mentre diceva questa frase era stupito e abbagliato dal rivelarsi della bellezza apparsagli di colpo con l’accendersi delle luci e stava cercando di esternare il suo stupore di fronte a cotanto splendore. Quello che gli è uscito fuori è stata questa frase, banale quanto si vuole, ma significativa. In lui c’era lo stupore di come un uomo fosse riuscito, solo con l’uso di pennelli e colori, “A MANO”, a realizzare un siffatto capolavoro. Il concetto che voglio esprimere è questo: non occorre essere esperti d’arte per poter apprezzare l’arte. L’arte è emozione. Quel ragazzo probabilmente non sapeva nulla della tecnica dell’affresco, non sapeva nulla riguardo a Bernardino di Betto, in arte Pinturicchio, e ancor meno della pittura in centro italiana della seconda metà del Quattrocento, ma sicuramente quell’affresco lo aveva emozionato.

Grazie ad Alessio per la sua spontaneità e simpatia! tutti a vedere i video di "Arte a modino", mi raccomando!
Alla prossima intervista ...

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