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Intervista ad Angelo Forgione per la presentazione del suo ultimo lavoro Made in Naples

Creato il 10 gennaio 2014 da Vesuviolive

intervista Forgione

Vesuviolive.it presenta l’intervista ad Angelo Forgione, scrittore e giornalista, (nonché opinionista, storico, grande conoscitore del pensiero meridionalista e creatore del movimento VANTO ),  in occasione della presentazione del suo lavoro “Made In Naples: come napoli ha civilizzato l’Europa” che si terrà ad Ercolano,  Sabato 11 Gennaio alle ore 18.30.

Ciao Angelo, innanzitutto desidero ringraziarti per averci concesso questa intervista. Non ti ruberò molto tempo. Prima di tutto, anche se forse è una domanda piuttosto abusata, noi di Vesuviolive.it volevamo chiederti da quali esigenze nasce il movimento VANTO e quali sono le idee che ti hanno spinto a renderti protagonista impegnato nella difesa e nella divulgazione della Napoletanità?

VANTO nasce per stimolare l’amore per il territorio e per la nostra grande cultura. La strada intrapresa è stata quella della denuncia del degrado, della difesa della nostra onorabilità e della diffusione a piccole ma costanti dosi delle verità nascoste e dei grandi significati che conserva il nostro patrimonio artistico-monumentale. È un lavoro instancabile che sta dando buoni frutti, soprattutto tra i più giovani. Il segreto di tutto è l’equilibrio, senza mai vittimismi o enfasi. Solo così si può essere credibili.

Domani presenterai ad Ercolano il tuo ultimo lavoro, Made in Naples, perché hai voluto scrivere questo libro e pensi all’eventualità di tradurlo in altre lingue?

Perché la cultura napoletana è fondativa dalla società occidentale. Quando l’Unesco ha conclamato questa verità nessuno si è preoccupato di sviscerare in un colpo solo cosa significasse l’inserimento del centro storico di Napoli nella lista del patrimonio dell’umanità. Di Napoli si parla troppo in negativo e poco in positivo, anche da parte dei napoletani stessi. Ho pensato di aver studiato abbastanza questa cultura che si irradia proprio da quel nucleo antichissimo che è Neapolis, e che fosse arrivato il momento di distribuirlo, scrivendo un libro luminoso che si contrapponesse a tutti quelli tetri che diffondono la peggiore immagine di Napoli. Il libro è stato apprezzato molto, ha avuto un successo enorme ed è stato ristampato altre tre volte. Ora sto partendo con una traduzione in Francia, sperando poi di allargarmi ad altre lingue internazionali.

Negli ultimi mesi si parla di Napoli e provincia quasi esclusivamente in relazione ad eventi tragici e criminosi, cosa pensi tu di questa Città e cosa spinge, secondo te, buona parte dei media a porre l’attenzione soprattutto sugli aspetti più nefasti di ciò che accade a Napoli?

Napoli è una città completamente diversa da tutte le altre, nel bene e nel male. L’Icomos, che è l’organo formato da settemila tra architetti, archeologi, storici dell’arte, antropologi, urbanisti, geografi e storici di diversi Paesi, i quali forniscono relazioni al Comitato del Patrimonio Mondiale affinché quest’ultimo ne decida l’inserimento in lista, ha valutato Napoli come città unica in Europa, neanche paragonabile a quelle cui viene spesso accostata come Barcellona e Marsiglia. La cultura, nella nostra società, è stata tramortita dal calcio e dal sesso, imperanti. E in una società in cui non c’è cultura, Napoli è stata continuamente maltrattata per nasconde prima la sua grandezza e poi i mali del Paese creati da chi ha preso le redini senza averne i requisiti. Di questo hanno colpa anche i napoletani, i primi a saper vendere ma a non sapersi per nulla vendere. I primi nemici di Napoli sono stati gli invasori, i denigratori inglesi che hanno imposto la teoria dell’esistenza di due distinte razze in Italia e determinando la diffusione del razzismo anti-meridionale, specificamente anti-napoletano, nel Nord-Italia e ben oltre. Poi gli stessi settentrionali che sono diventati la classe dirigente con la forza. Ma poi lo sono diventati i napoletani stessi, che hanno accettato lo stupro della città e si sono accodati, beandosene per beneficiare di alcune libertà individuali.

Vesuviolive.it è nata soprattutto come comunità ed ora sta per diventare una testata giornalistica che si vuole occupare, in maniera particolare, di tutta l’area Vesuviana oltre che della città di Napoli. Cosa pensi tu di queste zone e quali sono, a tuo avviso, le potenzialità ancora non sfruttate di queste terre?

L’area vesuviana ha sempre affascinato il mondo, è una miniera d’oro, in tutti i sensi, ma è stata devastata da scempi edilizi e abbandoni di ogni genere. Se pensiamo che il sito più famoso del comprensorio, che è quello di Pompei, meta di fiumi di visitatori, è sfruttato al 5% delle sue potenzialità, e che la vicina Sant’Anastasia ha un pil identico pur non avendo alcun sito archeologico, allora capiamo che va ripensato tutto. Ci sono i turisti ma non gli alberghi. Non bisogna attrarre i visitatori, che già hanno grande voglia di venire, ma tour-operator internazionali; bisogna convincerli a far stanziare le loro utenze sul territorio, evitando che tutto confluisca su Roma e il turismo dell’area resti “mordi e fuggi”. Per non parlare di Ercolano, Oplonti, Stabia e tutto il circondario.

Dopo Made in Naples, quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Ho già iniziato a scrivere un nuovo libro meridionalista con un’ottica diversa rispetto a un tema di grande presa sulle masse, ma per ora è tutto un po’ top-secret. Per il resto, non mi fermo mai. Domattina potrei avere nuovi auspici e volontà, ma l’importante è che sono nel pieno della ricerca della verità e della cultura. Ne ho una sete immensa e vorrei contagiare quante più persone possibile.

Grazie mille per averci dedicato il tuo tempo. Ti ringrazio a nome di tutta la redazione di Vesuviolive.it e dei suoi lettori per l’impegno continuo dimostrato nei confronti della divulgazione della Napoletanità.

Grazie a voi. Vi aspetto tutti domani a Villa Maiuri . Parlare e incontrarvi in un posto così simbolico sarà per me un grande onore.

 


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