Intervista ad Annarita Faggioni
Annarita sei una ragazza molto giovane alla quale piace scrivere ma anche aiutare gli altri autori che come noi stanno cercando una loro strada, grazie al tuo portale “Il Piacere di Scrivere”. Spiegaci da cosa sorge questo tuo desiderio.
“Il Piacere di Scrivere” nasce nel 2011 come il sito che avrei voluto trovare come autrice all’epoca. L’idea era di rendere più semplice il rapporto autore-casa editrice che per me era stato molto difficoltoso nel 2005-2006. Ovviamente, era una situazione comune e c’erano realtà che già ne parlavano, ma sicuramente in maniera frammentaria: l’autore aveva il sito di concorsi, quello di recensioni, quello di interviste, quello di consigli, ecc. Sul Piacere di Scrivere si trova questo in un unico blog e tanto di più grazie al valore aggiunto dato dal Web. La mia “giovinezza” passerà prima o poi :).
Vieni da una raccolta poetica e ora la tua ultima fatica è una raccolta di racconti nella quale si analizzano tematiche di vario genere. Ci puoi spiegare il motivo di questo passaggio e cosa ha rappresentato per te?
Io ho iniziato a scrivere in poesia e poi in prosa dalle origini. Ora non faccio differenza, nel senso che vado dove la penna mi ispira. Mi infonde una storia? Bene. Se dopo dieci minuti mi invita alla poesia non ci trovo incoerenza.
Perché “Racconti depennati?”
Come ho già detto in altre sedi, il titolo iniziale doveva essere “Racconti dimenticati”, ma non volevo assolutamente paragonarmi a chi più grande di me sotto tutti gli aspetti. Quindi, “depennati” perché stracciati senza evidente motivo, senza una risposta o peggio con un “giudizio insindacabile” che dietro non ha nulla. Un buon giudice (quale ho avuto modo di essere io grazie a Un Foglio di Storia) deve poter motivare quello che fa se il suo lavoro è serio.
A cosa si ispira la tua scrittura?
Cielo, emozioni ed esperienze che si fondono a livello inconscio. Il gioco delle parti diventa così più efficace.
Quanto c’è di autobiografico nei personaggi che descrivi?
Inizialmente i miei personaggi erano molto autobiografici, anche se hanno sempre mantenuto una connotazione ben precisa. Janine non è Iahmes, ma entrambe si sono basate su quel piccolo mondo che è la mia fantasia. Autobiografia (intesa come fatti personali) ce n’è pochissima. Come anima o come sentire, è un altro discorso. Spesso l’autore autobiografico in storie autobiografiche è semplicemente un autore inesperto.
Cosa ne pensi del mondo editoriale oggi?
Tanti progetti, tante iniziative, tanto sottobosco, ma anche tanti pregiudizi da scardinare, accanto a quella piccola megalomania per cui si scrive pensando a sé e non al lettore. Le iniziative vanno benissimo, si intende, ne ho fatte e ne faccio tantissime anch’io. Il Web, però, mi ha insegnato che la generosità è tutto: se non ami l’orecchio del tuo lettore, inutile scrivere.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sono inserita in diversi progetti (di cui posso citare come migliori PalestraWriter e 4Writing) e non manco mai di seguire e creare iniziative. Il successo dei nostri autori con la pubblicazione del 14 Febbraio alla Fabbri Editore e il riscontro che ho ottenuto a Roma dal mondo del web mi portano sempre avanti. Ho in cantiere tre romanzi, anche a due mani, e uno mio weird. Questo dal lato autore. Dal lato blogger, ho di recente aperto le sezioni “Schede autore” (in cui gli autori meritevoli possono trovare editori di nicchia e non solo) e “International” con le notizie letterarie dall’estero (le mie fonti saranno soprattutto il Guardian, il New York Times e Huffington Post).