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Intervista ai BLACK CAPRICORN

Creato il 22 novembre 2013 da Cicciorusso

Black Capricorn june 2013

Vedere una band proveniente dalla mia città natale pubblicare quello che, senza campanilismi, è uno dei migliori dischi usciti dall’underground doom quest’anno (Born under the Capricorn, di cui vi ho parlato a suo tempo) e raccogliere ottime recensioni anche tra gli addetti ai lavori esteri non può che farmi piacere. Anche perché, se in termini di visibilità e standard professionali la scena italiana ha fatto negli ultimi anni enormi progressi rispetto ai mitizzati ’90, chi fa musica in Sardegna deve continuare a fare i conti con handicap strutturali non facilmente superabili. Saremo pure un popolo testardo ma dover prendere un traghetto anche solo per suonare in un’altra regione è qualcosa che può tagliare le gambe anche ai più determinati (si pensi al recente scioglimento di una formazione interessantissima come i Curse This Ocean). Ne abbiamo parlato con Fabrizio Monni, voce e chitarra del gruppo cagliaritano…

Facciamo un po’ d’ordine: poco dopo la pubblicazione del vostro secondo album, Born under the Capricorn, avete annunciato un anno di stop. Tale decisione era stata legata all’addio dei due nuovi membri?

No la decisione di fermarci era stata presa prima.

Come vi siete ritrovati a tornare alla formazione a tre dell’esordio?  E’ stata una scelta di necessità o non avete nemmeno pensato a reclutare nuovi membri?

Io volevo continuare ma c’ erano da risolvere alcuni problemi di salute prima. Ci sono voluti diversi mesi e quando le cose sono un pò migliorate abbiamo riprovato in tre. Ora come ora non vogliamo coinvolgere nessuno al 100%.

Quanto è stato frustrante dover tirare i remi in barca proprio mentre il disco iniziava a ottenere buoni consensi all’estero? Avete dovuto rifiutare qualche offerta importante, in termini di tour et similia, nel frattempo?

Nessuna offerta se non quella per andare a Malta ci era stata fatta, però, se avessimo continuato, penso avremmo suonato di nuovo in giro.

A tale proposito, è vero che avevate chiesto a Massimo Cellino di unirvi a voi come secondo chitarrista ma il suo arresto ha fatto saltare tutto? Recupererete con un tour in Colombia di spalla ai Maurilios? Ho letto che il presidente ama molto quel paese.

Ahahaha, non siamo alla sua altezza. In tutti i sensi (e mancu malisi!).

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Il fonico dei Black Capricorn dà istruzioni alla band

La maggiore ecletticità del vostro secondo album era legata ai nuovi membri? Che direzione stanno prendendo i nuovi pezzi?

La maggior parte dei pezzi sono scritti da me, anche quelli del disco a cinque, però c’ è un’evoluzione ogni volta. I nuovi pezzi sono più heavy, ma per ora non abbiamo nessuna idea di cosa uscirà e se sarà un ep o un full.

Quando ho lasciato Cagliari per trasferirmi a Roma, nel ’99, le uniche occasioni per ascoltare un po’ di heavy metal erano un paio di locali che aprivano e chiudevano a singhiozzo e le assemblee di istituto liceali. Negli anni successivi le cose, dall’esterno, mi erano sembrate andar meglio: c’erano un paio di locali, come il Fabrik e il Titty Twister, che facevano suonare anche band internazionali e una webzine, sardcofago, con la quale riuscivo a tenermi aggiornato su cosa capitava nella mia isola. Ora mi sembra si sia tornati un po’ indietro. Cos’è successo, dal vostro punto di vista?

Concordo sul fatto che siamo tornati indietro a differenza invece di quello che succede in Europa e forse anche nel resto d’ Italia. Una risposta sul perchè non ce l’ avrei, forse un insieme di eventi, compreso il fatto che la nostra mentalità non ci porta a osare o a prendere ad esempio ciò che si fa fuori e come lo fanno…  Insomma, forse siamo un pò troppo “fatti e lasciati”… Comunque segnalo un nuovo locale che sta facendo davvero bene ed è la Cueva  Rock… Ricordi dove stava lo Skate Park? Stessa zona \m/

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I Black Capricorn in sala prove

Qualche nuovo gruppo sardo che merita?

In effetti i gruppi non mancano, almeno quello… Ce ne sarebbero molti, facendo un giro su internet è facile incappare in qualche gruppo sardo!

Sul vostro esordio c’è un brano intitolato Sa Bruxia, nel disco dopo spuntano le launeddas. I riferimenti alla tradizione sarda sono destinati a crescere nella vostra musica?

Ci fa piacere poter inserire di questi elementi, la nostra storia è ricca di spunti. Abbiamo qualche pezzo nuovo che riprende la sardità in un modo o in un altro, non so però se finiranno su disco…

Ti è piaciuto 13?

Sì (troppo secca la risposta? ahaha).

E già che si parlava dei Sabbath, ci lasciamo con la bella cover di Solitude con voce femminile incisa un paio di mesi fa dalla band. Saludi e trigu e tappu de ortigu:



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