Verso la fine dell’Etica a Nicomaco, dopo aver ricordato che l’uomo, per l’anima razionale che lo informa, è reso simile agli dèi, Aristotele, maestro di coloro che sanno, scriveva: «Ma non bisogna dar retta a coloro che consigliano all’uomo, poiché è uomo e mortale, di limitarsi a pensare a cose umane e mortali; anzi, al contrario, per quanto è possibile, bisogna comportarsi da immortali e far di tutto per vivere secondo la parte più nobile che è in noi.» L’intelletto, parte divina dell’uomo, ci fa conoscere la verità, e l’uomo sapiente sarà anche il più virtuoso perché in ogni azione della sua vita sarà in grado di riconoscere ciò che è giusto.
Aristotele ha grandi meriti, ma la sua lezione sarebbe rimasta incompleta se San Paolo, Apostolo di Cristo, non ci avesse lasciato un toccante monito: «se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.» Carità nella Verità e Verità nella Carità, solo in questa sintesi sta il vero bene per l’uomo, il principio primo ed il fine ultimo della sua vita.
Noi siamo chiamati a vivere nel mondo, nella società, nella famiglia, scoprendo che a fondamento di tutto, ed al di là dei conflitti che continuamente ci si presentano, c’è in realtà una Volontà buona la quale a tutto conferisce senso, e che da Essa e per Essa tutti noi siamo nati al fine di essere amati in eterno. Come scriveva Joseph Ratzinger commentando la Genesi: «Quando appresero che il mondo è dalla parola, non solo fu tolta agli uomini la paura degli dèi e dei demoni, ma il mondo fu reso libero per la ragione, che si eleva verso Dio, e all’uomo fu concesso di incontrare senza paura quel Dio.» Esser felici non implica allora ritirarsi dal mondo, in una vita contemplativa e distaccata, nell’atarassia e nel disincanto; non il distacco, ma la relazione con l’altro rende felici, donarsi, amare l’altro incondizionatamente perché in ognuno c’è del buono e, come scriveva ancora San Paolo, compiacersi della verità; così si completa la lezione di Aristotele, perché senza la carità non potremmo mai renderci simili al Dio che ci ha creato.
È possibile oggi, in una società in cui dominano relativismo e scetticismo, proporre una tale concezione? Quanti potrebbero comprenderla? Chiunque senta un forte desiderio di autenticità, ed intraprenda, animato dalla carità, il cammino verso la verità, ha bisogno di una guida con l’esperienza necessaria ad indirizzarlo nell’inesauribile varietà e complessità del mondo. C’è bisogno di maestri. Per tutti coloro che siano alla ricerca, sarà sicuramente di grande aiuto il libro di Irene Bertoglio “Intervista ai maestri“.
L’autrice spiega chiaramente le ragioni che l’hanno portata a scrivere: in anni ormai passati aveva accettato, come Leopardi, una visione malinconica della vita, una concezione del mondo secondo cui, come per Sartre, nulla sembrava aver senso; l’incontro con alcune persone particolari (la Provvidenza sa ben fare il proprio mestiere) l‘ha cambiata; si tratta di persone che hanno riconosciuto la verità e la legge di Dio incisa nei propri cuori e che cercano costantemente di testimoniarla nelle loro vite. Non sono essi stessi a definirsi maestri, sono solo persone che provano, nei limiti propri di ognuno, a vivere nella carità; essi appaiono però come maestri agli occhi dell’autrice, perché tali sono stati per lei, e ciò l’ha spinta a pubblicare queste interviste, al fine di condividere con molti altri quanto lei ha potuto imparare da queste persone e delle ragioni su cui esse fondano le proprie vite.
I personaggi intervistati sono tutti cattolici, e benché siano attivi in settori diversi, in un modo o nell’altro hanno tutti fatto della trasmissione di idee e valori il proprio mestiere: sono infatti insegnanti, giornalisti, scrittori e docenti universitari; l’unico non laico è il Cardinal Josè Saraiva Martins. Ma attenzione a non scambiarli per superuomini con le soluzioni pronte per tutte le difficoltà della vita! Non lo sono ovviamente, sono persone semplici, che però hanno convinzioni profonde ed autentiche, e con la loro esperienza e testimonianza possono insegnare a tutti come combattere la buona battaglia. Francesco Agnoli ad esempio, che oltre ad essere giornalista è anche insegnante, spiega quanto sia difficile orientare i ragazzi al vero e al bene, in una società che sistematicamente propone l’individualismo, il relativismo morale, insegna a dubitare di qualsiasi cosa e ad evitare impegni e responsabilità stabili. Affrontare queste difficoltà è dura, richiede di lottare anche contro se stessi, le proprie debolezze e turbamenti; soltanto grazie ad un cuore saldamente ancorato nella Carità e nella Verità è possibile resistere, sia che si abbia successo sia che si fallisca, ed è questo che rende queste persone dei veri maestri.
Il vero maestro è inoltre colui che ha fiducia nel suo allievo, fiducia nell’umanità che riconosce essere essenzialmente buona, e per questo si spende per essa. Come lo scrittore Carlo Climati, che studia i giovani ed il loro mondo e, pur vedendone tutti i lati oscuri, invita a non trascurarli, a prendersi cura di loro, perché ne vede le potenzialità e sa che con il giusto impegno è possibile tirar fuori ciò che in essi c’è di buono. Come Costanza Miriano, che di fronte all’attuale crisi della famiglia, con il conseguente disastro educativo, invita a riscoprire l’importanza del matrimonio fondato sull’amore nel suo significato più autentico, ossia dono di sé e responsabilità, rifiutando la deplorevole mentalità per cui si considera l’altro solo in funzione della propria soddisfazione e realizzazione, e che conduce ad unioni precarie che presto finiscono lasciando solo amarezza e sofferenza.
Ci sono poi coloro che hanno fatto dell’apologetica popolare una loro personale missione, come Rino Cammilleri e Giampaolo Barra, impegnati nella demolizione delle tante leggende nere anticristiane relative ad esempio ai cosiddetti Secoli Bui, l’Inquisizione, le Crociate o il tanto discusso conflitto tra fede e ragione. Chi scrive queste righe, per introdurre una nota personale, viene da una formazione scientifica, fino a qualche anno fa era agnostico ed infarcito dei ben noti luoghi comuni secondo cui il Cristianesimo avrebbe ostacolato il progresso scientifico; ebbene, proprio iniziando a studiare seriamente la storia della scienza, i pregiudizi si sono pian piano dissolti ed è iniziato un cammino di riavvicinamento alla Chiesa Cattolica (la Provvidenza lavora bene, come già detto). Anche gli autori qui nominati sono stati assai d’aiuto in questo percorso, ed è stato molto interessante pertanto leggere nelle interviste le loro esperienze.
Infine, tra gli altri, è opportuno ricordare l’attività di Massimo Introvigne, sociologo di fama internazionale e reggente vicario nazionale di Alleanza Cattolica, un’associazione il cui scopo principale è la promozione della dottrina sociale della Chiesa. Gli altri personaggi intervistati sono: Rodolfo Casadei, Riccardo Cascioli, Marco Cimmino, Marina Corradi, Renato Farina, Alessandro Gnocchi, Paolo Gulisano, Camillo Langone, Roberto Marchesini, Luca Marcolivio, Giacomo Samek Lodovici e Cristina Siccardi.
Ogni capitolo inizia con una nota introduttiva sull’intervistato, in cui la Bertoglio dà anche prova di notevole cultura con l’inserimento nel testo di molte citazioni, sempre azzeccate e ben integrate, di tanti autori diversi. Da segnalare in conclusione che parte del ricavato dalla vendita verrà devoluto all’associazione La Quercia Millenaria ONLUS, che si occupa dell’assistenza alla gravidanza nei casi di malformazione fetale. Il libro è acquistabile on line tramite il sito www.leolibri.it