[La prima parte la trovate qui]
Pubblicazioni cartacee o digitali? Quali le prospettive e i margini di crescita e/o diversificazione della Farnesi in un’epoca in cui e-book, kindle, ipad e quant’altro sono oramai parte del vocabolario d’uso di buona parte del pubblico dei lettori?
Per ora noi operiamo in carta e abbiamo una collaborazione con la romana Dalim per la creazione e la diffusione su ogni piattaforma e in ogni formato di tutte le nostre opere, per cui l’autore è coperto anche dal punto di vista digitale in tutta serietà.
Una piccola casa editrice indipendente è spesso al centro delle aspettative di aspiranti scrittori esordienti; cosa consiglieresti a un autore in cerca di pubblicazione?
In generale dico di non mollare mai e cercare la casa editrice adatta alla propria opera, nel frattempo tenere bene aperti gli occhi. Spesso un’opera non adatta per un periodo lo sarà tra due o tre anni, oppure quello che non piace a x piace a k, insomma bisogna essere anche bravi venditori di se stessi. E una volta entrati in una squadra dare il meglio per collaborare ed emergere. Ricordarsi sempre che la stampa del libro è solo il primo passo, il lavoro vero viene dopo.
Parlando in generale, al momento ritieni che ci siano dei generi letterari che tirano di più nel mercato dell’editoria? Ammettendo e non concedendo che uno scrittore esordiente possieda in tal senso una certa versatilità e che sia in grado di spaziare dal fantasy al pulp, ad esempio, con una certa credibilità.
Ogni scrittore ha un suo genere congeniale, ma ciò non toglie che possa cimentarsi in altro, sempre che la cosa nasca da un suo desiderio e non da una imposizione di mercato. Certo è che alcuni generi tirano più di altri, commercialmente parlando. I piccoli editori possono fare scelte commerciali differenziate o di nicchia, e questa nicchia può anche non essere quella che fa grandi numeri ma avere estimatori costanti. Noi editori alle prime armi dobbiamo dosare vendibilità, visibilità, e qualità.
Fiere librarie e presentazioni letterarie contribuiscono spesso al lancio e/o alla pubblicizzazione della casa editrice e degli autori che essa propone. Quale la tua esperienza in merito?
Noi finora abbiamo poca esperienza di fiere, stiamo arricchendo la nostra offerta, ma devo dire che i nostri autori Armando Maschini, Anna Genni Miliotti e Giada Briziarelli hanno fatto e stanno facendo delle meravigliose presentazioni, piene di gente e incentrate molto sulla interazione col pubblico e i bambini.
A te l’onore e l’onere di scegliere le copertine delle opere pubblicate dalla tua casa editrice. Quanto conta in tal senso l’immagine visiva di un prodotto editoriale, con riferimento alla prima e quarta di copertina, nel catturare l’attenzione di un potenziale lettore?
Voglio specificare che naturalmente la mia scelta viene poi sottoposta a tutte le socie, e spesso concordata con l’autore, mi piace che quest’ultimo sia partecipe delle dinamiche di selezione, così come quando studiamo il titolo. La parte visiva dell’opera, in un mondo in cui l’immagine è la regola, la ritengo importantissima. L’opera deve emergere dalla massa e colpire l’immaginario del lettore. Poi però assicurare anche ottimi contenuti. Non amo ingannare con false aspettative. Né dare una veste grafica dissonante ai contenuti. Qui entra in gioco la mia formazione artistica.
Quali sono i progetti e i sogni nel cassetto della Farnesi Editore?
Già il fatto di avere festeggiato il primo compleanno e avere in campo opere che continuano a vendere bene è un risultato eccezionale, mi auguro di continuare così, e avere in casa editrice sempre autori di cuore, consapevoli del loro valore ma semplici, felici di scrivere e pubblicare con noi. Non possiamo promettere la visibilità di un grosso editore, però ogni viaggio, come tutti sanno, comincia da un piccolo passo. E magari Farnesi farà tanta strada!
a cura di Lucia Guida
Intervista al direttore editoriale di Farnesi editore (2° parte), 5.0 out of 5 based on 1 rating