Antonio Tito di professione fa l’avvocato. Ma è stato anche l’ultimo difensore civico di Palermo. Ultimo in tutti i sensi, perché dopo di lui il vuoto.
Forse perché ne ha viste di tutti i colori durante la sua attività “comunale”, ha deciso di proporsi attivamente, di partecipare alla vita pubblica e politica di Palermo con un movimento.
- “Il popolo per Palermo domani”, cos’è?
“È un movimento da me promosso per aggregare i comitati, le associazioni ed i cittadini che vogliono una Palermo viva, efficiente e produttiva. Sono convinto che il solo modo per dare una svolta alla situazione sia quello di coinvolgere la cittadinanza palermitana per dare alla città il governo che merita, liberandola da lacci e lacciuoli.
L’obiettivo è governare Palermo conoscendo Palermo. In questo mi ha aiutato molto la mia esperienza da Difensore Civico. Oggi ne conosco i problemi e ritengo di avere chiare le strade da percorrere per le soluzioni. I cittadini hanno toccato con mano il lavoro che ho fatto. Tutti coloro che si sono rivolti al mio ufficio hanno ricevuto risposta e tante questioni sono state risolte. Questo prova che si può fare, che è possibile cambiare”.
- Dunque, si darà alla politica?
“La politica o la fai o la subisci. Incide sempre e comunque nella vita di tutti. Se è politica è pulita serve alla gente. Non se ne può fare a meno. Sono i politicanti di secondo ordine, i senza arte né parte che l’hanno imbarbarita rendendo la parola invisa alle persone che vedono in loro solo arrivisti e cultori di clientele e benefici personali. Io amo la mia città e voglio impegnarmi per farne la più bella e vivibile città del mediterraneo. Se questa è politica sono in politica“.
- Quali sono i pilastri del movimento?
“La partecipazione delle persone, la voglia di cambiare le cose, la disponibilità a condividere una scommessa, il desiderio di una vita qualitativamente migliore e la convinzione di poterla realizzare”.
- Prima o poi si tornerà a votare al Comune. Come vede le prossime elezioni? Che tipo di competizione elettorale si attende?
Come altre con molti pretendenti alla poltrona di sindaco che punteranno a coronare la loro ambizione pensando poco ai bisogni della collettività e molto a se stessi. Il mio impegno è verso un reale cambiamento che potrà realizzarsi se la forza della ragione prevarrà sulla ragione della forza. I politicanti non servono né a Palermo né ai palermitani. Servono persone che vogliono spendersi nell’interesse della città e della collettività senza tornaconto personale.
Con reale spirito di servizio e con un carattere forte che faccia loro superare gli ostacoli che frapporranno sempre gli individui che parlano di cambiare ma che in realtà non vogliono che cambi nulla perchè in questa situazione ci stanno bene.
- Infine, Palermo. Quali sono i tre problemi principali che la città deve risolvere con urgenza. Ed in che modo?
A Palermo oggi tutto è emergenza, tutto è urgente, dalla pulizia ai servizi pubblici dalle attività sociali al traffico. dalla disoccupazione alla sicurezza. È difficile stilare una graduatoria.
Penso che la questione sia quella di fare di Palermo una città produttiva nella quale sia conveniente investire e gradevole venire e vivere avviando un ciclo virtuoso che crei ricchezza ed occupazione.
Per fare questo bisogna rendere accogliente e vivibile la città, deburocratizzare il sistema, valorizzare le ricchezze che abbiamo, rendere efficienti i servizi pubblici dalla pulizia ai trasporti, rendere trasparenti gli atti amministrativi perchè tutti possano sapere in tempo reale come vengono utlizzati i loro soldi.
Come? Intanto, facendo adempiere tutti ai loro doveri, utilizzando al meglio le risorse che ci sono nella direzione di accrescere le ricchezze e non di tagliare le spese a danno dei più deboli, facilitando coloro che vogliono fare impresa, valorizzando la cultura ed i beni culturali ed ambientali che abbiamo la fortuna di avere.